E' uno dei pochi luoghi in Europa risparmiati dal coronavirus. L’isola de La Graciosa, la più piccola dell’arcipelago spagnolo delle Canarie, non ha avuto nessun caso di Covid. La pandemia non e' arrivata in questo lembo di territorio vulcanico a nord est di Lanzarote popolato da circa 700 persone e da circa una decina di palme. Sara' la esigua popolazione oppure l'energia delle rocce policrome, oppure ancora la forza degli alisei dell'oceano Atlantico che modellano il suo profilo, chissà perché la pestilenza qui non e' arrivata con i turisti, come e' successo nel resto dell'arcipelago. Alle Canarie i casi sono confermati sono 2379 (di cui due terzi a Tenerife), i morti 161 e gli infetti attuali 122. Come nel resto della Spagna il virus si e' molto indebolito e da una settimana circa non si registrano nuovi contagi. Grazie alla sua peculiarità, la Graciosa e' uscita in anticipo dal lockdown anche se rimane in vigore lo stato di allerta e quindi il divieto di ingresso nei porti per le barche da diporto. Ma nonostante la libertà di movimento, l'isola sembra ancora in quarantena.
Le sue spiagge, di sabbia gialla che somiglia a quella del Sahara, sono desolatamente vuote. Prima della crisi erano meta di centinaia di gitanti che arrivavano ogni giorno con il traghetto dalla vicina Lanzarote, I ferry continuano ad arrivare dal Orzola, oltre lo stretto, ma portano solo qualche residente che e' andato a rifornirsi di cibo nei supermercati piu' economici di Lanzarote. Ristoranti, pensioni e negozi di affitta bici sono chiusi.
Nel porto di Caleta del Sebo le barche charter arrugginiscono, ci sono kayak ammassati uno sull'altro. Una vista un po' spettrale. Durante l'ora della siesta quando anche la panetteria e la ferramenta, unici negozi a parte due piccoli supermercati, hanno le serrande abbassate, sembra un villaggio fantasma stile "the day after". L'assenza di strade asfaltate, vanto de La Graciosa che e' inserita in un parco marino, rende ancora più suggestiva questa immagine di un posto dove il tempo si e' fermato.
La baia di Playa Francesca dove mi trovo all'ancora con la mia barca a vela Maneki e' in tempi normali frequentata da decine di barche e motoscafi. L'arenile di sabbia gialla, di solito pieno di ombrelloni, e' pero' vuoto. Quando arrivo con il mio kayak ho l'impressione di un naufrago che sbarca su una isola deserta.
Pero' proprio grazie all’emergenza sanitaria, La Graciosa e l’arcipelago Chinijo, la più grande riserva marina d’Europa, sono tornati a essere quel paradiso naturale che era prima dell’apertura al turismo di massa.
La baia di Playa Francesca dove mi trovo all'ancora con la mia barca a vela Maneki e' in tempi normali frequentata da decine di barche e motoscafi. L'arenile di sabbia gialla, di solito pieno di ombrelloni, e' pero' vuoto. Quando arrivo con il mio kayak ho l'impressione di un naufrago che sbarca su una isola deserta.
Pero' proprio grazie all’emergenza sanitaria, La Graciosa e l’arcipelago Chinijo, la più grande riserva marina d’Europa, sono tornati a essere quel paradiso naturale che era prima dell’apertura al turismo di massa.
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