New Delhi, 18 febbraio 2013
E' vero che io non leggo i giornali in Italia e che quindi non conosco gli arcani misteri della politica italiana. Pero' ancora una volta mi sembra che sulla questione dei maro' si sia completamente perso la bussola. Io non sto da nessuna parte se non quella di raccontare i fatti come stanno qui in India. Quindi quattro semplici considerazioni:
1 La Corte Suprema in India e' una istituzione quasi ''sacra'', nel senso che gode del massimo rispetto ed e' ritenuta dai cittadini come l'unico potere dello Stato veramente ''pulito''. Non ci sono toghe rosse, bianche o gialle... o per lo meno non ne ho mai sentito parlare. Per ottenere il famoso permesso per votare, i maro' si sono rivolti alla Corte e quindi al massimo organo giudiziario e si sono impegnati davanti al suo presidente Altamas Kabir. E' una cosa diversa da un accordo tra governi. Per di piu', per ottenere l'autorizzazione a partire hanno utilizzato un avvocato che e' uno dei piu' prestigiosi in India, Harish Salve, che ora giustamente e' andato su tutte le furie perche' si sente ingannato.
2 I maro' non erano ai ceppi in una segreta della prigione di Tihar, ma erano liberi di andare dove volevano e ospitati tra le comodita' dell'ambasciata a New Delhi. Altri italiani con guai con la giustizia non hanno ricevuto questo trattamento. Avevano anche un lavoretto in un ufficio e pure l'accesso diretto alla fornita cucina dell'ambasciatore. Si trattava di aspettare un po' di tempo perche' si costituisse un tribunale per esaminare il caso della giurisdizione come aveva ordinato il giudice Kabir. Certo forse dei mesi, ma intanto nessuno qui in India si ricordava piu' dei maro'. L'attenzione mediatica era precipitata dallo scorso anno. Nessuno aveva protestato quando erano partiti dal Kerala il 18 gennaio.
3 Qui sono disperati. Perche' si vede che il governo indiano vorrebbe uscirne in qualche modo, ma sa che non avra' piu' interlocutori ben presto. Il silenzio della Farnesina di oggi e' emblematico. Un legale che ha seguito la vicenda oggi mi ha posto il seguente quesito e lo ha fatto con un tono come se mi chiedesse il terzo segreto di Fatima: quale e' la posizione del partito che ha vinto le elezioni sui maro'? gli ho detto che prima bisogna capire chi ha vinto. Ma scherzi a parte, cosa ne pensa la sinistra su questa vicenda? Se qualcuno lo sa, lo faccia sapere al piu' presto agli indiani.
4 Tranquilli per l'ambasciatore Mancini che ha giurato sul ritorno dei maro'. La sua immunita' rimane, non c'e' solo nel momento in cui e' davanti alla Corte. Ma nessuno puo' arrestarlo o fermarlo. E anche l'India lo sa, ma deve mostrare i muscoli come tutti in questa storia di puro celodurismo.
E' vero che io non leggo i giornali in Italia e che quindi non conosco gli arcani misteri della politica italiana. Pero' ancora una volta mi sembra che sulla questione dei maro' si sia completamente perso la bussola. Io non sto da nessuna parte se non quella di raccontare i fatti come stanno qui in India. Quindi quattro semplici considerazioni:
1 La Corte Suprema in India e' una istituzione quasi ''sacra'', nel senso che gode del massimo rispetto ed e' ritenuta dai cittadini come l'unico potere dello Stato veramente ''pulito''. Non ci sono toghe rosse, bianche o gialle... o per lo meno non ne ho mai sentito parlare. Per ottenere il famoso permesso per votare, i maro' si sono rivolti alla Corte e quindi al massimo organo giudiziario e si sono impegnati davanti al suo presidente Altamas Kabir. E' una cosa diversa da un accordo tra governi. Per di piu', per ottenere l'autorizzazione a partire hanno utilizzato un avvocato che e' uno dei piu' prestigiosi in India, Harish Salve, che ora giustamente e' andato su tutte le furie perche' si sente ingannato.
2 I maro' non erano ai ceppi in una segreta della prigione di Tihar, ma erano liberi di andare dove volevano e ospitati tra le comodita' dell'ambasciata a New Delhi. Altri italiani con guai con la giustizia non hanno ricevuto questo trattamento. Avevano anche un lavoretto in un ufficio e pure l'accesso diretto alla fornita cucina dell'ambasciatore. Si trattava di aspettare un po' di tempo perche' si costituisse un tribunale per esaminare il caso della giurisdizione come aveva ordinato il giudice Kabir. Certo forse dei mesi, ma intanto nessuno qui in India si ricordava piu' dei maro'. L'attenzione mediatica era precipitata dallo scorso anno. Nessuno aveva protestato quando erano partiti dal Kerala il 18 gennaio.
3 Qui sono disperati. Perche' si vede che il governo indiano vorrebbe uscirne in qualche modo, ma sa che non avra' piu' interlocutori ben presto. Il silenzio della Farnesina di oggi e' emblematico. Un legale che ha seguito la vicenda oggi mi ha posto il seguente quesito e lo ha fatto con un tono come se mi chiedesse il terzo segreto di Fatima: quale e' la posizione del partito che ha vinto le elezioni sui maro'? gli ho detto che prima bisogna capire chi ha vinto. Ma scherzi a parte, cosa ne pensa la sinistra su questa vicenda? Se qualcuno lo sa, lo faccia sapere al piu' presto agli indiani.
4 Tranquilli per l'ambasciatore Mancini che ha giurato sul ritorno dei maro'. La sua immunita' rimane, non c'e' solo nel momento in cui e' davanti alla Corte. Ma nessuno puo' arrestarlo o fermarlo. E anche l'India lo sa, ma deve mostrare i muscoli come tutti in questa storia di puro celodurismo.
1 commento:
Brava.Pezzo eccellente
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