New Delhi, 12 ottobre 2017 Tra una settimana nel nord dell’India si celebra la festa di Diwali, il Natale induista, con scoppio di petardi e mortaretti come è tradizione. Ma quest’anno i botti, almeno in senso figurato, sono già in corso a New Delhi a causa delle polemiche sul divieto di vendita del materiale pirotecnico imposto dalla Corte Suprema qualche giorno fa per combattere l’inquinamento atmosferico.
L’aria di New Delhi ha il primato di essere una delle più inquinate del mondo per il livello di polveri sottili PM 10 e PM 2,5. In autunno, dopo il monsone, lo smog aumenta notevolmente per una serie di ragioni climatiche, c’è meno vento, e anche per la bruciatura delle stoppie nelle campagne in Haryana e Punjab, oltre che dal traffico veicolare che si fa più intenso prima delle feste.
Lo scoppio di milioni di petardi (uno a testa sono già 18 milioni) non fa ovviamente che peggiorare la situazione. Dopo Diwali per diversi giorni la città è avvolta nella nebbia e gli ospedali sono pieni di asmatici.
Per questo la Corte Suprema, che come sempre agisce a favore dei diritti e della salute dei cittadini (cosa che dovrebbe fare il governo) è intervenuta con la messa al bando fino al Primo Novembre .
La decisione è stata accolta bene (chi non può essere d’accordo quando c’è di mezzo la salute?), ma ha sollevato qualche perplessità che condivido pienamente. Come ha spiegato lo scrittore Chetan Bhagat (vedi il video a fianco), la misura è un palliativo che serve a poco e che tocca una festa religiosa molto sentita dalla popolazione. E’ come se in Europa vietassero il taglio di abeti per Natale, nessuno oserebbe mai farlo. In piazza San Pietro, a Roma, ogni anno si sacrifica un gigantesco abete e nessuno dice nulla.
Non penso che i petardi siano la principale causa dell’inquinamento di Delhi. Non lo sono neppure le auto, statisticamente parlando. Le polveri arrivano dai cantieri edilizi, dai lavori in corso nelle strade, dalla mancanza di marciapiedi, rifiuti abbandonati e rifiuti bruciati. Insomma, come dice Bhagat, non basta vietare i petardi venti giorni all’anno e poi non fare assolutamente nulla nei restanti 345 giorni.
Lo scoppio di milioni di petardi (uno a testa sono già 18 milioni) non fa ovviamente che peggiorare la situazione. Dopo Diwali per diversi giorni la città è avvolta nella nebbia e gli ospedali sono pieni di asmatici.
Per questo la Corte Suprema, che come sempre agisce a favore dei diritti e della salute dei cittadini (cosa che dovrebbe fare il governo) è intervenuta con la messa al bando fino al Primo Novembre .
La decisione è stata accolta bene (chi non può essere d’accordo quando c’è di mezzo la salute?), ma ha sollevato qualche perplessità che condivido pienamente. Come ha spiegato lo scrittore Chetan Bhagat (vedi il video a fianco), la misura è un palliativo che serve a poco e che tocca una festa religiosa molto sentita dalla popolazione. E’ come se in Europa vietassero il taglio di abeti per Natale, nessuno oserebbe mai farlo. In piazza San Pietro, a Roma, ogni anno si sacrifica un gigantesco abete e nessuno dice nulla.
Non penso che i petardi siano la principale causa dell’inquinamento di Delhi. Non lo sono neppure le auto, statisticamente parlando. Le polveri arrivano dai cantieri edilizi, dai lavori in corso nelle strade, dalla mancanza di marciapiedi, rifiuti abbandonati e rifiuti bruciati. Insomma, come dice Bhagat, non basta vietare i petardi venti giorni all’anno e poi non fare assolutamente nulla nei restanti 345 giorni.
Sul website di un ente governativo che si misura la qualità dell'aria, in questo momento c'è scritto che nella mia zona (RK Puram) l'aria è 'unhealthy' e non ci sono ancora i mortaretti...
La città è allo sbando, questa è la realtà. La colpa è degli amministratori, il sindaco-attivista Arvind Kejriwal (definito il Beppe Grillo indiano), che sembra ignorare la tragica questione ambientale, ma anche dei cittadini. Si continua a costruire in maniera indiscriminata, spesso tagliando i preziosi alberi che servono a rinfrescare e purificare l’aria. Le machine diesel, compresi i suv, invadono i quartieri. Le auto Uber intasano le strade più dei risciò, spesso girando a vuoto. Non esiste alcuna politica per disincentivare l’uso dell’auto privata.
Per non parlare della bomba ecologica del fiume Yamuna e delle fogne, di cui nessuno parla, e dei canali che sono stati chiusi e sui quali si sta edificando in maniera del tutto incosciente.
Dare la colpa ai mortaretti di Diwali è semplicemente ridicolo.
Dare la colpa ai mortaretti di Diwali è semplicemente ridicolo.
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