New Delhi, 5 dicembre 2015
Praticamente costretto dai giudici a fare qualcosa, il ‘chief minister’ di Delhi , Arvind Kejriwal, finalmente si e’ accorto che l’aria era irrespirabile. Da alcune settimane le centraline segnavano allarme ’rosso’ per il particolato, ma nessuno faceva nulla....'
Ha quindi deciso di tirare fuori il vecchio ed estremo metodo delle ‘targhe alterne’ a partire dal 2016 . ‘Estremo’ perche’ significa che si e’ disperati. E ‘vecchio’ perche’ mi ricordo era stato inventato negli anni Settanta in Italia o forse anche altrove. All’epoca si diceva che non c’era petrolio per tutti (gli arabi ci tenevano per le palle) e bisognava risparmiare benzina. Era il periodo dell’Austerity, che detto in inglese sembrava ancora piu’ paurosa. Da bravo mattatore qual e’ Kejriwal ha saputo spiazzare tutti quanti con un colpo da maestro. Salvo precisare il giorno dopo che la misura sarebbe stata “testata’’ per soli 15 giorni e che “se non piaceva” si poteva rettificare. Ha poi deciso che durante il periodo di prova le scuole saranno chiuse, il che significa gia’ molto traffico in meno. Inoltre ci sono molte eccezioni, tra cui le donne che sono alla guida da sole perche’ si teme che se prendono il bus o il taxi vengono immediatamente stuprate... Non e’ poi stato deciso se la regola si applica anche agli oltre 5 milioni di motocicli. Io come ‘single’ e motociclista avrei doppio diritto a viaggiare. Peccato che di recente vada in bici perche’ e’ ormai l’unico modo per circolare a Delhi.
Comunque se tutto fila liscio, si levano dalle strade ogni giorno circa un milione di veicoli. Che non e’ poco. Ma temo che non serva granche’ perche’ l’inquinamento e’ solo in minima parte causato dai gas di scarico.
Basta guardare le strade per rendersene conto. Nel mio quartiere, Safdarjung Enclave, c’e’ una tale quantita’ di polvere depositata in terra che basta quella a creare un ambiente estremamente malsano. I cigli delle strade non asfaltate, le montagne di sabbia e ghiaia dei cantieri edili, i detriti delle demolizioni, i perenni lavori in corso e i falo’ di rifiuti...questo e’ il vero problema di Delhi. L’unica soluzione vera e’ dal cielo. Non una divinita’ che forse non ce la farebbe nemmeno...ma la pioggia.
Perche’, per esempio, Kejriwal non chiede ai suoi di pulire le strade come succede nell’enclave diplomatica? La’ non c’e’ polvere che si solleva da terra, ma solo quella dei tubi di scappamento che non sono poi tanti.
Altro semplice suggerimento, non solo per l’aria che respiriamo, ma anche per rendere la citta’ piu’ vivibile. Perche’ non fare delle isole pedonali chiudendo al traffico le zone centrali o i mercati? Per esempio Connaught Place? o il famigerato Khan Market? Sarebbe molto piu’ semplice che il colossale compito di imporre il divieto di circolazione ogni giorno a un milione di veicoli.
Detto questo, penso pero’ che sia tutto sbagliato in partenza. Perche’ l’unico modo e’ disincentivare l’uso dell’auto e creare degli spazi dove la gente possa camminare...o andare in bici. Ma questo purtroppo e’ qualcosa che l’Occidente sta capendo solo ora dopo mezzo secolo di orrori ambientali e urbanistici...
Praticamente costretto dai giudici a fare qualcosa, il ‘chief minister’ di Delhi , Arvind Kejriwal, finalmente si e’ accorto che l’aria era irrespirabile. Da alcune settimane le centraline segnavano allarme ’rosso’ per il particolato, ma nessuno faceva nulla....'
Ha quindi deciso di tirare fuori il vecchio ed estremo metodo delle ‘targhe alterne’ a partire dal 2016 . ‘Estremo’ perche’ significa che si e’ disperati. E ‘vecchio’ perche’ mi ricordo era stato inventato negli anni Settanta in Italia o forse anche altrove. All’epoca si diceva che non c’era petrolio per tutti (gli arabi ci tenevano per le palle) e bisognava risparmiare benzina. Era il periodo dell’Austerity, che detto in inglese sembrava ancora piu’ paurosa. Da bravo mattatore qual e’ Kejriwal ha saputo spiazzare tutti quanti con un colpo da maestro. Salvo precisare il giorno dopo che la misura sarebbe stata “testata’’ per soli 15 giorni e che “se non piaceva” si poteva rettificare. Ha poi deciso che durante il periodo di prova le scuole saranno chiuse, il che significa gia’ molto traffico in meno. Inoltre ci sono molte eccezioni, tra cui le donne che sono alla guida da sole perche’ si teme che se prendono il bus o il taxi vengono immediatamente stuprate... Non e’ poi stato deciso se la regola si applica anche agli oltre 5 milioni di motocicli. Io come ‘single’ e motociclista avrei doppio diritto a viaggiare. Peccato che di recente vada in bici perche’ e’ ormai l’unico modo per circolare a Delhi.
Comunque se tutto fila liscio, si levano dalle strade ogni giorno circa un milione di veicoli. Che non e’ poco. Ma temo che non serva granche’ perche’ l’inquinamento e’ solo in minima parte causato dai gas di scarico.
Basta guardare le strade per rendersene conto. Nel mio quartiere, Safdarjung Enclave, c’e’ una tale quantita’ di polvere depositata in terra che basta quella a creare un ambiente estremamente malsano. I cigli delle strade non asfaltate, le montagne di sabbia e ghiaia dei cantieri edili, i detriti delle demolizioni, i perenni lavori in corso e i falo’ di rifiuti...questo e’ il vero problema di Delhi. L’unica soluzione vera e’ dal cielo. Non una divinita’ che forse non ce la farebbe nemmeno...ma la pioggia.
Perche’, per esempio, Kejriwal non chiede ai suoi di pulire le strade come succede nell’enclave diplomatica? La’ non c’e’ polvere che si solleva da terra, ma solo quella dei tubi di scappamento che non sono poi tanti.
Altro semplice suggerimento, non solo per l’aria che respiriamo, ma anche per rendere la citta’ piu’ vivibile. Perche’ non fare delle isole pedonali chiudendo al traffico le zone centrali o i mercati? Per esempio Connaught Place? o il famigerato Khan Market? Sarebbe molto piu’ semplice che il colossale compito di imporre il divieto di circolazione ogni giorno a un milione di veicoli.
Detto questo, penso pero’ che sia tutto sbagliato in partenza. Perche’ l’unico modo e’ disincentivare l’uso dell’auto e creare degli spazi dove la gente possa camminare...o andare in bici. Ma questo purtroppo e’ qualcosa che l’Occidente sta capendo solo ora dopo mezzo secolo di orrori ambientali e urbanistici...
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