Pireo, 21 giugno 2016
Arrivando dalla Turchia, la Grecia sembra un Paese del terzo mondo eppure siamo nella ricca Unione Europea. Il porto del Pireo, che una volta era uno dei piu' importanti del Mediterraneo e che e' stato venduto alla cinese Cosco, sembra essere scampato da una catastrofe naturale. Di fianco alla banchina dove arrivo, con una nave della Grimaldi, c'e' un traghetto mezzo affondato. E'' l'emblema di un Paese che sta affondando per la crisi economica e da ultimo anche per l'emergenza dei profughi. Da qualche parte qui al Pireo ci sono molto probabilmente qualche migliaio di rifugiati in attesa di documenti o di un rimpatrio. Sono anche loro intrappolati, come quelli nell'isola di Chios, dopo la chiusura delle rotte balcaniche e l'accordo di rimpatrio con la Turchia per chi non ha diritto all'asilo.
Sulle banchine non c'e' piu' il caos descritto dalla stampa a marzo quando i migranti occupavano tutti gli hanger e le biglietteria. Non c'e' nessuno in realta'. Forse sono stati sgomberati e portati via dalla vista dei turisti che stanno per arrivare (sembra pochi quest'anno).
Mentre stavo uscendo dal Pireo, a cui fa riferimento Platone nell'incipit de La Repubblica quando lo descrive come un postaccio pieno di gente pericolosa che arriva dal mare, mi ha colpito una vecchia pubblicita' che celebrava l'anniversario della battaglia di Salamina (480 AC) da parte della Pyreus Port Authority. Molto probabilmente e' stata fatta prima dell'arrivo dei cinesi.
Il leggendario scontro navale sull'isola di Salamina tra i greci e i persiani e' stato determinante per la sopravvivenza della civilizzazione greco-romana, e quindi della nostra civilta' occidentale. Se vincevano i persiani, si dice, la storia sarebbe stata completamente diversa,
Ho ritrovato un dipinto ottocentesco del pittore tedesco Wilhelm von Kaulbach e una citazione profetica di Temistocle, il comandante della flotta greca prima di sferrare l'attacco al nemico del tratto di mare davanti ad Atene: "E ora diamo fondo alle nostre risorse e allontaniamo queste navi dal grembo della Grecia… Oggi è un privilegio poter essere qui… Questa storia verrà raccontata per migliaia di anni, che la nostra resistenza venga consegnata alla Storia, e che tutti vedano… che noi Greci abbiamo scelto di morire in piedi pur di non vivere in ginocchio!”. Ecco, parole che vanno bene ancora oggi.
Il cartello che ho visto e che riproduco qui celebra il 2021 come l'anniversario dei 2.500 anni dalla battaglia di Salamina. Significa, penso, "ecco noi greci siamo ancora qui dopo tutto sto tempo'". Ma forse non avevano fatto i conti con i cinesi che ora posseggono il 67% del mitico porto.
Arrivando dalla Turchia, la Grecia sembra un Paese del terzo mondo eppure siamo nella ricca Unione Europea. Il porto del Pireo, che una volta era uno dei piu' importanti del Mediterraneo e che e' stato venduto alla cinese Cosco, sembra essere scampato da una catastrofe naturale. Di fianco alla banchina dove arrivo, con una nave della Grimaldi, c'e' un traghetto mezzo affondato. E'' l'emblema di un Paese che sta affondando per la crisi economica e da ultimo anche per l'emergenza dei profughi. Da qualche parte qui al Pireo ci sono molto probabilmente qualche migliaio di rifugiati in attesa di documenti o di un rimpatrio. Sono anche loro intrappolati, come quelli nell'isola di Chios, dopo la chiusura delle rotte balcaniche e l'accordo di rimpatrio con la Turchia per chi non ha diritto all'asilo.
Sulle banchine non c'e' piu' il caos descritto dalla stampa a marzo quando i migranti occupavano tutti gli hanger e le biglietteria. Non c'e' nessuno in realta'. Forse sono stati sgomberati e portati via dalla vista dei turisti che stanno per arrivare (sembra pochi quest'anno).
Mentre stavo uscendo dal Pireo, a cui fa riferimento Platone nell'incipit de La Repubblica quando lo descrive come un postaccio pieno di gente pericolosa che arriva dal mare, mi ha colpito una vecchia pubblicita' che celebrava l'anniversario della battaglia di Salamina (480 AC) da parte della Pyreus Port Authority. Molto probabilmente e' stata fatta prima dell'arrivo dei cinesi.
Il leggendario scontro navale sull'isola di Salamina tra i greci e i persiani e' stato determinante per la sopravvivenza della civilizzazione greco-romana, e quindi della nostra civilta' occidentale. Se vincevano i persiani, si dice, la storia sarebbe stata completamente diversa,
Ho ritrovato un dipinto ottocentesco del pittore tedesco Wilhelm von Kaulbach e una citazione profetica di Temistocle, il comandante della flotta greca prima di sferrare l'attacco al nemico del tratto di mare davanti ad Atene: "E ora diamo fondo alle nostre risorse e allontaniamo queste navi dal grembo della Grecia… Oggi è un privilegio poter essere qui… Questa storia verrà raccontata per migliaia di anni, che la nostra resistenza venga consegnata alla Storia, e che tutti vedano… che noi Greci abbiamo scelto di morire in piedi pur di non vivere in ginocchio!”. Ecco, parole che vanno bene ancora oggi.
Il cartello che ho visto e che riproduco qui celebra il 2021 come l'anniversario dei 2.500 anni dalla battaglia di Salamina. Significa, penso, "ecco noi greci siamo ancora qui dopo tutto sto tempo'". Ma forse non avevano fatto i conti con i cinesi che ora posseggono il 67% del mitico porto.
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