Questa e' la cronistoria del mio viaggio da Las Palmas (Gran Canaria) all'isola di Madeira (Portogallo) su una barca a vela di 12 metri appartenente a uno skipper britannico, Robert Coates, che sta tornando a casa dopo aver passato l'inverno alle Canarie. Con me come equipaggio c'era anche Damian, uno spagnolo aspirante velista.
La traversata e' stata di circa 290 miglia nautiche ed e' durata 62 ore, in condizioni meteo molto favorevoli e senza nessun problema di rilievo. Si puo' dire che e' stata una rilassante crociera pasquale nell'oceano Atlantico.
Las Palmas (Gran Canaria), sabato 3 aprile 2012 - Aspettando l'esito del test Covid
Per il periodo pasquale le autorita' delle Canarie hanno imposto diverse restrizioni alla circolazione delle persone per evitare i contagi di Covid-19, tra cui il divieto di spostarsi da un'isola all'altra e il coprifuoco notturno a partire dalle 22. Ma il lungo mare del Las Canteras e' affollato come non mai di famiglie, coppie e giovani che praticano sport oppure occupati nel classico 'struscio' del sabato pomeriggio. Se non e' per le mascherine che tutti indossano, si puo' quasi dimenticare che siamo nel mezzo di una pandemia globale.
La nostra barca, una Halberg Rassy 39, una 'signora' dei mari, che ha vinto anche diverse regate nel canale della Manica, e' ormeggiata al Muelle Deportivo, la enorme marina di Las Palmas, una distesa infinita di alberi e sartie con bandiere di tutto il mondo. Il pontile che ci hanno asssegnato e' il 'T', quello piu' lontano dai bagni e dai negozi. Il capitano Bob ha chiesto se era possibile spostarsi in un diverso ormeggio, dato che una trappa a poppa era pure rotta, ma invano. Dall'ufficio, anche quello raggiungibile solo con una lunga camminata, gli hanno detto che era tutto occupato. Strano perche' qui e' tutto pieno solo a ottobre e novembre quando parte la regata della ARC, la famosa traversata ai Caraibi a cui partecipano circa 300 velieri in diverse sezioni competitive e non competitive. Per l'occasione i clienti abituali della marina sono costretti ad ancorare le loro barche in una baia adiacente per far posto ai regatanti.
La partenza per Madera, o Madeira in portoghese, non e' stata fissata. Aspettiamo l'esito del test Covid molecolare (PCR lo chiamano) necessario por entrare in Portogallo. Lo abbiamo fatto ieri in una clinica privata al costo di 90 euro. E' stato abbastanza invasivo, sono tornata con una narice dolorante. Appprofitto dell'attesa per mettere a punto il 'passage planning', il piano di rotta utilizzando tutti gli strumenti e le conoscenze che ho acquisito nel mio esame di teoria RYA per diventare 'yackmaster' . Lo faccio solo per esercizio personale, perche' e' lo skipper a decidere la rotta. Bob e' un 'navigato' marinaio, ha solcato i mari di tutto il mondo compreso l'oceano del Sud, e la sua barca e' stata progettata e attrezzata per l'oceano. Per lui le 280 miglia per Madeira sono poco piu' di una passeggiata. Le previsioni inoltre indicano vento leggero e la quasi assenza degli alisei di Nord Est temporanemente interrotti da un sistema di basse pressioni.
Le sue preoccupazioni ora sono piuttosto altre, come molti suoi connazionali vittime dellaa Brexit, dal primo gennaio non puo' stare nella zona Schengen per piu' di 90 giorni. Quindi e' costretto a tornare e anche in fretta. Il suo piano e' 'salire' a Madeira, poi deviare a Nord Ovest facendo tappa alle Azzorre e da qui approffittando delle calme di maggio arrivare in Gran Bretagna. E' la rotta seguita da coloro che tornano dai Caraibi.
