Surat, 9 marzo 2013
Mi trovo a Surat, la seconda piu' grande citta' del prosperoso Gujarat, il regno della destra indiana, famosa per il commercio di diamanti e l'industria tessile. Ho scoperto che la prima nave degli inglesi della Compagnia delle Indie Orientali e' arrivata proprio qui nel 1608 dove hanno cacciato i portoghesi.
Alloggio nella zona della stazione, che e' un ammasso informe di cemento e di sopraelevate dove non c'e' nemmeno una pianta verde, neppure in vaso. Dalle 8 del mattino fino all'ora di cena e' un continuo strombazzare e scaricare fumi. Ammetto che, nonostante la mia esperienza di traffico indiano, ho difficolta' ad attraversare Vacchhara road, che e' una delle arterie principali. Oggi sono andata lungo il fiume Tapi, che attraversa la citta' prima di sfociare nel Mar Arabico. E' stato trasformato in una fogna simile alla Yamuna di New Delhi ma in bella vista e olfatto. L'altro ieri hanno trovato un delfino morto, probabilmente suicida. L'antico forte, o quello che rimane, sembra uscito da un bombardamento, la puzza di fogna pervade tutto il quartiere e i marciapiedi sono inaccessibili per le voragini dei lavori in corso. Ho visitato gli unici monumenti della citta', sopravissuti perche' - grazie-a-Dio - sono stati protetti dalla Soprintendenza. Sono delle tombe di olandesi, inglesi e armeni.
Insomma un esempio comune di degrado urbano, considerando che e' una metropoli da 5 milioni di abitanti, in fortissima crescita e con pochissimi o zero controlli per il rispetto dell'ambiente.
Sono stata pero' molto sorpresa dal leggere che nel 2010 Surat e' stata nominata nel 2010 in una classifica del governo ''la terza citta' piu' pulita dell'India'' dopo Chandigar e Mysore (quarta New Delhi!). Ho poi riso a crepapelle leggendo che la citta' ''potrebbe essere la Singapore dell'India'' e che e' stata selezionata come ''global city'' da un'associazione ecologica del Regno Unito.
Forse nessuno si e' mosso dalla sedia per scrivere queste cose.
Tutta questa enfasi trova pero' una giustificazione nel bisogno di rilanciare l'immagine di Surat. Nel 1994 la citta' e' salita alla ribalta della cronaca mondiale per una epidemia di peste polmonare, cosa che sembrava non esistesse neppure piu' se non nei Promessi Sposi. La peste di Surat e' stata raccontata in un reportage di Tiziano Terzani per il Corriere della Sera. Un pezzo magistrale, anche perche' minimizza addirittura sui morti...dicendo pero' la verita' sulle condizioni disumane dei ghetti della citta' gia allora in forte boom industriale.
Probabilmente da allora avranno ammazzato un po' di topi e rimosso le baraccopoli, ma la bomba ecologica rimane, eccome.
http://articles.timesofindia.indiatimes.com/2012-05-14/surat/31700297_1_sustainable-development-model-city-diamond-city
Mi trovo a Surat, la seconda piu' grande citta' del prosperoso Gujarat, il regno della destra indiana, famosa per il commercio di diamanti e l'industria tessile. Ho scoperto che la prima nave degli inglesi della Compagnia delle Indie Orientali e' arrivata proprio qui nel 1608 dove hanno cacciato i portoghesi.
Alloggio nella zona della stazione, che e' un ammasso informe di cemento e di sopraelevate dove non c'e' nemmeno una pianta verde, neppure in vaso. Dalle 8 del mattino fino all'ora di cena e' un continuo strombazzare e scaricare fumi. Ammetto che, nonostante la mia esperienza di traffico indiano, ho difficolta' ad attraversare Vacchhara road, che e' una delle arterie principali. Oggi sono andata lungo il fiume Tapi, che attraversa la citta' prima di sfociare nel Mar Arabico. E' stato trasformato in una fogna simile alla Yamuna di New Delhi ma in bella vista e olfatto. L'altro ieri hanno trovato un delfino morto, probabilmente suicida. L'antico forte, o quello che rimane, sembra uscito da un bombardamento, la puzza di fogna pervade tutto il quartiere e i marciapiedi sono inaccessibili per le voragini dei lavori in corso. Ho visitato gli unici monumenti della citta', sopravissuti perche' - grazie-a-Dio - sono stati protetti dalla Soprintendenza. Sono delle tombe di olandesi, inglesi e armeni.
Insomma un esempio comune di degrado urbano, considerando che e' una metropoli da 5 milioni di abitanti, in fortissima crescita e con pochissimi o zero controlli per il rispetto dell'ambiente.
Sono stata pero' molto sorpresa dal leggere che nel 2010 Surat e' stata nominata nel 2010 in una classifica del governo ''la terza citta' piu' pulita dell'India'' dopo Chandigar e Mysore (quarta New Delhi!). Ho poi riso a crepapelle leggendo che la citta' ''potrebbe essere la Singapore dell'India'' e che e' stata selezionata come ''global city'' da un'associazione ecologica del Regno Unito.
Forse nessuno si e' mosso dalla sedia per scrivere queste cose.
Tutta questa enfasi trova pero' una giustificazione nel bisogno di rilanciare l'immagine di Surat. Nel 1994 la citta' e' salita alla ribalta della cronaca mondiale per una epidemia di peste polmonare, cosa che sembrava non esistesse neppure piu' se non nei Promessi Sposi. La peste di Surat e' stata raccontata in un reportage di Tiziano Terzani per il Corriere della Sera. Un pezzo magistrale, anche perche' minimizza addirittura sui morti...dicendo pero' la verita' sulle condizioni disumane dei ghetti della citta' gia allora in forte boom industriale.
Probabilmente da allora avranno ammazzato un po' di topi e rimosso le baraccopoli, ma la bomba ecologica rimane, eccome.
http://articles.timesofindia.indiatimes.com/2012-05-14/surat/31700297_1_sustainable-development-model-city-diamond-city
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