New Delhi, 16 maggio 2016
L’India non finisce mai di stupire. Approfittando di una delle tante lacune legislative, una clinica intende sperimentare un trattamento a base di cellule staminali per ‘resuscitare’ i morti. Avete capito bene: rigenerare le cellule del cervello in caso di morte cerebrale.
Ieri il quotidiano The Hindu apriva a sei colonne con questo scoop (ecco qui). La notizia ha dell’inverosimile non solo per il tipo di test che è unico al mondo, ma anche per dove vengono condotti, a Rudrapur, in una anonima cittadina dell’Uttarakhand, lo stato himalayano famoso per le sorgenti del Gange.
Forse The Hindu, che d'abitudine è un giornale serio e compassato, voleva soltanto polemizzare. Infatti pubblicava la foto shock dell’’ospedale’ Anupam di un neurochirurgo (con un passato da ortopedico), il dottor Himanshu Bansal, che pare abbia iniziato a praticare medicina dal 2005.
Mi immagino come in quell’ospedale, tra un ristorante e una banca, con una strada sterrata davanti, si faranno esperimenti rivoluzionari su 20 pazienti in coma cerebrale irreversibile come autorizzato dalle autorità indiane. Il primo ‘corpo’ deve ancora arrivare.
Il progetto, che si chiama ReAnima, è frutto di una collaborazione tra una società americana di biotecnologie, la Bioquark, e il centro Revita, che è la creatura di Bansal che da una ventina di anni ha la passione per le cellule staminali.
Nel suo simpatico articolo, The Hindu lascia intendere che c’è qualcosa di ‘strano’, ma non si spinge oltre. Il tema è delicato e anche spaventoso, mi immagino un laboratorio tipo quello di Frankestein…
L’India non finisce mai di stupire. Approfittando di una delle tante lacune legislative, una clinica intende sperimentare un trattamento a base di cellule staminali per ‘resuscitare’ i morti. Avete capito bene: rigenerare le cellule del cervello in caso di morte cerebrale.
Ieri il quotidiano The Hindu apriva a sei colonne con questo scoop (ecco qui). La notizia ha dell’inverosimile non solo per il tipo di test che è unico al mondo, ma anche per dove vengono condotti, a Rudrapur, in una anonima cittadina dell’Uttarakhand, lo stato himalayano famoso per le sorgenti del Gange.
Forse The Hindu, che d'abitudine è un giornale serio e compassato, voleva soltanto polemizzare. Infatti pubblicava la foto shock dell’’ospedale’ Anupam di un neurochirurgo (con un passato da ortopedico), il dottor Himanshu Bansal, che pare abbia iniziato a praticare medicina dal 2005.
Mi immagino come in quell’ospedale, tra un ristorante e una banca, con una strada sterrata davanti, si faranno esperimenti rivoluzionari su 20 pazienti in coma cerebrale irreversibile come autorizzato dalle autorità indiane. Il primo ‘corpo’ deve ancora arrivare.
Il progetto, che si chiama ReAnima, è frutto di una collaborazione tra una società americana di biotecnologie, la Bioquark, e il centro Revita, che è la creatura di Bansal che da una ventina di anni ha la passione per le cellule staminali.
Nel suo simpatico articolo, The Hindu lascia intendere che c’è qualcosa di ‘strano’, ma non si spinge oltre. Il tema è delicato e anche spaventoso, mi immagino un laboratorio tipo quello di Frankestein…
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