New Delhi, 19 febbraio 2017
Come dice un mio caro amico viaggiatore, il modo migliore per conoscere l'India é viaggiare in treno. Sono appena arrivata da un viaggio di 40 ore, due notti, un giorno e un pomeriggio sul Goa Express, il treno dei vacanzieri (di quelli che non possono permettersi l'aereo) e delle gite scolastiche. Io l'ho preso innanzitutto perché detesto volare e anche perché con me viaggiava la mia moto. E poi perché è decisamente compatibile con la mia filosofia dello 'slow travelling'.
Come è stata? A parte il 'mal di treno', un dondolio sotto i piedi, che rimane anche quando si scende, devo dire che alla fine il tempo passa abbastanza in fretta.
Sono partita da Margao venerdì alle 15.45, puntuale e sono sbarcata alla stazione di Nizammudin alle 7.30 di domenica con un ritardo di un'oretta. Non male per un viaggio di oltre 2 mila chilometri. Ho calcolato che il Goa Express fa un media di 55 km all'ora con punte di 100 km. Ma quando va veloce, di notte soprattutto, la carrozza ondeggia violentemente e non e' decisamente conciliante con il sonno.
Ho viaggiato nella 'sleeper class' che é come la nostra vecchia terza classe. I sedili, che si trasformano in cuccette di notte, erano un po' duri ma dopo le panche di legno del Vietnam mi sembravano confortevoli. Non sono fornite lenzuola e cuscino come nelle altre classi superiori. Non c'è aria condizionata, ma solo i ventilatori, ma tanto non fa ancora caldo. E poi, quello che conta di più' per me che sono claustrofobica, si possono aprire i finestrini. Fin troppo...direi, perché di notte ho patito il freddo per via degli spifferi. Avevo il sacco a pelo e una giacca a vento con il cappuccio, ma non sono bastati. Ma difficilmente riesco a dormire nelle cuccette dei treni. Il grosso problema è che immancabilmente qualcuno russa. E' incredibile come gli indiani riescano a dormire profondamente, russando appunto, per una intera notte.
Il giorno trascorre tranquillo in letture di riviste e libri (mi sono immersa nell'Accabadora di Michela Murgia) e una infinita serie di chai, caffelatte, samose, yogourt, omelette, lassì e perfino gelato dai venditori ambulanti che passano ogni minuto. Dopo un po' si e' talmente nauseati di 'chai' che manco si ha fame. Una sola sera ho fatto un pasto decente, un riso biryani, che ho comprato quando sono scesa. Sì, perché il bello è che nelle stazioni, 27 per la precisione, il treno sosta per 10 minuti, a volte anche di piu' e quindi c'è tempo di riempire la bottiglia d'acqua, comprare da mangiare e soprattutto sgranchirsi le gambe.
Per fortuna sono riuscita a prenotare un posto vicino al finestrino e quindi spesso ero in contemplazione del paesaggio che cambiava sotto i miei occhi. Dalle foreste lussureggianti di Goa e del Madhya Pradesh, agli aridi campi di cipolle del Maharashtra, per poi svegliarsi vedendo file di uomini cagare accovacciati sui binari in Rajasthan (abitudine diffusa in tutto il Nord India). Non ho visto Pune e non ho visto Agra, perchè era notte, ma sono scesa a fare due passi nella stazione di Bhopal. Nel mio scompartimento c'erano cinque giovani della middle class di New Delhi, quasi tutti sposati con figli, reduce da una settimana di vacanza a Goa in cui se la saranno sicuramente spassata. Ogni tanto mettevano la musica a tutto volume con gli speaker esterni, ma mi chiedevano sempre il permesso prima. Hanno sempre ordinato i loro pasti on line su un sito che si chiama 'travel khana', una idea geniale che permette di avere piatti caldi consegnati direttamente sul proprio treno.
Quando si viaggia in treno si fa anche conversazione, è un ottimo passatempo. Con i miei co-passeggeri ho parlato molto di politica, loro erano tutti del Bjp. Ma quando buttavano i rifiuti fuori dal finestrino (cosa che dopo un po' facevo anche io) mi divertivo a prenderli in giro ricordando loro il programma governativo Swacch Bharat (India Pulita), uno dei cavalli di battaglia del premier Narendra Modi, loro beniamino.
A questo proposito, devo dire che il livello di pulizia del treno era abbastanza buono, considerando gli standard indiani. I miei primi viaggi in treno in India, una decina di anni fa, erano davvero da incubo, con topi sotto i sedili e gabinetti intasati dopo un'ora di viaggio. Dopo 40 ore e con il treno strapieno di gente, le turche erano ancora decenti e perfino con acqua corrente. Se si considera che ho pagato 750 rupie, poco più che dieci euro, mi è sembrato più che accettabile...
