Mumbai, 13 dicembre 2016
Ieri il ministero degli Esteri ha diffuso via mail una lista di Stati indiani e aree che sono `off limits` per i giornalisti stranieri. Tra questi ci sono alcuni Stati del Nord-Est (Nagaland, Mizoram, Manipur Sikkim e Arunachal Pradesh) dove sono attivi gruppi separatisti, e ovviamente il Jammu e Kashmir. In piu` ci sono `alcune aree` del Rajasthan e dell`Uttaranchal, Il primo, penso, che sia una zona `sensibile` per via del poligono militare di Pokhran dove sono avvenuti i due test nucleari del 1974 e del 1998, mentre nel secondo c`e` il confine conteso con la Cina-Tibet. Al comunicato e` allegato un formulario da compilare per ottenere `uno special permit` se uno vuole andare in quelle zone.
La email, indirizzata a tutti i corrispondenti stranieri, ha destato sorpresa e anche un po` di preoccupazione tra i colleghi. Tanto che dopo cinque ore, lo stesso ministero (sezione dell`External Publicity Division) ha inviato una `chiarimento` per dire che non si tratta di un `nuovo` regolamento del ministero degli Interni, ma di uno in vigore da `molti anni`. Le normative sono state ricordate perche`, si legge, `some foreign journalists were unaware of the regulations and faced inconvenience when entering those areas without the appropriate permits`. Segue poi una diversa lista di aree dove emerge che solo `alcune parti` degli Stati citati nella precedente mail sono chiuse agli stranieri. Il Sikkim e Nagaland, tuttavia, sono interamente proibiti, e anche le Andamane.
Poi si specifica che le restrizioni valgono non solo per i giornalisti stranieri, ma per tutti gli stranieri e che la `XP Division will be happy to facilitate bona-fide visits to Restricted & Protected Areas if applications are received in the prescribed format`.
Evidentemente io appartengo alla categoria dei giornalisti stranieri che non sapevano di queste restrizioni, almeno non in tutti gli Stati citati.
Io sapevo che nel 2011 il governo aveva rimosso le restrizioni in tre Stati del Nord-Est (Nagaland, Manipur e Mizoram) per favorire il turismo (vedi qui).
Mentre per quanto riguarda le Andamane e Nicobare, l`arcipelago che ospita basi militari segrete e rare tribu` indigene, sono abbastanza sopresa. Il permesso chiamato `Restricted Area Permit o Rap` e` emesso dall`ufficio Immigrazione all`arrivo a Port Blair (e similarmente in ogni isola tra quelle aperte al turismo). Cosi` e` stato quando ci sono andata nel marzo 2015, e sono stata registrata come giornalista, anche perche` il mio visto e`un j-visa e quindi e` difficile sfuggire.
Non so cosa abbia indotto il governo a ribadire la lista delle aree ristrette, ma potrebbe sembrare un tentativo di `controllare` la stampa straniera. Non voglio pensare che sia questa l`intenzione, sarebbe la prima volta da quando sono arrivata in India oltre 10 anni fa... Ma se si allarga lo sguardo a livello globale, compresa l`Italia, e` chiaramente visibile uno sforzo da parte dei governi di imbavagliare la stampa, i bloggers o gli attivisti ficcanaso. Uno sforzo che e` reso piu` facile dal controllo dei social network, il cosidetto `quinto potere` che a parere mio presenta una doppia faccia della medaglia, molto inquietante, quella del Grande Fratello.
Coincidenza vuole poi che a settembre, quando ero nel confinante Myanmar, ho cercato invano di avere dal governo di Yangon un `permesso speciale` per attraversare il confine di Tamu (con l`India). Il governo birmano infatti impone numerose restrizioni agli stranieri perche` non vadano a curiosare nelle aree dove vivono le minoranze oppresse o dove si fanno commerci poco chiari, come droga o pietre preziose.
