Diario da Taranto/ I gioielli della Marina Militare

Taranto, 23 giugno 2016
    Sono arrivata di mattina al porto di Brindisi con un ferry della compagnia di navigazione Grimaldi pieno zeppo di camionisti. Era in forte ritardo perche’ secondo me al Pireo ha aspetttato fino all’ultimo di imbarcare alcuni Tir.
    Siccome era la seconda notte consecutiva in traghetto ho dormito come un ghiro su un divanetto in un corridoio. Veramente avevo anche una poltrona, ma li’ potevo distendermi quasi come in un letto.
   Il ritardo mi ha fatto perdere tutte le coincidenze per Napoli, quindi mi sono ritrovata a fare un percorso alternativo e anche tortuoso attraverso la Puglia per raggiungere la costa campana. Confermo che la ‘coast to coast’ in Italia rimane sempre una avventura, soprattutto per me che l’ho fatta per la prima volta.

   Tra una coincidenza e l’altra mi sono ritrovata a Taranto, la citta’ del maro’ Latorre, in attesa di un autobus (sostitutivo del treno) per Salerno. Il tempo era splendido e sono andata nel vecchio borgo fino al Castello Aragonese che sorge sull’angolo dell’isola.
   Caso vuole che fosse appena iniziata una visita guidata gratuita della Marina Militare, che e’ ancora l’attuale padrona della fortezza e che quindi gestisce i turisti. Dopo aver firmato una dichiarazione di responsabilita’ (in caso di incidenti durante la visita...) ho raggiunto un gruppo di visitatori.
Il cicerone, un giovane ufficiale in borghese, era molto simpatico e prodigo di informazioni e aneddoti. Ci ha portato a visitare le torri e i sotterranei dove ci sono dei reperti archeologici, tra cui anche lo scheletro di un gatto. Ma la meraviglia e’ il ponte girevole sul canale artificiale costruito nel 1481 dagli aragonesi per difendere meglio il castello. Il ponte di San Francesco Da Paola, che - ho letto - e’ il simbolo della citta’, era azionato da turbine idrauliche. Un’opera ingegnosa di una impresa di Castellamare di Stabbia realizzata a fine 1800, in piena rivoluzione industriale, quando questo tipo di imprese fiorivano un po’ ovunque e venivano esaltate come segni della modernita’.

   Adesso ci sono i motori elettrici, ma la struttura e’ la stessa. E’ visibile il pozzo dove l’acqua proveniente da una mega cisterna sul tetto del castello faceva girare le turbine che muovevano gli ingranaggi della struttura facendola girare su un perno.
   Il ponte viene aperto dalla Marina Militare soltanto un paio di volte all’anno di notte per consentire l’uscita alle navi di guerra. Ma alcuni tarantini con cui ho parlato hanno detto di non averlo mai visto in funzione.
    Dato che e’ possedimento militare la fortezza e’ tenuta in modo impeccabile. Mi chiedo se sarebbe stato lo stesso se fosse stato il comune di Taranto a gestirla... ma nello stesso tempo sono convinta che dopo secoli forse sarebbe il tempo di ‘delimitarizzare’ le citta’ italiane.

Nessun commento: