New Delhi, giovedì 11 agosto 2016
Ogni città ha la sua minaccia, in Europa c'è il terrorismo, qui ci sono gli aquiloni,
Stamane esco in terrazza e a momenti rimango strozzata da un invisibile filo che andava dal tetto a un albero di fronte. E' il famigerato "chinese manja", il filo di nylon usato per far volare gli aquiloni. In questi giorni, che precedono la Festa dell'Indipendenza del 15 agosto, nei cieli dell'India impazzano le battaglie di aquiloni, soprattutto al tramonto quando si alza il vento. E per tagliare gli aquiloni dei rivali ci vuole appunto uno speciale filo che fino a pochi anni fa era fatto di cotone rivestito di una pasta di colla e di vetro. Poi nel 2011 è arrivato sul nmercato il nylon, che è molto più resistente e sono iniziati i guai. In realtà non è 'cinese' come è soprannominato, ma viene prodotto in alcune aziende a Noida e Bangalore. Il nuovo filo, che è meno costoso (ecco perché si chiama "chinese"), ha mandato in rovina le vecchie imprese di 'cotton manja' che sono concentrate a Bareilly, in Uttar Pradesh.
Il 'chinese manja' è responsabile di incidenti, a volte mortali, soprattutto di motociclisti che vengono sgozzati dai fili che pendono da tetti o dai cavalcavia, ma è anche una minaccia per uccelli, mucche e cani randagi. In realtà è un problema di ordine pubblico in tutta l'Asia meridionale dove questo antico e 'povero' passatempo è molto diffuso. In Pakistan hanno addirittura proibito la vendita di aquiloni a causa degli incidenti stradali, delle folgorazioni e delle cadute accidentali da tetti. Mi viene in mente il famoso libro (e film) "Il cacciatore di aquiloni" di Khaled Hosseini. In Afghanistan i talebani avevano vietato gli aquiloni ma per altri motivi... perchè erano antislamici.
L'ultima vittima, per ordine di tempo, a New Delhi è stato un 28enne motociclista che è morto dissanguato dopo che un filo gli ha tagliato la gola mentre viaggiava in uan strada nell'est della capitale, che è la parte più popolosa e anche degradata. Pressato da denunce e dai giudici dell'Alta Corte di Delhi, il governo locale, che è guidato da Arvind Kejriwal (il "Beppe Grillo" indiano), ha quindi deciso di mettere al bando la vendita del "chinese manja". Ma ovviamente non può farlo ora a pochi giorni dall'Indipendence Day privando migliaia di bambini del loro passatempo preferito.
Ogni città ha la sua minaccia, in Europa c'è il terrorismo, qui ci sono gli aquiloni,
Stamane esco in terrazza e a momenti rimango strozzata da un invisibile filo che andava dal tetto a un albero di fronte. E' il famigerato "chinese manja", il filo di nylon usato per far volare gli aquiloni. In questi giorni, che precedono la Festa dell'Indipendenza del 15 agosto, nei cieli dell'India impazzano le battaglie di aquiloni, soprattutto al tramonto quando si alza il vento. E per tagliare gli aquiloni dei rivali ci vuole appunto uno speciale filo che fino a pochi anni fa era fatto di cotone rivestito di una pasta di colla e di vetro. Poi nel 2011 è arrivato sul nmercato il nylon, che è molto più resistente e sono iniziati i guai. In realtà non è 'cinese' come è soprannominato, ma viene prodotto in alcune aziende a Noida e Bangalore. Il nuovo filo, che è meno costoso (ecco perché si chiama "chinese"), ha mandato in rovina le vecchie imprese di 'cotton manja' che sono concentrate a Bareilly, in Uttar Pradesh.
Il 'chinese manja' è responsabile di incidenti, a volte mortali, soprattutto di motociclisti che vengono sgozzati dai fili che pendono da tetti o dai cavalcavia, ma è anche una minaccia per uccelli, mucche e cani randagi. In realtà è un problema di ordine pubblico in tutta l'Asia meridionale dove questo antico e 'povero' passatempo è molto diffuso. In Pakistan hanno addirittura proibito la vendita di aquiloni a causa degli incidenti stradali, delle folgorazioni e delle cadute accidentali da tetti. Mi viene in mente il famoso libro (e film) "Il cacciatore di aquiloni" di Khaled Hosseini. In Afghanistan i talebani avevano vietato gli aquiloni ma per altri motivi... perchè erano antislamici.
L'ultima vittima, per ordine di tempo, a New Delhi è stato un 28enne motociclista che è morto dissanguato dopo che un filo gli ha tagliato la gola mentre viaggiava in uan strada nell'est della capitale, che è la parte più popolosa e anche degradata. Pressato da denunce e dai giudici dell'Alta Corte di Delhi, il governo locale, che è guidato da Arvind Kejriwal (il "Beppe Grillo" indiano), ha quindi deciso di mettere al bando la vendita del "chinese manja". Ma ovviamente non può farlo ora a pochi giorni dall'Indipendence Day privando migliaia di bambini del loro passatempo preferito.
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