Come dice un mio caro amico viaggiatore, il modo migliore per conoscere l'India é viaggiare in treno. Sono appena arrivata da un viaggio di 40 ore, due notti, un giorno e un pomeriggio sul Goa Express, il treno dei vacanzieri (di quelli che non possono permettersi l'aereo) e delle gite scolastiche. Io l'ho preso innanzitutto perché detesto volare e anche perché con me viaggiava la mia moto. E poi perché è decisamente compatibile con la mia filosofia dello 'slow travelling'.
Come è stata? A parte il 'mal di treno', un dondolio sotto i piedi, che rimane anche quando si scende, devo dire che alla fine il tempo passa abbastanza in fretta.
Sono partita da Margao venerdì alle 15.45, puntuale e sono sbarcata alla stazione di Nizammudin alle 7.30 di domenica con un ritardo di un'oretta. Non male per un viaggio di oltre 2 mila chilometri. Ho calcolato che il Goa Express fa un media di 55 km all'ora con punte di 100 km. Ma quando va veloce, di notte soprattutto, la carrozza ondeggia violentemente e non e' decisamente conciliante con il sonno.
Ho viaggiato nella 'sleeper class' che é come la nostra vecchia terza classe. I sedili, che si trasformano in cuccette di notte, erano un po' duri ma dopo le panche di legno del Vietnam mi sembravano confortevoli. Non sono fornite lenzuola e cuscino come nelle altre classi superiori. Non c'è aria condizionata, ma solo i ventilatori, ma tanto non fa ancora caldo. E poi, quello che conta di più' per me che sono claustrofobica, si possono aprire i finestrini. Fin troppo...direi, perché di notte ho patito il freddo per via degli spifferi. Avevo il sacco a pelo e una giacca a vento con il cappuccio, ma non sono bastati. Ma difficilmente riesco a dormire nelle cuccette dei treni. Il grosso problema è che immancabilmente qualcuno russa. E' incredibile come gli indiani riescano a dormire profondamente, russando appunto, per una intera notte.
Il giorno trascorre tranquillo in letture di riviste e libri (mi sono immersa nell'Accabadora di Michela Murgia) e una infinita serie di chai, caffelatte, samose, yogourt, omelette, lassì e perfino gelato dai venditori ambulanti che passano ogni minuto. Dopo un po' si e' talmente nauseati di 'chai' che manco si ha fame. Una sola sera ho fatto un pasto decente, un riso biryani, che ho comprato quando sono scesa. Sì, perché il bello è che nelle stazioni, 27 per la precisione, il treno sosta per 10 minuti, a volte anche di piu' e quindi c'è tempo di riempire la bottiglia d'acqua, comprare da mangiare e soprattutto sgranchirsi le gambe.
Per fortuna sono riuscita a prenotare un posto vicino al finestrino e quindi spesso ero in contemplazione del paesaggio che cambiava sotto i miei occhi. Dalle foreste lussureggianti di Goa e del Madhya Pradesh, agli aridi campi di cipolle del Maharashtra, per poi svegliarsi vedendo file di uomini cagare accovacciati sui binari in Rajasthan (abitudine diffusa in tutto il Nord India). Non ho visto Pune e non ho visto Agra, perchè era notte, ma sono scesa a fare due passi nella stazione di Bhopal. Nel mio scompartimento c'erano cinque giovani della middle class di New Delhi, quasi tutti sposati con figli, reduce da una settimana di vacanza a Goa in cui se la saranno sicuramente spassata. Ogni tanto mettevano la musica a tutto volume con gli speaker esterni, ma mi chiedevano sempre il permesso prima. Hanno sempre ordinato i loro pasti on line su un sito che si chiama 'travel khana', una idea geniale che permette di avere piatti caldi consegnati direttamente sul proprio treno.
Quando si viaggia in treno si fa anche conversazione, è un ottimo passatempo. Con i miei co-passeggeri ho parlato molto di politica, loro erano tutti del Bjp. Ma quando buttavano i rifiuti fuori dal finestrino (cosa che dopo un po' facevo anche io) mi divertivo a prenderli in giro ricordando loro il programma governativo Swacch Bharat (India Pulita), uno dei cavalli di battaglia del premier Narendra Modi, loro beniamino.
A questo proposito, devo dire che il livello di pulizia del treno era abbastanza buono, considerando gli standard indiani. I miei primi viaggi in treno in India, una decina di anni fa, erano davvero da incubo, con topi sotto i sedili e gabinetti intasati dopo un'ora di viaggio. Dopo 40 ore e con il treno strapieno di gente, le turche erano ancora decenti e perfino con acqua corrente. Se si considera che ho pagato 750 rupie, poco più che dieci euro, mi è sembrato più che accettabile...
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