New Delhi, 26 giugno 2015
Sono appena tornata da un viaggio in Uttarakhand, la terra degli Dei (Dev Bhoomi), un Himalaya che non ha nulla di speciale se la paragono con le Alpi. Ma a fare la differenza è la grande religiosità di questo posto e dei suoi legami con la mitologia induista. Qui ci sono le sorgenti del Gange, la montagna sacra di Nanda Devi e, poi il Kailash, l’Olimpo induista, che è un po' più in sù in Tibet.
Ci sono andata con la mia moto, tra frotte di pellegrini e vacanzieri indiani. Queste non sono piste battute da turisti stranieri. Li ho trovato solo a Rishikesh e a Kasar Devi, due mete dei fricchettoni. Viaggiare con la moto è a volte difficile, quando piove o sei incolonnata nel traffico, ma offre la possibilità di ‘respirare’ gli odori della terra. Nelle infinite soste per un chai ho incontrato decine di persone, dalle contadine con bellissimi gioielli ai pellegrini indu' da mezza India e ai devoti sikh con i turbanti arancioni diretti al santuario di Hemkund. E poi tanti studenti in vacanza o in fuga dalla calura delle città. O famiglie della middle class con la Maruti, che mi ricordavano le scampagnate di quando ero piccola sulle montagne del Canavese.
Kasar Devi è un posto molto frequentato da stranieri, israeliani in particolare, ma anche francesi e tedeschi, che ci stanno per mesi, per il fatto che costa pochissimo, si può avere una bella camera con balcone per 300 rupie. Il cibo costa poco e il posto è super accogliente. In più ho visto cespugli di marijuana che crescono spontanei. Non mi stupisco che sia stato fin dagli Anni Settanta una meta di ‘alternativi’ insieme alle altre mete storiche come Goa o Rishikesh.
Sono appena tornata da un viaggio in Uttarakhand, la terra degli Dei (Dev Bhoomi), un Himalaya che non ha nulla di speciale se la paragono con le Alpi. Ma a fare la differenza è la grande religiosità di questo posto e dei suoi legami con la mitologia induista. Qui ci sono le sorgenti del Gange, la montagna sacra di Nanda Devi e, poi il Kailash, l’Olimpo induista, che è un po' più in sù in Tibet.
Ci sono andata con la mia moto, tra frotte di pellegrini e vacanzieri indiani. Queste non sono piste battute da turisti stranieri. Li ho trovato solo a Rishikesh e a Kasar Devi, due mete dei fricchettoni. Viaggiare con la moto è a volte difficile, quando piove o sei incolonnata nel traffico, ma offre la possibilità di ‘respirare’ gli odori della terra. Nelle infinite soste per un chai ho incontrato decine di persone, dalle contadine con bellissimi gioielli ai pellegrini indu' da mezza India e ai devoti sikh con i turbanti arancioni diretti al santuario di Hemkund. E poi tanti studenti in vacanza o in fuga dalla calura delle città. O famiglie della middle class con la Maruti, che mi ricordavano le scampagnate di quando ero piccola sulle montagne del Canavese.
Ma gli incontri più belli sono stati con i sadhu, che fanno il 'Chard Dham' a piedi, con il ‘trishul’ come bastone, una coperta sulle spalle e la gavetta di metallo in mano. Uno di loro, avvolto in una stoffa stampata a pelle di leopardo l’ho incontrato nella Valle dei Fiori e poi il giorno dopo a Hemkund, a oltre 4 mila metri sulla neve. Tremava dal freddo, ma rifiutava di prendere le coperte di lana che i volontari sikh offrivano ai pellegrini. Prima, mentre camminava, invocava Shiva con dei ampi gestie e urlando qualcosa. Mi sembrava veramente invasato.
Un altro yogi, con un ottimo inglese e un buffo cappellino in testa, l’ho incontrato al tempio di Kasar Devi, vicino ad Almora, dove si gode un’incredibile vista sulla montagna del Nanda Devi e su altre cime. Qui c’è anche il posto dove Swami Vivekananda è stato a meditare. Vivek Anand, se ho capito bene come si chiama, vive in una casupola sul cucuzzolo dove ora sono spuntate diverse antenne per il segnale telefonico.Kasar Devi è un posto molto frequentato da stranieri, israeliani in particolare, ma anche francesi e tedeschi, che ci stanno per mesi, per il fatto che costa pochissimo, si può avere una bella camera con balcone per 300 rupie. Il cibo costa poco e il posto è super accogliente. In più ho visto cespugli di marijuana che crescono spontanei. Non mi stupisco che sia stato fin dagli Anni Settanta una meta di ‘alternativi’ insieme alle altre mete storiche come Goa o Rishikesh.
Nessun commento:
Posta un commento