Partenza, ore 19 di sabato 3 aprile 2021 - Prima notte
L'esito del test Covid arriva nel tardo pomeriggio via email, tutti negativi. La barca e' gia' pronta, rifornita di acqua e cibo per tre o quattro giorni e abbiamo gia' ottenuto dalla marina un foglio di via con il timbro della dogana. Lasciamo quindi Las Palmas al tramonto, c'e' vento, circa 15 nodi, quindi si va via veloci passando tra i cargo, le petroliere e le navi da crociera ancorate fuori dal porto. La barca, che si chiama Ben More, scivola possente tra le onde, si impone bene conn le sue 11 tonnellate alla corrrente contraria. Che differenza con la mia Maneki di 9 metri! Dopo una cena, a base di tortellini alla panna, insalata e formaggio, stabiliamo i turni di guardia. A me tocca i primo, dalle 21 alle 23, poi Damian e poi il capitano. Quindi ritorno io dalle 3 alle 5, per il penultimo turno. Le luci della capitale canaria si fanno sempre piu' sbiadite ed emerge la silhuette di Gran Canaria, in particolare la penisola de la Isleta con il suo potente faro visibile a oltre 20 miglia di distanza.
Domenica 4 Aprile 2021, Pasqua in oceano
Per buona parte della notte andiamo a bolina stretta e con il pilota a vento. Il vento da nord e' abbastanza consistente e facciamo sui 5/6 nodi di media, in linea con quanto prrevisto per il passaggio. E' freddo e nei miei due turni indosso maglioni e giacca a vento, oltre al mio solito berretto di lana, lo stesso della traversata Atlantica nel novembre 2019. Come e' prassi, nella navigazione notturna, abbiamo i giubbotti salvagente e siamo imbragati alla barca. Anche se le onde non superano il metro e mezzo, lo skipper ci ha vietato di lasciare il pozzetto quando siamo da soli. Nel primo turno di due ore, dalle 21, sono abbastanza impegnata a controllare alcuni cargo diretti a Las Palmas che ci passano di fianco. In particolare uno e' sulla nostra stessa rotta nel senso contrario. Mi tocca monitorarlo con il binocolo, sporgendomi fuori dallo sprayhood, il paraspruzzi, finche' non vedo la luce di navigazione verde. Sospiro di sollievo. Significa che ha leggermente deviato a sinistra e intende passare alla nostra dritta. D'altronde siamo noi ad avere la priorita' perche' siamo a vela.
Il vento ci lascia all'alba, al suo posto arriva una leggera brezza, sempre da nord, che non riesce a tenere le vele gonfie, almeno non nella bolina stretta, sulla rotta di 352 gradi che e' quella che dobbiamo seguire per arrivare alla marina Quinto do Lorde di Madera. Quando ritorno per il mio turno dalle 3 alle 5, Bob ha arrotolato il fiocco e acceso il motore.
A colazione mi ricordo che e' Pasqua, e con nostalgia penso anche alle tonnellate dii colombe pasquali in Italia. Ci scambiamo gli auguri e parliamo delle rispettive tradizioni culinarie pasquali. Il cibo e' sempre un buon argomento di conversazione in barca, di sicuro evita tensioni. Mi ricordo uno skipper che aveva espressamente vietato di parlare di politica o religione a bordo.
Nel pomeriggio torna un po' di vento e rimettiamo il fiocco, ma e' intermittente e di media non si fanno piu' di 3 nodi per diverse ore. Purtroppo Bob non puo' issare una vela di prua piu' grande, il genoa, come vorrebbe perche' ci sono dei problemi con l'avvolgifiocco. Quando l'abbiamo provato all'ormeggio di Las Palmas, la drizza si attorcigliava intorno allo strallo, decisamente una cosa da evitare in navigazione. Pero' dopo rimuginazioni varie gli spunta una idea, isssare la seconda vela di prua (lo 'storm jib', che si usa per i venti forti) sullo strallo interno mobile. Guadagniamo un po' di velocita', ma lo spazio tra i due fiocchi e' minimo e l'aria non scorre sempre bene. Ed' e' anche difficile mantenere una bolina stretta, di cui abbiamo bisogno per rimontare l'aliseo.
