Chios, 21 giugno 2016
Sono partita con un traghetto delle 11,45 di sera diretto al Pireo dopo aver mangiato un piatto di calamari al ristorante Tzikoudo, che io pronuncio nel greco antico che mi hanno insegnato al liceo, ma che non corrisponde affatto all’attuale pronuncia (ma secondo me neppure a quella dei tempi di Socrate).
Alla partenza sulla banchina c’erano dei poliziotti schierati in strada e un gruppo di profughi dietro una transenna. Mi guardavano con gli occhi lucidi. Chissa’ che pensavano...se ogni sera venivano a vedere quel ferry che per loro rappresentava l'unica via di fuga dall’isola. Alcuni ragazzi mi sembravano agitati e se non ci fosse stata la polizia, sarebbero forse saltati su un camion mentre entrava nella stiva della nave.
Col il mio passaporto comunitario stretto tra le mani sono salita sul traghetto Ariadne della compagna greca Sealine (41,4 euro, economy). Mi sono sentita un po’ in colpa. E’ una fortuna essere nati nella parte ricca del mondo, ma non sempre lo si ricorda.
Sono partita con un traghetto delle 11,45 di sera diretto al Pireo dopo aver mangiato un piatto di calamari al ristorante Tzikoudo, che io pronuncio nel greco antico che mi hanno insegnato al liceo, ma che non corrisponde affatto all’attuale pronuncia (ma secondo me neppure a quella dei tempi di Socrate).
Alla partenza sulla banchina c’erano dei poliziotti schierati in strada e un gruppo di profughi dietro una transenna. Mi guardavano con gli occhi lucidi. Chissa’ che pensavano...se ogni sera venivano a vedere quel ferry che per loro rappresentava l'unica via di fuga dall’isola. Alcuni ragazzi mi sembravano agitati e se non ci fosse stata la polizia, sarebbero forse saltati su un camion mentre entrava nella stiva della nave.
Col il mio passaporto comunitario stretto tra le mani sono salita sul traghetto Ariadne della compagna greca Sealine (41,4 euro, economy). Mi sono sentita un po’ in colpa. E’ una fortuna essere nati nella parte ricca del mondo, ma non sempre lo si ricorda.
Nessun commento:
Posta un commento