New Delhi, 31 agosto 2016
Il segretario di Stato americano John Kerry, arrivato lunedì sera in India per una visita dedicata sostanzialmente al business soprattutto nel nucleare, ha toccare con mano l'allarmante situazione in cui versa New Delhi. Ha avuto la sfortuna di arrivare all'aeroporto quando si è scatenato un temporale che ha allagato le strade di Chanakyapuri, l'enclave diplomatica dove è situato anche il suo hotel, il Maurya Sheraton. Alcuni giornalisti americani al seguito hanno postato su Twitter le foto del convoglio ufficiale bloccato in un gigantesco ingorgo causato dall'inagibilità delle strade. Non si sa se su quel convoglio c'era anche Kerry, dato che il tragitto dei Vip è tenuto segreto per sicurezza. Ma è probabile che il diplomatico, ormai prossimo alla pensione, abbia fatto davvero un po' di coda dato che l'area era completamente intasata di pendolari che a quell'ora uscivano dagli uffici.
I giornali indiani si sono divertiti a scrivere che Kerry ha sofferto le pene di milioni di persone che vivono a Delhi.
La sfortuna ha perseguitato il povero Kerry anche stamane, quando si è recato all'IIT, il Politecnico che è situato sulla famigerata Aurobindo Road, perennemente intasata. Verso le 9 infatti si è riversato un altro abbondante acquazzone (c'è il monsone, non è una novità) e di nuovo le strade si sono trasformate in un lago. Tant'è che nella 'TownHall' con gli studenti, Kerry ha esordito con una amara battuta: "Don't know how you all got here. You must've needed boats to get here". Ovviamente su questa boutade si sono scatenati i commenti e le ironie sui social. Qualcuno ha postato la foto di Kerry in piscina scrivendo che è arrivato a nuoto. C'è chi dice (vedi qui) che gli allagamenti sono anche nei Paesi ricchi. Certo ma a Delhi succede ogni volta che piove.
Lo sventurato Kerry ha dovuto poi rinunciare anche alla visita a tre luoghi di culto, un tempio, una gurdwara e una moschea (si è dimenticato una chiesa...per la par condicio). Una scelta che molti vedono come un richiamo al governo Modi sul tema dell'intolleranza e del rispetto delle minoranze. Ma il Cielo aveva altro in serbo per lui.
Il segretario di Stato americano John Kerry, arrivato lunedì sera in India per una visita dedicata sostanzialmente al business soprattutto nel nucleare, ha toccare con mano l'allarmante situazione in cui versa New Delhi. Ha avuto la sfortuna di arrivare all'aeroporto quando si è scatenato un temporale che ha allagato le strade di Chanakyapuri, l'enclave diplomatica dove è situato anche il suo hotel, il Maurya Sheraton. Alcuni giornalisti americani al seguito hanno postato su Twitter le foto del convoglio ufficiale bloccato in un gigantesco ingorgo causato dall'inagibilità delle strade. Non si sa se su quel convoglio c'era anche Kerry, dato che il tragitto dei Vip è tenuto segreto per sicurezza. Ma è probabile che il diplomatico, ormai prossimo alla pensione, abbia fatto davvero un po' di coda dato che l'area era completamente intasata di pendolari che a quell'ora uscivano dagli uffici.
I giornali indiani si sono divertiti a scrivere che Kerry ha sofferto le pene di milioni di persone che vivono a Delhi.
La sfortuna ha perseguitato il povero Kerry anche stamane, quando si è recato all'IIT, il Politecnico che è situato sulla famigerata Aurobindo Road, perennemente intasata. Verso le 9 infatti si è riversato un altro abbondante acquazzone (c'è il monsone, non è una novità) e di nuovo le strade si sono trasformate in un lago. Tant'è che nella 'TownHall' con gli studenti, Kerry ha esordito con una amara battuta: "Don't know how you all got here. You must've needed boats to get here". Ovviamente su questa boutade si sono scatenati i commenti e le ironie sui social. Qualcuno ha postato la foto di Kerry in piscina scrivendo che è arrivato a nuoto. C'è chi dice (vedi qui) che gli allagamenti sono anche nei Paesi ricchi. Certo ma a Delhi succede ogni volta che piove.
Lo sventurato Kerry ha dovuto poi rinunciare anche alla visita a tre luoghi di culto, un tempio, una gurdwara e una moschea (si è dimenticato una chiesa...per la par condicio). Una scelta che molti vedono come un richiamo al governo Modi sul tema dell'intolleranza e del rispetto delle minoranze. Ma il Cielo aveva altro in serbo per lui.