A bordo della CMA CGM Medea, 21 settembre 2015
Oggi dopo colazione incontriamo Emily, ufficiale francese incaricato della sicurezza, che mi convoca alle 9 del mattino al Ponte A per un briefing sulle misure di emergenza.
Puntuale io e il mio copasseggero ci presentiamo all’appuntamento. Ci vengono spiegati i segnali acustici per i diversi tipi di allarme, abbandono nave, incendio e ‘allarme generale’. Ci dice che dopo bisogna aspettare le istruzioni per altoparante e poi, per quanto riguarda noi passeggeri, recarsi alla “passerelle”, il ponte di comando. Ci dice che ci saranno esercitazioni, drills, e che saranno segnalate nel giornale di bordo che di solito troviamo sul tavolo a pranzo.
Su questo foglio quotidiano, dove c’e’ il nome del santo del giorno, “evenements” e “naissances”, devo aprire una parentesi perche’ e’ troppo divertente. Quando sono partita venerdi’ 18 c’era una foto della poppa della Medea, ma l’indomani c’era una modella in una posa sognante, poi il giorno dopo un’altra in bikini...insomma c’e’un crescendo di immagini sexy. Mi chiedo quando l’autore del “journal del bord” passera’al nudo...
Tornando alla sicurezza, Emily ci ha anche mostrato come si indossa la ‘immersion suit’ che abbiamo in cabina. E’ una buffa tuta di neopreme in cui ci si deve infilare in due minuti. Emily ce l’ha fatta in un minuto e mezzo e quando si e’ alzato somigliava a un personaggio dei Teletube, un famoso cartone che mia figlia vedeva alla tv quando abitavamo a Ginevra.
L’arrivo a Malta era previsto nel primo pomeriggio, ma poi e’ stato annunciato che il ‘pilot’ arrivera’ soltanto alle 15.30. Il ritardo ha creato un po’di malumore nell’equipaggio. A quanto ho capito dobbiamo caricare 1.600 container nel porto di Marsaxlokk, che appartiene alla CMA CGM.
“Ici on est chez nous” proclama il capitano mentre aspetta il “pilot”. Per permettergli di salire sulla nave che e’ da un’ora praticamente ferma, ci mettiamo “prua al vento”. Per tutto il giorno oggi c’e’ stato un vento forte di scirocco e onde di tre metri. Ma sono in direzione da N.O. a S.E, esattamente dove stiamo andando. In piu’ a poppa abbiamo un”muro’di container che ci va da vela. Insomma tra vento e onde andiamo alla grande e senza fatica. Da quanto ho capito, oggigiorno, l’abilita’ principale dei capitani dei cargo e’quella di risparmiare il piu’ possibile carburante.
Sono due i piloti. Quando arrivano sulla plancia parlano in maltese alla radio, probabilmente con la ‘capitaneria’. E’ la prima volta che sento parlare maltese ed e’ stranissimo sentire questa lingua mezza araba, inglese e italiana, a 80 km dalla Sicilia. Gli ordini sono dati in inglese, che ho poi saputo e’ la “lingua ufficiale a bordo”.
L’operazione di approdo e’ veloce e dopo mezzora siamo gia’ ormeggiati fra tre portacontainer e una enorme distesa di container che mi diverto a fotografare. Il porto e’ molto piu’ grande di Fos sur Mer. Le gru iniziano subito il lavoro, appena la Medea tocca la banchina, nonostante oggi sia la Festa dell’Indipendenza a Malta.
Prima di scendere ci danno un pass ma non ci dicono che ci serve anche una ‘crew list’ e un ‘crew number’ che ci viene richiesto all’uscita del porto. Anche se si chiama porto di Marsaxlokk, in realta’ e’ il villaggio di Birzebbuga, che e’ a una ventina di km da La Valletta.
C’e’ una spiaggia dove faccio il bagno e un paio di ristoranti famosi, in particolare uno, Sea Breeze, che ci raccomandano per un piatto tipico di polpo. E’ il compleanno di Aldino, il mio copasseggero francese, che ha origini siciliane. Si va a La Valletta con il bus dove io mangio una pizza davanti alla chiesa di san Giiovanni dove ci sono tre opere di Caravaggio commissionate dai Cavalieri. Beviamo una bottiglia di vino bianco di Gozo, l’isoletta vicino a Malta, e torniamo un po’ brilli tra gru che caricano la Medea.
