New Delhi, 19 settembre 2017
"There is more history in this Archeological Park per square inch than anywhere else in the world, possibly even than in Rome and Athens. Several Delhis lie buried here, sometime overlapping each other, sometime in layers, occasionally one was cannibalised to build the other...".
E' quanto leggo in un bel libro, "Invisible city. The Hidden Monuments of Delhi" di Rakhshanda Jalil e Prabhas Roy (Nyogi Books, 2008). Non so se è una esagerazione, ma in effetti
nel Parco Archeologico di Mehrauli, vicino al Kutub Minar, ci sono decine di monumenti, quasi tutti islamici, ma che spaziano in un arco temporale di mille anni, dal decimo secolo fino all'epoca britannica. Leggo che qui si trovano le rovine di Lal Kot, considerato il terzo insediamento di Delhi, siamo nell'anno 1000, quando nella zona regnava una misteriosa dinastia di Rajput chiamata Tomara.
Purtroppo alcuni edifici storici sono difficili da trovare, non ci sono molte indicazioni e molte zone del parco sono ridotte a discariche. Alcune tombe islamiche sono abitate o sono in mezzo alla giungla tra maiali che scorazzano nei rivoli delle fogne. Purtroppo, questa e` la realta` degli slum di Delhi.
Alcune moschee in rovina sono ancora usate dai fedeli e sono sotto la tutela dell'autorità religiosa islamica. C'è anche una dargah, una tomba medioevale di un santo sufi, Qutubbudin Bakhttiyar Kaki, che è precedente a quella più famosa di
Nizammudin, il santo patrono di Dehi.
Bisognerebbe venire con una guida o uno studioso ed esplorare la zona palmo a palmo. Soltanto alcuni monumenti sono stati ripuliti e c'è un custode all'ingresso. Qui ne descrivo alcuni che sono i più importanti e anche più facili da trovare.
Moschea e tomba di Jamali Kamali (1523).
Vi sono sepolte due persone. Uno è Jamali, un santo e poeta vissuto all'epoca dei sultani Lodi (quelli del famoso Lodi Garden). Di Kamali...non si sa nulla, leggo che potrebbe essere stato l'amante gay dal modo in cui sono disposte le lapidi fianco a fianco di solito come avviene per coniugi. La tomba contiene delle bellissime decorazioni colorate, in stile persiano. La moschea é imponente e ricca di dettagli.
Mentre la stavo ammirando mi si sono avvicinati dei ragazzi indiani che mi hanno informato che il posto è `stregato`. Non è la prima volta che sento di monumenti popolati dai 'jinns'. i folletti (si solito benigni) che fanno parte della tradizione mussulmana. Un bel libro su Delhi dello storico William Darlymple si intitola infatti "La città dei Jinns" proprio in onore di queste radicate credenze legate ad alcuni posti della capitale.
Qui però sembra sia una questione di fantasmi o di misteriose presenze che `schiaffeggiano i visitatori` e che producono strani rumori di notte. Si vede che la cosa era seria... Tant'è che le autorità hanno chiuso con dei mattoni una parte interrna della moschea e anche un colonnato superiore.
Rajon ki Baoli.
E' una delle tre "baoli" (pozzi a gradini, per la raccolta delle acque piovane) di Meharuli. E' la più grande, 200 metri di profondità, e risale al XVI secolo. Si è prosciugata come tutte le baoli, anche adesso dopo il monsone non c'è che una poltiglia verde sul fondo.
Dilkusha, la villa del baronetto Thomas Metcalfe (1795-1857)
La storia di queste rovine sono intriganti. Appartengono alla residenza estiva di Thomas Metcalfe, rappresentante della Compagnia delle Indie Orientali a Delhi. Un raffinato signore che era l'agente degli inglesi presso l'imperatore moghul Bahadur Shah Zafar (l'ultimo, poi esiliato in Birmania dagli stessi inglesi). Leggo che era un collezionista di libri rari e di reperti napoleonici...si era fatto costruire un villone fuori Delhi sulla terra di alcuni contadini dell'etnia Gujjar che poi nel 1857, durante la prima rivolta indiana (nota come la Mutiny), lo hanno fatto fuori. Pare abbiano saccheggiato la sua abitazione e poi lo abbiano impiccato sulla veranda. La sua tomba è nel cimitero Nicholson.
Metcalfe aveva anche una casa di campagna, a Mehrauli, chiamata Dilkusha (Gioia del cuore), costruita intorno a una tomba islamica del 1600, di un certo Muhammad Quli Khan, fratello di un generale dell'imperatore moghul Akbar. Pare che la tomba servisse come sala da pranzo al centro del palazzo. Suona decisamente sinistro, ma la residenza era di un lusso stravagante soprattutto per il giardino che inglobava quasi tutto l'odierno parco.
Oggi non ci sono che rovine, che servono da sfondo a servizi fotografici matrimoniali. Ho assistito divertita ad una scena dove una sposa si faceva fotografare mentre danzava sotto una pioggia di petali di rose (lanciati dal tetto dal futuro marito).
Tra le decorazioni del parco, e' rimasto un deliziosa cupola (chatri) davanti alla villa-tomba e, vicino al parcheggio del Kutub Minar, uno strano edificio a spirale. Le stravaganze di Metcalfe ci hanno però lasciato in eredità una raccolta di acquarelli sulla Delhi dell'epoca, ora in possesso della British Library. In una di queste si vede la Dilkusha, con sullo sfondo il Kutub Minar. Anche oggi dalla tomba di possono scattare delle foto suggestive del minareto.
Mentre ero sul posto ho fatto una piacevole scoperta: due squadre di giocatori di aquiloni (sto parlando di adulti) che stavano ingaggiando una battaglia nei cieli. Ogni acquilone tagliato era un punto. Mi hanno detto che si ritrovano ogni domenica a giocare questo antico passatempo.