Vecchia Goa, 3 aprile 2013
Per caso, mentre gironzolavo nella vecchia Goa per il mio progetto ''Christianity Circuit'' ho scoperto dell'esistenza del porto di Gopakapattana, ''porto di Gopaka'', (pattana in sascrito e' porto) ora insabbiato nel fiume Zuavi. Era il porto ufficiale dei regnanti locali prima che i portoghesi costruissero Panjim.
In realta' me ne aveva parlato padre Cosme Jose' Costa del convento di Pilar, un esperto della storia di Goa e che proprio nell'area di Gopakapattana ha trovato diversi reperti dell'epoca romana a dimostrazione che Roma usava questo porto per il suo business. Ma soprattutto ha trovato qui una croce di San Tommaso che dimostra l'esistenza del cristianesimo a Goa prima che arrivassero i gesuiti portoghesi.
Padre Cosme, un personaggio davvero unico che sono stata felice di conoscere, mi aveva detto di andarci immediatamente perche' sono i giorni di luna nuova e quindi di bassa marea. Solo in questi giorni e al tramonto le rovine affiorano dal letto del fiume.
Cogliendo la fortuna al volo, mi sono precipitate sulla sponda del fiume. Dopo aver chiesto a dei pescatori di gamberetti, ho individuato le rovine: un muro di recinzione fatto da grosse pietre squadrate che si allunga per 5 chilometri (vedi foto qui sopra) . Cosa era? Boh. Certo ci sarebbe da scavare per capirne di piu'.
Secondo padre Costa questo porto era usato dai romani fin dal 47 avanti Cristo quando il mercante greco Hippalus scopre una ''via diretta'' per andare in India grazie ai venti del monsone di nord est. Pero' a quanto pare i galeoni dei romani continuavano a costeggiare la penisola arabica, poi la foce dell'Indo, e da qui tutti gli scali sulla costa indiana compreso questo di Gopakapattana dove compravano cocco, legno di teak, ferro, rame e altri materiali di cui ancora oggi e' ricca la zona.
Per caso, mentre gironzolavo nella vecchia Goa per il mio progetto ''Christianity Circuit'' ho scoperto dell'esistenza del porto di Gopakapattana, ''porto di Gopaka'', (pattana in sascrito e' porto) ora insabbiato nel fiume Zuavi. Era il porto ufficiale dei regnanti locali prima che i portoghesi costruissero Panjim.
In realta' me ne aveva parlato padre Cosme Jose' Costa del convento di Pilar, un esperto della storia di Goa e che proprio nell'area di Gopakapattana ha trovato diversi reperti dell'epoca romana a dimostrazione che Roma usava questo porto per il suo business. Ma soprattutto ha trovato qui una croce di San Tommaso che dimostra l'esistenza del cristianesimo a Goa prima che arrivassero i gesuiti portoghesi.
Padre Cosme, un personaggio davvero unico che sono stata felice di conoscere, mi aveva detto di andarci immediatamente perche' sono i giorni di luna nuova e quindi di bassa marea. Solo in questi giorni e al tramonto le rovine affiorano dal letto del fiume.
Cogliendo la fortuna al volo, mi sono precipitate sulla sponda del fiume. Dopo aver chiesto a dei pescatori di gamberetti, ho individuato le rovine: un muro di recinzione fatto da grosse pietre squadrate che si allunga per 5 chilometri (vedi foto qui sopra) . Cosa era? Boh. Certo ci sarebbe da scavare per capirne di piu'.
Secondo padre Costa questo porto era usato dai romani fin dal 47 avanti Cristo quando il mercante greco Hippalus scopre una ''via diretta'' per andare in India grazie ai venti del monsone di nord est. Pero' a quanto pare i galeoni dei romani continuavano a costeggiare la penisola arabica, poi la foce dell'Indo, e da qui tutti gli scali sulla costa indiana compreso questo di Gopakapattana dove compravano cocco, legno di teak, ferro, rame e altri materiali di cui ancora oggi e' ricca la zona.
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