Referendum e italiani all'estero/ "Caro governo ti scrivo..."

New Delhi, 26 novembre 2016

    Come tutti gli italiani all'estero ho ricevuto anche io la lettera di Matteo Renzi in cui si invita a votare sì al referendum costituzionale del 4 dicembre. Sul frontespizio compare il premier che ride con il presidente Usa uscente Barack Obama, mentre sul retro c'è la missiva "Cara italiana, caro italiano...".

   Onestamente mi fa piacere che qualcuno del governo mi scriva e mi chiami pure "cara Italiana" perché a parte gli appuntamenti elettorali in 20 anni che sono all'estero non ho mai ricevuto alcuna comunicazione ufficiale dal mio Paese. Purtroppo gli italiani all'estero esistono solo quando serve un voto.
    In estrema sintesi, la lettera descrive l'Italia come un Paese deriso e umiliato all'estero a causa della sua instabilità politica e della corruzione: "Un Paese instabile, che cambia Presidente del Consiglio più spesso di un allenatore della nazionale. E tra noi, ahimé, possiamo dircelo: questo luogo comune non è così distante dalla realtà".  Ma mi raccomando, che rimanga "tra noi"...
   Il sì al referendum riduce i costi della politica ed elimina il bicameralismo paritario, che è - cito la lettera - "un sistema che esiste solo in Italia". Peccato che ci sia anche in India e Usa, rispettivamente la più grande e la più vecchia democrazia al mondo.
   L'approvazione della riforma costituzionale avrebbe il potere di trasformare l'Italia in "un Paese credibile e prestigioso".  Mentre in caso negativo "torneremo a essere quelli di cui all'estero si sghignazza, quelli che non cambiano mai, quelli famosi per l'attaccamento alle poltrone e azzuffate in Parlamento".
Già, l'Italia di cui si "sghignazza" proprio come nella foto del frontespizio.    

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