A bordo della portacontainer CMA
CGM Medea, 3 ottobre 2015
L’aria
appensantita dall’umidita’ mi stanca un po’ e cosi’ stamane ho fatto meno
jogging, ma ho camminato di piu’ facendo molti giri della nave in senso
antiorario. I delfini sono ancora qui. Ce ne sono decine. Si divertono a
saltare le onde sollevate dallo scafo.
Da una parte e dall’altra della scia dei motori, ci sono due linee ondulate che
si perdono all’orizzonte. Il mare e’ piatto e di un blu denso come vernice. La
Medea ci passa attraverso lasciando un solco centrale e sollevando di qua e di
la delle piccole onde. E qui che i delfini si divertono.
Non e’ lontana, ma la costa non si vede. C’e’ l’Eritrea da un lato, Massaua...non mi ricordo neppure la
situazione politica, non se ne parla mai, non so nulla dell’Eritrea,la ex
colonia italiana. Mi vergogno della mia ignoranza sull’Africa. Stiamo passando
delle terre stremate da guerre e carestie...
Mentre dall’altra
parte, e’ ancora Arabia Saudita, ma presto sara’ Yemen...c’e’ la guerra,
bombardamenti, i macellai dell’Isis. Dalla Medea, circondata di delfini e da un
mare blu cobalto per le profondita’ che sono abissali qui, il mondo sembra un
paradiso....
Approfittando del bel tempo, si fanno lavori
di manutenzione. La Medea in effetti e’ abbastanza arrugginita. Gli indiani
stanno passando dell’antiruggine rossa sul ponte prima del fo’c’sle, mentre
altri sono impegnati a verniciare e a mettere delle guarnizioni alle prese
d’aria delle plance che coprono la stiva.
Sono lavori che il comandante ha ordinato dopo una ispezione quando
siamo partiti. Mi rendo conto che oltre pilotare, deve anche pensare a come
tenere occupato l’equipaggio durante le traversate.
Il tratto da Jeddah a
Salalah sara’ il piu’ lungo del mio viaggio, sei giorni...e anche il piu’
pericoloso. Gli attacchi dei
pirati sono diminuiti negli ultimi due o tre anni ma il livello di attenzione rimane
alto. Oggi sul giornale di bordo, del
menu, c’era l’ordine di oscurare gli oblo’ alla sera. E’ per consentire alla passerella di vedere
meglio. Quando si sale di notte, e’
impressionante il buio che c’e’ nella sala dei comandi. Soprattutto prima che
sorga la luna. Non si vede neppure chi
c’e’. Ci vuole un po’ perche’ gli occhi
si abituino a questo nero cosi’ denso che fa quasi paura.
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