Continua l'eruzione all'isola di La Palma
Al quarantesimo giorno dell'eruzione del vulcano dell'isola di La Palma (Canarie occidentali) spunta fuori dal cilindro una idea che fu applicata all'Etna qualche decennio fa (per altro senza successo secondo alcuni esperti). Quella di "bombardare" la lava per cambiare il suo cammino infuocato ed evitare che distrugga centri abitati. L'ho letto qualche giorno fa sul Diario de Aviso, quotidiano di Tenerife che ci ha dedicato una pagina.
A proporre la soluzione estrema e' stato il presidente del cabildo de La Gomera, una specie di governatore, evidentemente preoccupato per l'eruzione che da lunedi' e' ripresa a pieno ritmo dal vulcano di Cumbre Vieja. L'articolista si e' andato a informare e ha scoperto che la 'pensata' non e' per nulla nuova. Ci sono ben due precedenti in Sicilia, il primo durante l'eruzione dell'Etna del 1983 e poi in una nuova e piu' potente colata lavica nel 1992.
Non sapendone nulla, sono andata a controllare ed e' vero. I vulcanologi italiani (vedi questo articolo) suggerirono di piazzare delle cariche esplosive per modificare la direzione del magma e obbligarla a confluire in un canale scavato dall'esercito. L'azione di rivelo' pero' insufficiente di fronte alla potenza del fiume di lava e anche dell'impossibilita' di avvicinarsi per le altissime temperature.
Non so se all'epoca fu considerata l'idea di bombardare l'Etna, cosa sicuramente bizzarra e non priva di polemiche come effettivamente ci furono in seguito all'operazione.
Circa dieci anni piu' tardi, nell'eruzione del 1991-1993, fu sperimentata la stessa tecnica che (sempre secondo alcuni esperti) permise di salvare la cittadina di Zafferana.
Circa dieci anni piu' tardi, nell'eruzione del 1991-1993, fu sperimentata la stessa tecnica che (sempre secondo alcuni esperti) permise di salvare la cittadina di Zafferana.
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