La difficolta' nel tenere la bolina stretta, tra i 30 e i 40 gradi, fa si' che risolva anche il dilemma della giornata: passare a Est o a Ovest delle isole Selvagge? Questo minuscolo (2,7 km quadrati!) e incontaminato arcipelago, appartenente al Portogallo, nonostante sia piu' vicino alle Canarie, e' esattamente sulla rotta per Madeira. Se si segue una linea dritta si finisce contro. Le isole Selvagge, che sono due (la Grande e la Piccola) piu' alcuni scogli disabitati sono una riserva naturale, ci vuole un permesso per ancorare o sbarcare. Ci vivono solo i guardiani della riserva, creata negli anni Settata, e occasionalmente qualche ricercatore scientifico o ornitologo. Nonostante la loro scarsa importanza strategica, sono al centro da anni di una disputa territoriale tra Spagna e Portogallo.
Lunedi' 5 aprile 2021 - Crociera di Pasquetta
Alla fine passiamo a Ovest delle isole Selvagge, perche' il vento non ci permette di mantenere una rotta piu' a NE. Nel mio turno delle 3 vedo gli unici due fari esistentiscivolare via a dritta, mentre il mare si prepara alla bonaccia. Il resto della nottata e l'intera giornata trascorre pigramente, tra il ponte trasformato in solarium, il pozzetto dove prepariamo un sontuoso pranzo e la poppa dove lanciamo le lenze nella speranza vana di catturare qualche bonito o dorado. Il vento e' sparito quasi dl tutto, la randa e' sgonfia, il mare si e' appiattito, compaiono branchi di delfini, piccoli, grigi con delle striature bianche, si mettono a giocare con la prua di Ben More. Il motore non sembra spaventarli. Ci prepariamo per l'ultima notte, mancano 60 miglia nautiche.
Martedi' 6 aprile, Terra!
Non sono stata io ad avvistare per prima la terra, ma il mio compagno nel suo tuno delle 5. All'alba e' poi comparsa la silhuette delle isole Deserte, un gruppo di isolotti disabitati dalle forme bizzarre, a 20 miglia a SE di Madeira, anche queste trasforate in riserva marina . Sono considerate le Galapagos dell'Atlantico per la presenza di specie rare, tra cui una colonia di foche monache. Viste sulla carta sembrano una catena montuosa sottomarna, evidenti segni dei grandi eruzioni che nella notte dei tempi caratterizzano questa parte dell'Atlatico chiamata Macaronesia e che si estende da dalle Azzorre a Capoverde, comprendendo in mezo Madeira e Canarie.
Nella notte, un'altra di bonaccia, mi accompagnano decine di delfini, che formano saette luminose nell'acqua e quando saltano le loro figure diventano fosforscenti. Uno spettacolo magico sotto un cielo stellato che per la prima volta da quando sono partita e' completamente sereno.
Sono le nove quando entriamo alla marina di Quinto do Lorde, un lussuoso porticciolo-resort costruito circa 10 anni fa. Un ormeggiatore ci accompagna con il gmmone e poi ci aiuta a sistemare le cime. L'ormeggio e' sempre un momento di tensione anche per gli skipper piu' qualificati. Bob ci ha dato istruzioni precise su dove disporre i parabordi e come fissare le cime, ma un po' di panico c'e' sempre perche' non siamo molto veloci a scendere sul pontile. Prima di scendere dalla barca dobbiamo aspettare la verifica dei nostri test Covid e il controllo dei documenti (gia' spediti via email prima d partire).
Il porticciolo e' sovrastato da una massiccia scogliera di lava rossiccia, mentre da un lato ci sono negozi uffici e un finto faro. Si vede che tutto e' un po' artificiale, ma questa e' l'unico porticciolo turistico dell'isola dove si trova posto. La piccola marina di Funchal, la capitale, e' sempre al completo.
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