New Delhi, 20 agosto 2016
Un paio di giorni dopo le immagini shock di Omram, il bambino siriano sopravvissuto a un bombardamento delle forze siriane ad Aleppo, un inviato del governo di New Delhi è arrivato a Damasco per una visita ufficiale. Era dall'inizio della guerra che l'India non mandava più delegazioni in Siria. A gennaio però era giunto il vice premier Walid Al Moualem a Delhi. Quindi questa volta si trattava di contraccambiare la visita.
Il vice ministro degli Esteri MJ Akbar, ex giornalista e portavoce del Bjp, ha incontrato oggi Bashar al Assad. Come se niente fosse. Come se non ci fosse una sanguinosa guerra in corso o come se una parte del territorio non fosse sotto il controllo del Califfato e un'altra in mano ai cosiddetti 'ribelli'.
L'India ha sempre applicato alla lettera il principio di non interferenza negli affari interni di un Paese, anche se sono brutali dittature, ed è una posizione di tutto rispetto. Ma fa un po' impressione che l'India intrattenga regolari rapporti con la 'bete noire' degli Usa e dell'Occidente. Sermbra quasi che la guerra fredda non sia mai finita e che New Delhi continui ad essere fedele alla Russa, che sostiene Assad.
Di recente sono stata alla presentazione di un istant book, "The Modi Doctrine" scritto di tre esperti, Anirban Ganguly, Vijay Chauthaiwale e Uttam Kumar Sinha, che analizzano la politica estera del premier Narendra Modi in questi due anni di governo. Sostengono che esiste un nuovo "paradigma" perché l'India è molto più attiva diplomaticamente. Ma il dinamismo non si conta solo sul numero di Paesi visitati o sulla quantità di leader a cui si stringe la mano, ma su anche su delle prese di posizioni quando le violazioni del diritto internazionale o dei diritti umani sono così palesi.
A me sembra invece che l'approccio dell'India sia invece in continuità con il precedente governo del partito del Congresso e cioè ispirato a un forte pragmatismo. Ovviamente New Delhi se lo può permettere di praticare un multipolarismo a 360 gradi perchè il Paese non dipende tutto sommanto dall'appoggio di nessuno. Anzi, sono convinta che siano gli Usa, l'Europa e anche la Russia ad avere bisogno dell'India come mercato di sbocco per le loro economie mature.
Nell'incontro a Damasco si è parlato di terrorismo, ma anche della ricostruzione. Assad ha invitato New Delhi (e Paesi Brics) a partecipare al gigantesco business della ricostruzione quando e se ci sarà (e se sarà con Assad).. Potrebbe sembrare prematuro, ma forse New Delhi vede lungo e si vuole piazzare in pole position.
Un paio di giorni dopo le immagini shock di Omram, il bambino siriano sopravvissuto a un bombardamento delle forze siriane ad Aleppo, un inviato del governo di New Delhi è arrivato a Damasco per una visita ufficiale. Era dall'inizio della guerra che l'India non mandava più delegazioni in Siria. A gennaio però era giunto il vice premier Walid Al Moualem a Delhi. Quindi questa volta si trattava di contraccambiare la visita.
Il vice ministro degli Esteri MJ Akbar, ex giornalista e portavoce del Bjp, ha incontrato oggi Bashar al Assad. Come se niente fosse. Come se non ci fosse una sanguinosa guerra in corso o come se una parte del territorio non fosse sotto il controllo del Califfato e un'altra in mano ai cosiddetti 'ribelli'.
L'India ha sempre applicato alla lettera il principio di non interferenza negli affari interni di un Paese, anche se sono brutali dittature, ed è una posizione di tutto rispetto. Ma fa un po' impressione che l'India intrattenga regolari rapporti con la 'bete noire' degli Usa e dell'Occidente. Sermbra quasi che la guerra fredda non sia mai finita e che New Delhi continui ad essere fedele alla Russa, che sostiene Assad.
Di recente sono stata alla presentazione di un istant book, "The Modi Doctrine" scritto di tre esperti, Anirban Ganguly, Vijay Chauthaiwale e Uttam Kumar Sinha, che analizzano la politica estera del premier Narendra Modi in questi due anni di governo. Sostengono che esiste un nuovo "paradigma" perché l'India è molto più attiva diplomaticamente. Ma il dinamismo non si conta solo sul numero di Paesi visitati o sulla quantità di leader a cui si stringe la mano, ma su anche su delle prese di posizioni quando le violazioni del diritto internazionale o dei diritti umani sono così palesi.
A me sembra invece che l'approccio dell'India sia invece in continuità con il precedente governo del partito del Congresso e cioè ispirato a un forte pragmatismo. Ovviamente New Delhi se lo può permettere di praticare un multipolarismo a 360 gradi perchè il Paese non dipende tutto sommanto dall'appoggio di nessuno. Anzi, sono convinta che siano gli Usa, l'Europa e anche la Russia ad avere bisogno dell'India come mercato di sbocco per le loro economie mature.
Nell'incontro a Damasco si è parlato di terrorismo, ma anche della ricostruzione. Assad ha invitato New Delhi (e Paesi Brics) a partecipare al gigantesco business della ricostruzione quando e se ci sarà (e se sarà con Assad).. Potrebbe sembrare prematuro, ma forse New Delhi vede lungo e si vuole piazzare in pole position.
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