Oggi dopo colazione incontriamo Emily, ufficiale francese incaricato della sicurezza, che mi convoca alle 9 del mattino al Ponte A per un briefing sulle misure di emergenza.
Puntuale io e il mio copasseggero ci presentiamo all’appuntamento. Ci vengono spiegati i segnali acustici per i diversi tipi di allarme, abbandono nave, incendio e ‘allarme generale’. Ci dice che dopo bisogna aspettare le istruzioni per altoparante e poi, per quanto riguarda noi passeggeri, recarsi alla “passerelle”, il ponte di comando. Ci dice che ci saranno esercitazioni, drills, e che saranno segnalate nel giornale di bordo che di solito troviamo sul tavolo a pranzo.
Su questo foglio quotidiano, dove c’e’ il nome del santo del giorno, “evenements” e “naissances”, devo aprire una parentesi perche’ e’ troppo divertente. Quando sono partita venerdi’ 18 c’era una foto della poppa della Medea, ma l’indomani c’era una modella in una posa sognante, poi il giorno dopo un’altra in bikini...insomma c’e’un crescendo di immagini sexy. Mi chiedo quando l’autore del “journal del bord” passera’al nudo...
Tornando alla sicurezza, Emily ci ha anche mostrato come si indossa la ‘immersion suit’ che abbiamo in cabina. E’ una buffa tuta di neopreme in cui ci si deve infilare in due minuti. Emily ce l’ha fatta in un minuto e mezzo e quando si e’ alzato somigliava a un personaggio dei Teletube, un famoso cartone che mia figlia vedeva alla tv quando abitavamo a Ginevra.
L’arrivo a Malta era previsto nel primo pomeriggio, ma poi e’ stato annunciato che il ‘pilot’ arrivera’ soltanto alle 15.30. Il ritardo ha creato un po’di malumore nell’equipaggio. A quanto ho capito dobbiamo caricare 1.600 container nel porto di Marsaxlokk, che appartiene alla CMA CGM.
“Ici on est chez nous” proclama il capitano mentre aspetta il “pilot”. Per permettergli di salire sulla nave che e’ da un’ora praticamente ferma, ci mettiamo “prua al vento”. Per tutto il giorno oggi c’e’ stato un vento forte di scirocco e onde di tre metri. Ma sono in direzione da N.O. a S.E, esattamente dove stiamo andando. In piu’ a poppa abbiamo un”muro’di container che ci va da vela. Insomma tra vento e onde andiamo alla grande e senza fatica. Da quanto ho capito, oggigiorno, l’abilita’ principale dei capitani dei cargo e’quella di risparmiare il piu’ possibile carburante.
Sono due i piloti. Quando arrivano sulla plancia parlano in maltese alla radio, probabilmente con la ‘capitaneria’. E’ la prima volta che sento parlare maltese ed e’ stranissimo sentire questa lingua mezza araba, inglese e italiana, a 80 km dalla Sicilia. Gli ordini sono dati in inglese, che ho poi saputo e’ la “lingua ufficiale a bordo”.
L’operazione di approdo e’ veloce e dopo mezzora siamo gia’ ormeggiati fra tre portacontainer e una enorme distesa di container che mi diverto a fotografare. Il porto e’ molto piu’ grande di Fos sur Mer. Le gru iniziano subito il lavoro, appena la Medea tocca la banchina, nonostante oggi sia la Festa dell’Indipendenza a Malta.
Prima di scendere ci danno un pass ma non ci dicono che ci serve anche una ‘crew list’ e un ‘crew number’ che ci viene richiesto all’uscita del porto. Anche se si chiama porto di Marsaxlokk, in realta’ e’ il villaggio di Birzebbuga, che e’ a una ventina di km da La Valletta.
C’e’ una spiaggia dove faccio il bagno e un paio di ristoranti famosi, in particolare uno, Sea Breeze, che ci raccomandano per un piatto tipico di polpo. E’ il compleanno di Aldino, il mio copasseggero francese, che ha origini siciliane. Si va a La Valletta con il bus dove io mangio una pizza davanti alla chiesa di san Giiovanni dove ci sono tre opere di Caravaggio commissionate dai Cavalieri. Beviamo una bottiglia di vino bianco di Gozo, l’isoletta vicino a Malta, e torniamo un po’ brilli tra gru che caricano la Medea.
Nessun commento:
Posta un commento