A bordo della portacontainer CMA CGM Medea, 5 ottobre 2015
Siamo nel mar Arabico, riconosco il colore del mare che e’ leggermente increspato, e’ il mio mare di Goa. Penso che la’dritto a prua c’e’ l’India. Peccato, davvero, che non possa arrivarci via mare, a Mumbai, come si faceva una volta, penso al viaggio che hanno fatto Pasolini, Moravia e Morante o Guido Gozzano. Ho iniziato a leggere il volumone di Les Inde et L’Europe. Dopo Vasco de Gama, sbarcato a Calicut, in Kerala, inizia un’era di globalizzazione, in cui le caravelle portoghesi facevano la spola tra Europa, Americhe, Africa e Asia per scambiarsi merce. Compravano spezie in Malabar (ma quante spezie consumava l’Europa!), vendevano stoffe del Gujarat in Africa e saccheggiavano l’oro dell’Africa per pagare le spezie. Tutto a vela, sfruttando gli alisei, con le conoscenze degli arabi e indiani. Secoli dopo, a bordo della Medea solco lo stesso oceano, ma non porto piu’ nulla, solo contenitori vuoti da riempire in Cina. Oggi niente jogging, mi sento le ossa a pezzi, penso sia l’aria condizionata della mia cabina che non a caso si chiama “Baltique”.... Opto invece per un bagno nella piscina riempita di calda acqua di mare. E’ minuscola ma riesco a fare un po’ di movimento battendo i piedi dal bordo. Mi ricorda quando bambina mi insegnavano a nuotare dal bordo della piscina olimpionica a Chivasso, appena inaugurata. Che fortuna e’ stata avere una piscina in una piccola cittadina alla periferia di Torino. Non so come potrebbe essere la mia vita senza il nuoto.
Oggi pomeriggio si mettono le lancette in avanti di un’altra ora, c’e’ scritto sul ‘journal de bord’ sotto la solita modella semi nuda. Vado a vedere il tramonto a prua, con la ricetrasmittente, come mi hanno detto. Gli indiani hanno finito di verniciare e stanno ora levando la ruggine da un gru sotto lo ‘chateau’. Per ripararsi dalla polvere si sono avvolti completamente la faccia. Putroppo questi sono i lavori destinati ai piu’ poveri...penso.
Mi diverto per un po’ al tramonto a scattare foto panoramiche distorte usando un programma per foto ‘panoramiche’ del Samsung. L’effetto e’ esilarante. L’orizzonte scende e sale come una rampa di lancio dove a fatica sale un cargo che viaggia di fianco a noi. I container sono accartocciati o allungati a dismisura come in uno specchio che deforma la realta’. Tra le migliaia di foto che ho preso penso siano le migliori! Di sicuro le piu’ originali.
L’osservazione serale delle stelle, in queste sere di luna calante, mi ha fatto venire voglia di rivedere 2001 Odissea nello Spazio. Trovo il dvd nella “Medeateque”, ma mi addormento poco dopo la scena degli scimmioni, cullata dal valzer di Strauss.
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