MEDIA/Guerra, quando la pubblicità è indecente

Sappiamo tutti che senza pubblicità i giornali non possono sopravvivere. E' già un miracolo se la carta stampata riesca a campare con paginate di inserzioni. Però ci dovrebbe essere un limite, non al contenuto, ma al posizionamento.Per esempio, trovo indecente che sotto un articolo di cronaca sui bombardamenti a Beirut compaia una pubblicità che celebra il confort domestico. E' quello che ieri succedeva sul Corriere della Sera. Titolo: Raid nel cuore di Beirut: nove morti. Israele espande le operazioni a Sud. Sotto l'articolo campeggia lo slogan Joyful Living (Vivere felici, sarebbe più o meno) e una gioiosa ragazza in minigonna tranquillamente seduta in salotto.


Un accostamento decisamente di cattivo gusto che la dice lunga di quanto siamo assuefatti alle notizie di massacri, bombardamenti, morti, ecc.  Sono convinta che nel "cuore" di Beirut, non siamo a Gaza, probabilmente esistono salotti simili con prodotti disegnati dalla marca italiana in questione. E anche gli occupanti di questi salotti potevano forse praticare il joyful living prima delle "operazioni" di Israele (da notare il linguaggio rispettoso del Corsera).