VERSO LE INDIE - Tra 'apero' e jogging sul ponte tra i container

A bordo della CMA CGM Medea, 20 settembre 2015
   Ieri verso le 5 del pomeriggio ricevo una telefonata dal capitano. Mi invita a un “apero’” alle 6 e mezza al ponte C nella sala degli ufficiali. Vado in panico perche’ non ho assolutamente l’abbigliamento adatto per eventi sociali di questo tipo! Metto gli abiti della ‘festa’, scarpe da vela, perche’ ho solo queste, e mi trucco.
    Quando entro ci sono tutti gli ufficiali intorno a un bancone, sembra un bar di una nave da crociera. I cadetti servono i drinks, questa e’ la regola mi dicono. Bene  allora chiedo un Martini rosso.  Il capitano Stephen Carpentier comincia le presentazioni di tutti. “E’ un modo per conoscere i passeggeri” dice. Lui e’ in bermuda e ciabatte infradito. Devo averlo guardato un po’ perplessa perche’ si sente di doversi giustificare. “Quando non lavoro mi vesto cosi’ – spiega - ma ci sono altri ufficiali che invece preferiscono restare in divisa".  Quindi mi indica il suo chief officer, che e’ rumeno come la maggior parte dell’equipaggio, e’ che impeccabile nella sua camicia bianca e pantaloni neri. Sulla Medea ci sono 35 persone, compresi degli indiani presi a cottimo per fare delle manutenzioni e la moglie del secondo ufficiale che e' diretta a Malta.
    Si parla, con il mio copasseggero che lui invece sorseggia un whisky, soprattutto di cosa trasportiamo. Il capitano fa le spallucce. “Non mi interessa” dice aggiungendo che se ne occupa il suo vice, il quale anche lui dice di ignorare il contenuto specifico dei container, ma solo quelli che trasportano prodotti infiammabili o pericolosi.

    Si scherza sui container ‘pericolosi’, gli unici che si conoscono perche’ devono avere una particolare posizione. Scopro che moltissime merci sono considerate tali. Per esempio un carico di palline da ping pong, mi dicono, che possono ‘scoppiare’con il calo. Ma l’impressione e’ che la Medea carichi aria. D-altronde oggigiorno che si potrebbe mai esportare dalla Francia e Spagna in Asia, che non siano formaggi, vino, olio d’oliva o frutta (nei pochi container frigo che vedo di notte con le lucette accese e che fanno un sacco di rumore). Chiedo se si trasportano rifiuti da riciclare. “Si’ ogni tanto li trasportiamo...” dice un ufficiale. Chiedo se c’e’ una responsabilita’diretta in caso in cui qualcosa va storto e marcisce tutto. C’e’ l’assicurazione, mi dicono, la nave e’ solo responsabile in parte del contenuto...mi sorprende veramente non ci sia nessuna dichiarazione pubblica e visibile del contenuto del cargo...ovviamente ci sono i documenti di carico,ma sembra che non siano rilevanti o che nessuno abbia interesse a sapere cosa c’e’. Il mio passeggero anche mi canzona, dicendo “curiosita’ giornalistica”.Tutto mi sembra un po’ vago...
   Poi il discorso cambia e si parla di navi, la CMA CGM ne inaugura una a ottobre che sara’ la piu’ grande del mondo,la Bougainville, con una capacita’ di 18 mila container,il doppio della Medea. La concorrenza e’ agguerrita e la sopravvivenza e’ dura...
    Oggi la giornata e’ passata veloce e sono stata quasi tutto il giorno a prua, nel silenzioso “fo’c’sle” accanto alle ancore lontano da tutti e tutto. Al mattino dopo colazione ho fatto due giri di jogging. E’ fantastico, da poppa a prua sono circa 400 metri, c’e’ uno stretto passaggio ai lati, giusto per una persona. A poppa bisogna scendere una scaletta e risalire dall’altra parte oppure passare scavalcando delle grosse travi che reggono i container a prua.

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