New Delhi, 19 agosto 2016
L'India sta diventando sempre piu' proibizionista. Non solo per quanto riguarda la carne di mucca, animale sacro per gli induisti e al centro dell'agenda dei radicali indu' del partito di governo del Bjp. Ma anche per l'alcol. Gli indiani sono forti bevitori, soprattutto di "whisky pani" (whisky allungato con acqua) e il monopolio dei liquori assicura gigantesce entrate per le casse degli Stati federali. Ma l'alcolismo e' anche un problema di ordine pubblico. Ed e' direttamente proporzionale alle violenze sessuali.
Il Gujarat, lo stato del premier Narendra Modi e del Mahatma Gandhi, e' il 'Dry State' per eccellenza. Significa che la produzione, vendita e consumo di alcolici sono proibita. Manco gli aerei che sorvolano il Gujarat servono alcol a bordo.
L'alcol e' poi proibito nel piccolo stato nord orientale del Nagaland e nell'arcipelago delle Laccadive, davanti al Kerala. Lo era fino a pochi mesi fa anche in Mizoram, un altro Stato nord orientale.
Dal Primo aprile il Bihar, uno dei mega stati indiani e con una pessima fama per via dell'alto tasso di criminalita', ha imposto il proibizionismo. Ma come sempre qui in India sono andati oltre il buon senso. Applicando alla lettera la legge, le autorita' del Bihar hanno anche proibito il vino della Messa o "Altar wine" come si chiama in inglese. Quindi nelle circa 150 chiese dello Stato adesso il prete fara' la Comunione con un succo, a meno che non abbiano scorte di vin santo.
Il divieto riguarda in realta' una piccola azienda vinicola di un istituto tecnico cristiano di Patna, il capoluogo a cui e' stata revocata la licenza (qui c'e' la storia). A quanto pare in un primo momento la produzione di vino era stata permessa per motivi religiosi.
Il Bihar e' lo stato di Nitish Kumar, un potente leader regionale, di quelli che hanno i "partiti casta", non simpatizzante del partito indu nazionalista del Bjp. Non penso ci sia una precisa intenzione di penalizzare la minoranza cristiana. Leggo che la Chiesa intende protestare con il governo centrale sottolineando che il vino serve per il rituale della Comunione...e non per ubriacare i fedeli.
In effetti per uno che non sa nulla di Cristianesimo la cosa e' abbastanza bizzarra, Anche se - mi sembra - che pure a qualcuna delle centinaia di divinita' indiane venga offerto dell'alcol e non mi sorprende data la varieta' di 'puje' (offerte) e rituali esistenti.
La proibizione, poi, non ha mai funzionato se si guarda il passato. La conseguenza di questo divieto in Bihar, dove c'e' molta corruzione, e' l'aumento della produzione illegale di whisky artigianale con il rischio di avere ancora piu' morti da alcol adulterato.
L'India sta diventando sempre piu' proibizionista. Non solo per quanto riguarda la carne di mucca, animale sacro per gli induisti e al centro dell'agenda dei radicali indu' del partito di governo del Bjp. Ma anche per l'alcol. Gli indiani sono forti bevitori, soprattutto di "whisky pani" (whisky allungato con acqua) e il monopolio dei liquori assicura gigantesce entrate per le casse degli Stati federali. Ma l'alcolismo e' anche un problema di ordine pubblico. Ed e' direttamente proporzionale alle violenze sessuali.
Il Gujarat, lo stato del premier Narendra Modi e del Mahatma Gandhi, e' il 'Dry State' per eccellenza. Significa che la produzione, vendita e consumo di alcolici sono proibita. Manco gli aerei che sorvolano il Gujarat servono alcol a bordo.
L'alcol e' poi proibito nel piccolo stato nord orientale del Nagaland e nell'arcipelago delle Laccadive, davanti al Kerala. Lo era fino a pochi mesi fa anche in Mizoram, un altro Stato nord orientale.
Dal Primo aprile il Bihar, uno dei mega stati indiani e con una pessima fama per via dell'alto tasso di criminalita', ha imposto il proibizionismo. Ma come sempre qui in India sono andati oltre il buon senso. Applicando alla lettera la legge, le autorita' del Bihar hanno anche proibito il vino della Messa o "Altar wine" come si chiama in inglese. Quindi nelle circa 150 chiese dello Stato adesso il prete fara' la Comunione con un succo, a meno che non abbiano scorte di vin santo.
Il divieto riguarda in realta' una piccola azienda vinicola di un istituto tecnico cristiano di Patna, il capoluogo a cui e' stata revocata la licenza (qui c'e' la storia). A quanto pare in un primo momento la produzione di vino era stata permessa per motivi religiosi.
Il Bihar e' lo stato di Nitish Kumar, un potente leader regionale, di quelli che hanno i "partiti casta", non simpatizzante del partito indu nazionalista del Bjp. Non penso ci sia una precisa intenzione di penalizzare la minoranza cristiana. Leggo che la Chiesa intende protestare con il governo centrale sottolineando che il vino serve per il rituale della Comunione...e non per ubriacare i fedeli.
In effetti per uno che non sa nulla di Cristianesimo la cosa e' abbastanza bizzarra, Anche se - mi sembra - che pure a qualcuna delle centinaia di divinita' indiane venga offerto dell'alcol e non mi sorprende data la varieta' di 'puje' (offerte) e rituali esistenti.
La proibizione, poi, non ha mai funzionato se si guarda il passato. La conseguenza di questo divieto in Bihar, dove c'e' molta corruzione, e' l'aumento della produzione illegale di whisky artigianale con il rischio di avere ancora piu' morti da alcol adulterato.
Nessun commento:
Posta un commento