Me lo avevano detto di evitare Railay Beach, a Krabi,
perche' devastata, non dallo tsunami, ma dall'aggressiva cementificazione. Io
ci sono voluta andare lo stesso ed e' stato uno shock. Il problema non e' il
sovraffollamento dei turisti che sbarcano ogni giorno con le ''tail boat'' da Ao
Nang oppure dal piu' discreto e meno caro porticciolo di Nam Mao.
Il problema vero sono i resort che ricreano a loro uso e consumo piccoli e brutti paradisi artificiali distruggendo i grandi e fantastici paradisi creati dalla natura.
Mi sono quasi messa a piangere vedendo il marciapiede di cemento che si snoda sull'arenile e tra le mangrovie di Railay Est (VEDI FOTO), dove sono arrivata con la barca, per circa mezzo chilometro fino a raggiungere un eco-mostro sull'estremita' della baia. L'insenatura e' circondata da un impenetrabile anfiteatro di rocce carsiche ricoperte da una folta vegetazione tropicale. Sull'altra estremita' invece dopo ristoranti e negozi (c'e' anche un ottico!) c'e' un enorme cantiere, come se dovessero tirare su' un grattacielo.
Railay e' una penisoletta, una lingua minuscola di terra, a cui si arriva solo in barca e che si attraversa da lato a lato in due minuti. E' un vero bijou di Madre Natura, forse uno dei posti piu' affascinanti della Thailandia, per gli scogli, le grotte nascoste, la sabbia bianca e il mare cristallino. Una classica cartolina insomma. Cosa da mettere in un museo come fosse la Gioconda o il David di Raffaello.
Invece per arrivare alla spiaggetta di Railay West, quella piu' scenica, con le rocce da arrampicare e la famosa grotta della principessa indiana Phra Nang (legata a una leggenda popolare e piena di simboli fallici del dio Shiva), bisogna passare lungo un alto muro di cemento, per fortuna ricoperto di bambu', dell'enorme e invadente resort Rayavadee. Non contenti dello scempio, l'hotel ha pure costruito un brutto un muretto in spiaggia per separare i preziosi clienti dalla plebe che grazie-a -Dio ha ancora il diritto di usare il litorale. Un diritto che spero nessuno mettera' mai in discussione.
Ma la cosa piu' assurda sono i rumorosi trattori diesel con rimorchio che entrano in mare (dove forse c'erano i coralli!!!!!) per deporre i turisti sulle barche senza che si bagnino i piedi (VEDI FOTO). Manca infatti un pontile e le imbarcazioni non possono arrivare a riva quando c'e' bassa marea. Non potevo credere ai miei occhi.
Ancor piu' drammatico e' che nessuno si rende conto dello scempio generale di Railay, anzi ho perfino trovato dei cartelli che inneggiano alla sostenibilita' ambientale in mezzo al delirio di cemento. Che tristezza.
Il problema vero sono i resort che ricreano a loro uso e consumo piccoli e brutti paradisi artificiali distruggendo i grandi e fantastici paradisi creati dalla natura.
Mi sono quasi messa a piangere vedendo il marciapiede di cemento che si snoda sull'arenile e tra le mangrovie di Railay Est (VEDI FOTO), dove sono arrivata con la barca, per circa mezzo chilometro fino a raggiungere un eco-mostro sull'estremita' della baia. L'insenatura e' circondata da un impenetrabile anfiteatro di rocce carsiche ricoperte da una folta vegetazione tropicale. Sull'altra estremita' invece dopo ristoranti e negozi (c'e' anche un ottico!) c'e' un enorme cantiere, come se dovessero tirare su' un grattacielo.
Railay e' una penisoletta, una lingua minuscola di terra, a cui si arriva solo in barca e che si attraversa da lato a lato in due minuti. E' un vero bijou di Madre Natura, forse uno dei posti piu' affascinanti della Thailandia, per gli scogli, le grotte nascoste, la sabbia bianca e il mare cristallino. Una classica cartolina insomma. Cosa da mettere in un museo come fosse la Gioconda o il David di Raffaello.
Invece per arrivare alla spiaggetta di Railay West, quella piu' scenica, con le rocce da arrampicare e la famosa grotta della principessa indiana Phra Nang (legata a una leggenda popolare e piena di simboli fallici del dio Shiva), bisogna passare lungo un alto muro di cemento, per fortuna ricoperto di bambu', dell'enorme e invadente resort Rayavadee. Non contenti dello scempio, l'hotel ha pure costruito un brutto un muretto in spiaggia per separare i preziosi clienti dalla plebe che grazie-a -Dio ha ancora il diritto di usare il litorale. Un diritto che spero nessuno mettera' mai in discussione.
Ma la cosa piu' assurda sono i rumorosi trattori diesel con rimorchio che entrano in mare (dove forse c'erano i coralli!!!!!) per deporre i turisti sulle barche senza che si bagnino i piedi (VEDI FOTO). Manca infatti un pontile e le imbarcazioni non possono arrivare a riva quando c'e' bassa marea. Non potevo credere ai miei occhi.
Ancor piu' drammatico e' che nessuno si rende conto dello scempio generale di Railay, anzi ho perfino trovato dei cartelli che inneggiano alla sostenibilita' ambientale in mezzo al delirio di cemento. Che tristezza.
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