Sirsi (Karnataka), 25 gennaio 2016
Il Karnataka continua a stupirmi per le sue bellezze, molte nascoste nelle foreste come il tempio di Yana. Si tratta di un santuario sulla montagna dove spuntano due giganteschi monoliti di pietra calcarea nera alti un centinaio di metri e con delle 'guglie'. Sembrano degli asteroidi caduti dal cielo o delle eruzioni di lava che si sono cristallizzate appena sono uscite dalla terra. Ho visto cose del genere solo in Grecia, i monasteri delle Meteora, ma quella è una intera area di rocce a strapiombo.
Al tempio ci si arriva dopo un sentiero di circa tre chilometri (o due se si entra da un altro versante) e si rimane a bocca aperta per lo stupore.
Fino a pochi decenni fa il posto era isolato e ci voleva un lungo trekking nella foresta per arrivarci. Oggi c’è una strada asfaltata che attraversa un tratto vergine di giungla dove non c’è anima viva.
Il tempio è situato nella più grande delle due formazioni che si chiamano Bhairaveshwara Shikhara (120 metri) e Mohini Shikhara (90 metri). Appena entrati c’è una sorta di cortile e poi sul fondo una caverna dove al fondo c'è uno 'shiva linga' di pietra. Era transennato, non si poteva entrare. Si sentiva il suono di acqua gocciolare dall’alto.
Il Karnataka continua a stupirmi per le sue bellezze, molte nascoste nelle foreste come il tempio di Yana. Si tratta di un santuario sulla montagna dove spuntano due giganteschi monoliti di pietra calcarea nera alti un centinaio di metri e con delle 'guglie'. Sembrano degli asteroidi caduti dal cielo o delle eruzioni di lava che si sono cristallizzate appena sono uscite dalla terra. Ho visto cose del genere solo in Grecia, i monasteri delle Meteora, ma quella è una intera area di rocce a strapiombo.
Al tempio ci si arriva dopo un sentiero di circa tre chilometri (o due se si entra da un altro versante) e si rimane a bocca aperta per lo stupore.
Fino a pochi decenni fa il posto era isolato e ci voleva un lungo trekking nella foresta per arrivarci. Oggi c’è una strada asfaltata che attraversa un tratto vergine di giungla dove non c’è anima viva.
Il tempio è situato nella più grande delle due formazioni che si chiamano Bhairaveshwara Shikhara (120 metri) e Mohini Shikhara (90 metri). Appena entrati c’è una sorta di cortile e poi sul fondo una caverna dove al fondo c'è uno 'shiva linga' di pietra. Era transennato, non si poteva entrare. Si sentiva il suono di acqua gocciolare dall’alto.
I brahmini erano dentro la caverna, penso impegnati nella preparazione di un rituale. Gesti senza tempo, sopra la nuda roccia, in mezzo alla foresta. C’era qualcosa di primordiale, ma nello stesso tempo magico in questo luogo anche se è ormai attrezzato per i grandi pellegrinaggi.
Mi viene da pensare a coloro che fino a qualche decennio fa arrivava dopo una giornata di cammino e magari l'intera zona era popolata di asceti nelle grotte.
Mi viene da pensare a coloro che fino a qualche decennio fa arrivava dopo una giornata di cammino e magari l'intera zona era popolata di asceti nelle grotte.
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