Torino, Primo giugno 2013
Lo scorso anno ho scritto per un website semiclandestino che si chiama L’Indro (eccolo qui) e che vantava per direttore niente-popo-di-meno che Giampiero Gramaglia, illustre ex direttore dell’Ansa. Lui pero' ha lasciato questo posto qualche mese fa alla chetichella dopo aver partecipato a un trionfale lancio del sito. Non sono sicura, ma penso che sia finanziato dalle Camere di Commercio Piemontesi. Mi hanno fatto firmare un contratto in cui mi dicevano che sarei stata pagata 50 euro per un pezzo di 6-7 mila battute, che e’ tanto, piu’ le foto, queste gratis.
Ho lavorato per tre mesi accumulando un credito di oltre mille euro, poi quando ho visto che non mi pagavano, ho smesso. Negli ultimi mesi e’ calato il silenzio, non rispondevano piu’ alle mie sollecitazioni. Allora mi sono presentata a Torino all’indirizzo della sede legale che era segnata sul mio contratto, ovvero via De Sonnaz 19. C’era anche indicato come riferimento un certo dottor Gasco. Fatta la premessa, ecco la cronistoria del mio recupero credito.
Ripassando le mosse, piu’ volte studiate nelle nottati insonni ai 45 gradi di Delhi, entro nell’ufficio con un pretesto e mi siedo pronta a un’azione di resistenza passiva alla Gandhi. Quando arriva il dott.Gasco, un semplice commercialista, mi accorgo pero’ di essere in uno di quegli uffici fantasma che in pratica affittano un ‘’domicilio legale’’, come alle isole Cayman insomma. Mi dice che L’Indro paga 500 euro al mese (solo?) per usare il suo indirizzo come sede legale e che non sa nulla dei suoi affari. Non gli credo. Mi impunto, gli mostro il contratto e gli dico che non intendo muovermi finche' non mi paga. Probabilmente abituato a trattare con creditori infuriati, chiama la Volante. Benissimo, dico io, non ho nulla da temere.
Dopo una mezzoretta arrivano due poliziotti che, dopo aver ascoltato le mie ragioni, obbligano la segretaria a chiamare la responsabile dell’Indro, una certa Margherita Peracchino, che e’ la fondatrice ed e' anche quella che mi aveva assunto.
E qui commetto un grave errore. Mi faccio convincere che che il ‘vero’ commercialista mi avrebbe chiamata l’indomani e lascio il sit-in. Ovviamente non e’ mai successo. Mi ha chiamato invece questa signora dicendomi che non ha soldi per pagarmi perche' ''sono in ritardo con gli incassi''. Cornuta e mazziata. Lezione: mai fidarsi dei piemontesi che mi hanno gia' fregato una volta con la bancarotta della vecchia Gazzetta del Piemonte.
Lo scorso anno ho scritto per un website semiclandestino che si chiama L’Indro (eccolo qui) e che vantava per direttore niente-popo-di-meno che Giampiero Gramaglia, illustre ex direttore dell’Ansa. Lui pero' ha lasciato questo posto qualche mese fa alla chetichella dopo aver partecipato a un trionfale lancio del sito. Non sono sicura, ma penso che sia finanziato dalle Camere di Commercio Piemontesi. Mi hanno fatto firmare un contratto in cui mi dicevano che sarei stata pagata 50 euro per un pezzo di 6-7 mila battute, che e’ tanto, piu’ le foto, queste gratis.
Ho lavorato per tre mesi accumulando un credito di oltre mille euro, poi quando ho visto che non mi pagavano, ho smesso. Negli ultimi mesi e’ calato il silenzio, non rispondevano piu’ alle mie sollecitazioni. Allora mi sono presentata a Torino all’indirizzo della sede legale che era segnata sul mio contratto, ovvero via De Sonnaz 19. C’era anche indicato come riferimento un certo dottor Gasco. Fatta la premessa, ecco la cronistoria del mio recupero credito.
Ripassando le mosse, piu’ volte studiate nelle nottati insonni ai 45 gradi di Delhi, entro nell’ufficio con un pretesto e mi siedo pronta a un’azione di resistenza passiva alla Gandhi. Quando arriva il dott.Gasco, un semplice commercialista, mi accorgo pero’ di essere in uno di quegli uffici fantasma che in pratica affittano un ‘’domicilio legale’’, come alle isole Cayman insomma. Mi dice che L’Indro paga 500 euro al mese (solo?) per usare il suo indirizzo come sede legale e che non sa nulla dei suoi affari. Non gli credo. Mi impunto, gli mostro il contratto e gli dico che non intendo muovermi finche' non mi paga. Probabilmente abituato a trattare con creditori infuriati, chiama la Volante. Benissimo, dico io, non ho nulla da temere.
Dopo una mezzoretta arrivano due poliziotti che, dopo aver ascoltato le mie ragioni, obbligano la segretaria a chiamare la responsabile dell’Indro, una certa Margherita Peracchino, che e’ la fondatrice ed e' anche quella che mi aveva assunto.
E qui commetto un grave errore. Mi faccio convincere che che il ‘vero’ commercialista mi avrebbe chiamata l’indomani e lascio il sit-in. Ovviamente non e’ mai successo. Mi ha chiamato invece questa signora dicendomi che non ha soldi per pagarmi perche' ''sono in ritardo con gli incassi''. Cornuta e mazziata. Lezione: mai fidarsi dei piemontesi che mi hanno gia' fregato una volta con la bancarotta della vecchia Gazzetta del Piemonte.
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