La Palma, la più occidentale e la più verde dell’arcipelago spagnolo della Canarie, è famosa per le piantagioni di banane e per la presenza di un famoso osservatorio internazionale di astrofisica. Non so quale interdipendenza ci sia tra le banane e le stelle, ma mi piace fare questa bizzarra associazione.
Gran parte delle pendici dell’ex vulcano che sorge nel centro dell’isola, sono infatti ricoperte di rigogliose piantagioni di banane. Siccome la maggior parte del terreno è in pendenza, i bananeti sono “terrazzati”, così che anche si facilita l’irrigazione. Alcune delle terrazze, realizzate da recinti di muretti, sono a picco sul mare. Sono spettacolari a vedersi, ma anche in grado di produrre un frutto di altissima qualità grazie all’esposizione e – pare – anche grazie all’acqua sorgiva. (ho scoperto che in spagnolo si dice “manantial”) . Ho ancorato la mia barca a vela Maneki di fronte a una spiaggia all’ingresso del porto di Tazacorte, proprio sotto le piantagioni. Salendo la scogliera attraverso una ripida scaletta di ferro si arriva alle terrazze di banane. È incredibile come ogni angolo di terra sia coltivato. Per caso mentre salivo ho incrociato un gruppo di agricoltori che stava raccogliendo alcuni caschi di banane. Li portavano a spalla su per il sentiero e poi in un camioncino sudando copiosamente. Erano ancora verdi, però alcune banane nella cerchia in basso erano già mature. Li ho osservati un po’ e anche scattato delle foto. Con uno di loro ho scambiato anche due parole, nel mio spagnolo da principiante, gli ho indicato giù in basso la mia barca all’ancora nella piccola baia. Mi hanno fatto anche assaggiare una banana di quelle gialle, piena di sapore come lo sono i frutti appena raccolti.
A Tazacorte esiste anche un museo del platano (che per un'altra bizzarria etimologica significa “banana” in spagnolo) con la storia di questo frutto che arriva dall’Oriente e che nei secolo è avanzato sempre più verso Ovest fino a conquistare l’intero pianeta. Alle Canarie è arrivato secoli fa dall’Africa e poi da qui, insieme ai conquistadores spagnoli, nel Nuovo Continente…dove sono nate le “repubbliche delle banane”.
Le banane canarie hanno ottenuto l’indicazione geografica protetta «Plátano de Canarias», che si riferisce alla varietà Cavendish della specie Musa acuminata Colla, molto più piccola della classica banana africana Chiquita a cui siamo abituati. È incredibile quante varietà esistano. Purtroppo sugli scaffali dei supermercati si trovano sempre le stesse, che sono poi quelle distribuite dai grandi marchi. Le Canarie esportano quasi tutte le loro banane, non so dove, perché in Italia non ho mai visto una banana con il marchio “Platano Canarias”. Penso che non sia facile battere la concorrenza di Chiquita, Dole o Del Monte, i grandi big che dominano il consumo mondiale (la banana è il frutto più’ consumato nel pianeta).
Nel museo si spiega anche come si sviluppa il frutto, una vera ingegnosità di Madre Natura, una divisione di ruoli maschio/femmina nella produzione. Le piante, attorniate dai polloni/figli sono un idilliaco quadretto familiare. L’intero processo dura diversi mesi e richiede una temperatura subtropicale oltre a molta acqua. Il clima di La Palma, dove ci sono nubi basse permanenti portate dagli alisei, è quindi perfetto.Dalle banane alle stelle. Pochi lo sanno ma La Palma è una specie di “riserva naturale del cielo stellato”. Nel 2012 venne infatti dichiarata Starlight Reserve, mentre il suo cielo e´¨protetto¨ dalla legge 31/1988, una legge contro l'inquinamento luminoso che purtroppo non ha avuto molto seguito nel resto del mondo. La normativa, conosciuta come Legge del Cielo, protegge la qualità astronomica degli osservatori dell'Istituto di Astrofisica delle Canarie (IAC) limitando l´inquinamento luminoso, radioelettrico e atmosferico, e le rotte aeree.
L'osservatorio, composto da molti telescopi, è situato sul punto più alto dell´isola, Roque des Muchachos, 2400 metri, che è anche la cima del cratere del principale vulcano (estinto) di La Palma, La Caldera di Taburiente. Da qui la vista è particolarmente limpida per via degli alisei che formano una spessa coltre di nubi sulla costa tenendo quindi "in basso" tutte le impurità. Questo fa sì che a La Palma si sia sviluppato un 'astroturismo', ci sono molti punti di osservazione del cielo e - prima del lockdown - anche visite guidate con astronomi. Ora l'osservatorio è chiuso al pubblico per il virus, ma i telescopi continuano a lavorare di notte a caccia di costellazioni e di raggi cosmici.
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