Ho scoperto dove sono i famosi ''jinn'' di New Delhi, i ''geni'' della lampada di Aladino per intenderci, gli spiriti buoni (o cattivi) secondo la tradizione mussulmana che vivono intorno a noi. Per lo scrittore William Dirlymple la capitale indiana e' ''la citta' dei jinn''. Nel caotico sviluppo della metropoli, soprattutto negli ultimi anni, e' sempre piu' difficile capire quanto sia legata al suo passato mussulmano. Tutti i monumenti risalgono all'epoca dei sultani e dei mughal. L'anima della vecchia Delhi e' ancora mussulmana. Le vecchie moschee o cosa e' rimasto sono rimasti luoghi di culto.
A Feroz Sha Kotla, sito della ex fortezza di Ferozabad, costruita nel XIV secolo, ci sono dei sotterranei sotto una moschea. Sono ex prigioni mi hanno detto. Gli incavi della parete su fondo, sono pieni di lumini, incensi e petali di rosa. Ci sono anche dei biglietti con delle suppliche. Entrarci fa un po' paura per via degli striduli dei pipistrelli. Qui c'e' l'hub'' dei jinn di Delhi. L'atmosfera e' magica come le Mille e Una Notte. Eppure tutto intorni c'e' un groviglio di strade, impianti sportivi, lavori per la metropolitana che piano a piano stanno ingoiando il centro storico. Ma questo posto sembra fuori dal tempo. Sopra la moschea volteggiano anche decine di falchi, che vengono nutriti regolarmente. A lato svetta una colonna di Ashoka, portata qui - chissa perche' - dal sultano Feroz Shah Tughlaq dal Punjab forse come trofeo di guerra. La gente entra, si leva le scarpe, e bisbiglia una preghiera davanti a ogni antro buio. Ma mi accorgo che anche fuori, quasi in ogni angolo o ogni anfratto c'e' una candela o un mucchietto di petali secchi. Ci deve essere un vero e proprio affollamento di geni. Capisco anche perche' questo sito non e' nel circuito turistico, pur essendo a fianco di Jama Masjid e del Forte Rosso. E perche' non l'ho mai scoperto. Forse c'e' un tacito accordo a non disturbare i jinn di Delhi?
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