L`unico valico con lo stato indiano di Manipur rientra tra queste aree off limits per gli stranierie per le quali ci vuole appunto uno `special permit`. Fino a pochi mesi fa, gli uffici del Turismo e le agenzie di viaggio di Yangon e Mandalay rilasciavano i permessi dietro pagamento di una costosa commissione. Ora non piu` e non ho capito il perche`.
Dal Myanmar, che non e` ancora uscito dalla dittatura, mi aspetto una simile proibizione, ma non dall`India, che si vanta di essere la piu` grande democrazia del mondo.
La email, indirizzata a tutti i corrispondenti stranieri, ha destato sorpresa e anche un po` di preoccupazione tra i colleghi. Tanto che dopo cinque ore, lo stesso ministero (sezione dell`External Publicity Division) ha inviato una `chiarimento` per dire che non si tratta di un `nuovo` regolamento del ministero degli Interni, ma di uno in vigore da `molti anni`. Le normative sono state ricordate perche`, si legge, `some foreign journalists were unaware of the regulations and faced inconvenience when entering those areas without the appropriate permits`. Segue poi una diversa lista di aree dove emerge che solo `alcune parti` degli Stati citati nella precedente mail sono chiuse agli stranieri. Il Sikkim e Nagaland, tuttavia, sono interamente proibiti, e anche le Andamane.
Poi si specifica che le restrizioni valgono non solo per i giornalisti stranieri, ma per tutti gli stranieri e che la `XP Division will be happy to facilitate bona-fide visits to Restricted & Protected Areas if applications are received in the prescribed format`.
Evidentemente io appartengo alla categoria dei giornalisti stranieri che non sapevano di queste restrizioni, almeno non in tutti gli Stati citati.
Io sapevo che nel 2011 il governo aveva rimosso le restrizioni in tre Stati del Nord-Est (Nagaland, Manipur e Mizoram) per favorire il turismo (vedi qui).
Mentre per quanto riguarda le Andamane e Nicobare, l`arcipelago che ospita basi militari segrete e rare tribu` indigene, sono abbastanza sopresa. Il permesso chiamato `Restricted Area Permit o Rap` e` emesso dall`ufficio Immigrazione all`arrivo a Port Blair (e similarmente in ogni isola tra quelle aperte al turismo). Cosi` e` stato quando ci sono andata nel marzo 2015, e sono stata registrata come giornalista, anche perche` il mio visto e`un j-visa e quindi e` difficile sfuggire.
Non so cosa abbia indotto il governo a ribadire la lista delle aree ristrette, ma potrebbe sembrare un tentativo di `controllare` la stampa straniera. Non voglio pensare che sia questa l`intenzione, sarebbe la prima volta da quando sono arrivata in India oltre 10 anni fa... Ma se si allarga lo sguardo a livello globale, compresa l`Italia, e` chiaramente visibile uno sforzo da parte dei governi di imbavagliare la stampa, i bloggers o gli attivisti ficcanaso. Uno sforzo che e` reso piu` facile dal controllo dei social network, il cosidetto `quinto potere` che a parere mio presenta una doppia faccia della medaglia, molto inquietante, quella del Grande Fratello.
Coincidenza vuole poi che a settembre, quando ero nel confinante Myanmar, ho cercato invano di avere dal governo di Yangon un `permesso speciale` per attraversare il confine di Tamu (con l`India). Il governo birmano infatti impone numerose restrizioni agli stranieri perche` non vadano a curiosare nelle aree dove vivono le minoranze oppresse o dove si fanno commerci poco chiari, come droga o pietre preziose.
L`unico valico con lo stato indiano di Manipur rientra tra queste aree off limits per gli stranierie per le quali ci vuole appunto uno `special permit`. Fino a pochi mesi fa, gli uffici del Turismo e le agenzie di viaggio di Yangon e Mandalay rilasciavano i permessi dietro pagamento di una costosa commissione. Ora non piu` e non ho capito il perche`.
Dal Myanmar, che non e` ancora uscito dalla dittatura, mi aspetto una simile proibizione, ma non dall`India, che si vanta di essere la piu` grande democrazia del mondo.
Nessun commento:
Posta un commento