Se c'era ancora bisogno di una prova che Sonia Gandhi, la leader del partito indiano del Congresso e' ancora saldamente in sella, ebbene questa e' arrivata dalla scelta di Pranab Mukherjee come prossimo presidente della Repubblica indiana. La carica e' altamente simbolica, ancora di piu' di quanto non lo sia nell'ordinamento italiano. In cinque anni di mandato, l'attuale presidente Pratibha Patil, prima donna a capo dello Stato indiano, raramente si e' fatta sentire dal suo domicilio dorato del Rashtrapati Bhawan, il maestoso ''campidoglio'' circondato da un immenso parco che domina il quartiere ex britannico di New Delhi. Forse e' anche per questo basso profilo che la Gandhi non l'ha riproposta.
Ha invece tirato fuori dal cilindro il nome del 76enne Mukheerjee, ministro delle Finanze e fino al 2008 ministro degli Esteri, suo braccio destro, ''pompiere'' nelle crisi politiche e anche dato - a un certo punto - come candidato premier nelle elezioni del 2014. Ma il destino ha riservato a ''Dada'' (zio paterno in hindi) come lo chiamano i colleghi di partito un posto meno impegnativo in cui potra' godersi la fine della sua lunghissima carriera, iniziata a fianco di Indira Gandhi.
Per imporre il suo nome, Sonia si e' battuta come una leonessa e alla fine l'ha spuntata sugli alleati ribelli. Non e' riuscita a piegare soltanto la solita ''bastian contraria'' di Mamata Banerjee, la leader dei contadini di Calcutta e fustigatrice dei comunisti bengalesi. Didi (sorella maggiore) ha puntato i piedi e ha detto di no a Dada.
Ma sembra che Pranab abbia comunque i voti (parlamentari nazionali piu' quelli degli Stati) per essere eletto il 19 luglio.
Dopo una giornata di consultazioni, con ''macchine blu''' che andavano avanti e indietro da una sede di un partito all'altra, una Sonia visibilmente soddisfatta ha annunciato il candidato Mukherjee che si vedeva che era al settimo cielo. A fianco il solito inespressivo Manmohan Singh, che domani parte al lavoro per l'America Latina (G20 e Rio+20) e a cui adesso tocca anche il compito di occuparsi del ministero delle Finanze - poltrona bollente di questi tempi - in attesa di trovare un sostituto.
Ha invece tirato fuori dal cilindro il nome del 76enne Mukheerjee, ministro delle Finanze e fino al 2008 ministro degli Esteri, suo braccio destro, ''pompiere'' nelle crisi politiche e anche dato - a un certo punto - come candidato premier nelle elezioni del 2014. Ma il destino ha riservato a ''Dada'' (zio paterno in hindi) come lo chiamano i colleghi di partito un posto meno impegnativo in cui potra' godersi la fine della sua lunghissima carriera, iniziata a fianco di Indira Gandhi.
Per imporre il suo nome, Sonia si e' battuta come una leonessa e alla fine l'ha spuntata sugli alleati ribelli. Non e' riuscita a piegare soltanto la solita ''bastian contraria'' di Mamata Banerjee, la leader dei contadini di Calcutta e fustigatrice dei comunisti bengalesi. Didi (sorella maggiore) ha puntato i piedi e ha detto di no a Dada.
Ma sembra che Pranab abbia comunque i voti (parlamentari nazionali piu' quelli degli Stati) per essere eletto il 19 luglio.
Dopo una giornata di consultazioni, con ''macchine blu''' che andavano avanti e indietro da una sede di un partito all'altra, una Sonia visibilmente soddisfatta ha annunciato il candidato Mukherjee che si vedeva che era al settimo cielo. A fianco il solito inespressivo Manmohan Singh, che domani parte al lavoro per l'America Latina (G20 e Rio+20) e a cui adesso tocca anche il compito di occuparsi del ministero delle Finanze - poltrona bollente di questi tempi - in attesa di trovare un sostituto.
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