Allahabad, 12 febbraio 2013
Penso che sia il colmo fare il piu' importante pellegrinaggio induista in un posto che si chiama ''la citta' di Allah'' ovvero Allahabad. Ma poi ho scoperto che qui la chiamano con il vecchio nome di Prayag.
Ho trovato una tenda all'International Media Camp, un accampamento di lusso per giornalisti stranieri al prezzo politico di 700 rupie a notte. So che tende simili costano circa 100 dollari nei giorni clou per le immersioni. In effetti le tende sono belle e spaziose, con gabinetti all'occidentale sul retro. Per l'acqua calda ci hanno fornito una resistenza che si mette nel secchio, ma che ho paura ad usare. Mi dispiace di non stare con i colleghi indiani che invece sono ammassati in dormitori non so esattamente dove.
Mi hanno poi dato un pass con la foto, un libretto con le info sul Kumbh e una mappa un po' approssimativa. E poi per consolarmi mi hanno detto che ''dopo due o tre giorni si comincia a capire''.
La prima uscita e' stata disastrosa in effetti. Ci ho messo un paio di ore a raggiungere il fiume dove ho visto l'aarti, la cerimonia serale di adorazione del Gange (vedi qui sotto).
Il colpo d'occhio visto da un tempio in stile sud indiano a tre piani e' sconvolgente. E' un'immensa tendopoli. Non si vede la fine. Ancora una volta mi sono venute in mente le grandi crisi umanitarie.
A fendere la folla che va in tutte le direzioni, come in un formicaio, mi vengono le vertigini. Penso che se mi succede qualcosa, tipo un malore, potrei sparire senza che nessuno se ne accorga...Ma poi mi accorgo che ogni 50 metri ci sono dei poliziotti che dirigono la gente e danno informazioni. Comincio a capire che c'e' una complessa organizzazione.
Penso che sia il colmo fare il piu' importante pellegrinaggio induista in un posto che si chiama ''la citta' di Allah'' ovvero Allahabad. Ma poi ho scoperto che qui la chiamano con il vecchio nome di Prayag.
Ho trovato una tenda all'International Media Camp, un accampamento di lusso per giornalisti stranieri al prezzo politico di 700 rupie a notte. So che tende simili costano circa 100 dollari nei giorni clou per le immersioni. In effetti le tende sono belle e spaziose, con gabinetti all'occidentale sul retro. Per l'acqua calda ci hanno fornito una resistenza che si mette nel secchio, ma che ho paura ad usare. Mi dispiace di non stare con i colleghi indiani che invece sono ammassati in dormitori non so esattamente dove.
Mi hanno poi dato un pass con la foto, un libretto con le info sul Kumbh e una mappa un po' approssimativa. E poi per consolarmi mi hanno detto che ''dopo due o tre giorni si comincia a capire''.
La prima uscita e' stata disastrosa in effetti. Ci ho messo un paio di ore a raggiungere il fiume dove ho visto l'aarti, la cerimonia serale di adorazione del Gange (vedi qui sotto).
Il colpo d'occhio visto da un tempio in stile sud indiano a tre piani e' sconvolgente. E' un'immensa tendopoli. Non si vede la fine. Ancora una volta mi sono venute in mente le grandi crisi umanitarie.
A fendere la folla che va in tutte le direzioni, come in un formicaio, mi vengono le vertigini. Penso che se mi succede qualcosa, tipo un malore, potrei sparire senza che nessuno se ne accorga...Ma poi mi accorgo che ogni 50 metri ci sono dei poliziotti che dirigono la gente e danno informazioni. Comincio a capire che c'e' una complessa organizzazione.
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