PERCORSI - Pedalando a Delhi/ da Indira Gandhi ai jinn di Feroz Shah Kotla

Sono una delle poche straniere che va in bicicletta a New Delhi, piu' che per sport, perche' mi piace come mezzo di trasporto. Spesso mi avventuro nella citta' vecchia alla scoperta di tesori che Delhi nasconde. La bici e' ottima in questo senso. A differenza della moto, si ha il tempo di guardarsi intorno e si corre via veloce quando c'e' bisogno, cosa che a piedi non e' possibile. La domenica e' ideale perche' non c'e' traffico e la citta' sembra davvero svelare i suoi lati migliori. Ogni volta scopro qualcosa di nuovo. Quindi ho deciso di inaugurare una serie di 'Pedalando a Delhi'' con itinerari per chi vuole esplorare la citta' in maniera ecologica e sana.


Tracciato: Da Indira Gandhi ai jinn di Feroz Shah Kotla
Durata: 4-6 ore
Lunghezza: circa 20 chilometri
Difficolta': media

Partenza: Safdarjung Enclave. Si imbocca Africa Avenue in direzione Chanyakiapuri. La strada e' ombrosa e tranquilla perche' a un certo punto costeggia il Nehru Park. Si passa davanti all'Ashoka Hotel e alla residenza del primo ministro di Race Course. Sulla destra c'e' l'ippodromo di Delhi.
Prima tappa: Indira Gandhi Memorial - Safdarjung Road 1.  Piacevole sosta nel bungalow bianco che e' stata la residenza della premier Indira Gandhi e anche il luogo dove e’ stata assassinata nel 1984. In questa villetta vivevano anche Rajiv Gandhi e Sonia Maino con i loro due figli. E' piena di foto e di ricordi della famiglia. Ci sono anche foto scattate a Cambridge quando si sono conosciuti la bellissima Sonia e l’allora pilota di linea Rajiv. Poi scatti di Rahul con gli occhiali spessi da piccolo e di Priyanka con una specie di cappello da bersagliere. C’e’ anche parte del kurta pijama che Rajiv indossava quando e' stato ucciso da un kamikaze. Un po ‘ macabro. Alla domenica, il posto e' pieno di torpedoni di gitanti, di tutte le religioni e caste, e' bello vedere come guardano ammirati le immagini. La casa e’ stata mantenuta con l'arredo originario, penso, con molti pezzi d’arte. Mi chiedo se c’e’ lo zampino di Sonia. In gardino, una passella di vetro segna gli ultimi passi di Indira Gandhi prima di cadere sotto i fuoco di due guardie del corpo sikh. Immagino quella mattina alle 9.30 del 31 ottobre 1984 quando Sonia corre in giardino anora in vestaglia dopo aver sentito gli spari e le grida di aiuto. E' lei che soccorre la suocera e la carica su un Ambassador per portarla all'ospedale. Ma Indira crivellata di colpi era gia’ morta.
Verso Connaught Place. Si passa intorno al grande parco del palazzo presidenziale, il Rashtrapati Bhawan, con il suo muro di cinta decorato e le stalle per il reggimento a cavallo del presidente. Tra un po' cambia inquilino, la presidentessa Pratibha Patil se ne va e arriva Pranab Mukerjee, ex ministro Finanze. Piu' avanti c'e' anche il complesso sportivo di Talkatora ristrutturato dopo i Giochi del Commonwealth dell’ottobre 2010. C'e un bel parco pieno di fiori. Volendo si puo' fare un'altra tappa qui magari per un gelato, ma tiro dritto in Ashoka road dove spicca la bella cattedrale cattolica di Delhi, il Sacro Cuore (Sacred Heart).
Seconda tappa: shopping a Paharganj, mercatino degli hippies. Il posto e' caotico , ma pittoresco. Incensi, borse con stampate foglie di maryuana, prodotti ayurvedici e collanine. E tanti ragazzi stranieri. E' la porta di ingresso alla vecchia citta' di Delhi, lo si sente dagli odori, dalle mucche e dai cumuli di spazzatura.
Cavalcavia verso Ajmeri Gate. Bisogna attraversare la ferrovia, qui c’e’ la stazione di New Delhi. Il cavalcavia non e’ ripido, ma offre un panorama sulla stazione e sugli slum. Di solito e' una delle zone piu' caotiche di Delhi, ma per fortuna alla domenica e' vuoto. Da qui in avanti si e’ nella citta’ moghul di Shahjanabad.
Terza tappa: mercatino della domenica di libri usati e nuovi di Chawri Bazar e Darya Ganj. E’ tempo di scendere dalla sella e di rovistare tra i mucchi di volumi tascabili e, a volte, anche qualche novita' appena uscita. E' una miniera di occasioni, soltanto che in bicicletta non ci si puo’ caricare troppo. Vicino a un vecchio cinema si fa sosta per un rabri-faluda, delizioso dolce al latte servito in un bicchiere con il ghiaccio, tipo granita. Un po’ piu’ avanti proseguendo la grande Bahadur Shah Zafar Road c'e' Jama Masjid, ma la giornata volge al termine ed e' ora di tornare. Inversione a U.
Quarta tappa: Complesso di Feroz Shah Kotla. E' una delle sette citta' di Delhi, Ferozabad, del 1300, ma e' decisamente poco conosciuta e battuta. Una destinazioni per intenditori. Ci sono i resti di un palazzo, una bella baoli e una moschea ancora in funzione che secondo le leggenda era la preferita di Tamerlano quando ha conquistato la citta’. Con l'aiuto di un ottimo e gentile custode, scopro poi una cosa fantastica: nei sotterranei dove c'erano le prigioni, ci sono angoli bui pieni di fiori, candele, incensi e fogliettini. Mi dicono che vengono qui a pregare i ''jinn'', gli ''spiriti’’ (secondo la tradizione sufi islamica) perche’ esaudiscano i loro desideri e problemi. (Leggi qui)‘’La citta’ dei jinn’’ e’ quella descritta da William Dalrymple in uno dei libri piu’ belli dedicati a Delhi. Da allora Dalrymple se ne e' innamorato e non e' mai piu' andato via.
Ritorno. Volendo fare una variazione c’e’ il laghetto del Purana Qila, con i suoi pedalo’, altro forte gemello sulla stessa linea del Forte Rosso e del Feroz Shah Kotla. Tutti (allora) erano sulle sponde del fiume Jamuna. Ma io proseguo perche' preferisco una sosta al Khan Market da Khan Chacha, lo specialista degli spiedini. Mi servono per affrontare l'ultima pedalata a casa ormai all'imbrunire.

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