Mumbai versus New Delhi, vince la vecchia Bombay

Mumbai, 19 gennaio 2015

Ogni volta vengo a Mumbai, mi convinco quanto quest’ultima sia diversa dalla capitale. Mentre New Delhi e’ un collage schizofrenico di passato islamico e di presente post coloniale, Mumbai e’ una autentica metropoli cosmopolita. Dove ci sono poveri e ricchi fianco a fianco, dove il moderno e il decadente convivono in assoluta armonia. Dove la gente passeggia per strada su dei marciapiedi e non abita in ‘colony’ chiuse a chiave di notte. Dove ci sono locali aperti sulla strada dove si puo’ bere una birra e dove a mezzanotte si puo’ ancora mangiare. E dove , non c’e’ inverno, ma un'unica stagione interrotta solo dalle piogge monsoniche.


Quando sono arrivata, dopo un paio di ore di ritardo del mio aereo bloccato dalla nebbia a Delhi, e mi sono finalmente levata i maglioni nel bagno dell’aeroporto, e’ stata una sensazione di estasi.
Alcuni dicono che e’ l’effetto del mare che la rende accogliente, anche per i piu’ sfortunati degli slumdog. Altri dicono che e’ per il mix unico di etnie che ne fa una citta’ tollerante (a parte ogni tanti le rivendicazioni dei marati che vorrebbero cacciare i ‘terroni’ del nord, che sono ormai la maggior parte della popolazione. O forse e’ la presenza di Bollywood, la fabbrica dei sogni per milioni di indiani.
Oggi sono stata a spasso a Fort, una zona che mi ha sempre affascinato e incuriosito perche’ e’ stato il cuore commerciale della citta’ nel 1700 e 1800, quando era un fiorente porto della Compagnia delle Indie Orientali. Il fronte mare e’ tutta zona militare e quindi inaccessibile. Pensavo all’enorme valore immobiliare di queste aree nella parte piu’ prestigiosa della penisola.
A Fort c’e’ la Borsa, la Reserve Bank of India, una vecchia sinagoga e una serie di enti e istituti un po’ retro’, come l’Asiatic Society, che custodisce nella sua preziosa biblioteca anche un manoscritto della Divina Commedia. Ho scoperto che la zona e’ protetta dalle Belle Arti del Maharashtra e per questo e’ piena di fascino un po’ decadente. Qui ti senti a Bombay non a Mumbai. C’e’ anche la sede del piu’ vecchio giornale indiano, il Bombay Samachar, che continua a uscire ininterrottamente dal 1822.
Sono passata anche per Kala Ghoda (cavallo nero) dove ci sono storici musei e gallerie d’arte. Nella Jehangir Gallery ho visto una mostra del fotografo Vikram Potdar, specializzato in foto di natura, soprattutto animali. Fantastici gli scatti di uccelli esotici e di un orso bianco in Antartide. Ho pensato a quanta fatica e pazienza dietro quelle immagini.
Ho concluso la passeggiata con una sosta al Cafe’ Universal, un vecchio bistro’ dove sembrava di stare in qualche citta’ europea.
Oggi a Mumbai c’e’ stata anche la maratona, e per questo la maggior parte delle guesthouse di Colaba sono piene e le poche camere rimaste hanno un prezzo esorbitante.
Con mia sorpresa, ho visto che rimangono i reclutatori di comparse per Bollywood. In questi giorni cercano un sacco di gente per il sequel di Abcd (Anybody Can Dance), un film di successo di qualche anno fa. Uomini e donne, giovani e vecchi, purche’abbiano la pelle bianca.

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