Tra le varie Indie misteriose ce n'e' una che proprio non capisco. Gli induisti adorano i fiumi, l'ho visto quando lo scorso anno sono andata in pellegrinaggio alle sorgenti della Ganga (Gange) nell'Himalaya. Ma allora perche' permettono che l'affluente Yamuna, anche questa una divinita' dell'affollato panteon induista, si riduca a un rigagnolo di liquami nel mezzo di New Delhi? Grande mistero.
A meta' della Cycloton, dove sono riusciti miracolosamente a coinvolgere un migliaio di ciclisti, Vimlendu Jha, fondatore di Swechha e documentarista, lo ha detto chiaramente. Il fiume e' ridotto a una fogna, dove non c'e' piu' vita, perche' non c'e' interesse politico o economico a risolvere la questione ambientale. ''Basterebbe che lo stato vicino dell'Uttar Pradesh faccia entrare piu' acqua a monte in modo che il fiume possa auto depurarsi, ma in UP c'e' un altro governo, quello di Mayawati, ostile a quello di New Delhi'' ha spiegato con foga Vimlendu dopo aver radunato i ciclisti su uno dei pochi tratti in cui e' ancora visibile. Ha poi aggiunto una sacrosanta verita' : ''ripulire il fiume con rende soldi a nessuno, non c'e' da costruire nulla, non c'e' da muovere cemento o acciao''.
Mi rendo conto che quello che sta facendo Swechha e' la classica goccia nell'oceano, pero' bisogna pur partire da qualche parte. Per me e' stato esaltante, partire in piena notte da casa, in pieno inverno, per raggiungere il fiume alle sette del mattino quando partiva la biciclettata. Mi hanno spiegato che non potevano farla ad un orario piu' accettabile perche' la polizia non avrebbe dato i permessi. Gia' e' stato un miracolo fermare il traffico sui ponti e sulla tangenziale...e anche e' stato un miracolo che nessuno e' stato stirato da un camion o finito in un tombino aperte o in un cratere della strada. Insomma, se conoscete Delhi potete capire che c'e' voluto un bel coraggio, purtroppo con pochi risultati mediatici e di presa sull'opinione pubblica.
Ieri sono andata a un'iniziativa di una ong Swechha che ha organizzato una ''Yamuna Cycloton'', una cosa veramente da setta segreta. Proprio come il progetto Yamuna-Elbe Public Art Initiative di cui avevo parlato in questo post. Primo per l'uso della bicicletta come mezzo ricreativo, secondo per il percorso intorno al fiume-cloaca stretto tra tangenziali, cavalcavia e metropolitana. Non mi stupirei se a un certo punto la municipalita' decidesse di coprirlo per farci sopra una nuova strada. Non e' cosi' che stanno facendo anche con un canale a Defence Colony, uno dei quartiere ricchi ma piagato da una ''nala'' puzzolente.
Ai tempi del moghul, nel ''Rinascimento'' indiano, la Yamuna era lo sfondo dei palazzi reali e monumenti. Il Taj Mahal ad Agra e' costruito sulla sponda del fiume e anche il Forte Rosso di New Delhi lo era, prima che il fiume cambiasse corso. Sullo Yamuna ci sono i mausolei dei grandi dell'India, come il Mahatma, e il fiume sacro fa parte anche di molti rituali religiosi, per esempio a Dussheira, quando ci immergono i simulacri della dea Durga. Ci sono anche molti devoti che si fermano a fare un'offerta, un cocco o una candela votiva. Non l'ho mai visto fare, ma forse le famiglie versano anche le ceneri dei propri cari. Insomma e', o sembra, importante. Non era come il Po quando ero piccola che era proprio nell'oblio totale.
Nonostante cio', non c'e' alcuna volonta' politica o popolare di fare qualcosa per ripulire o ripristinare le sponde dello Yamuna.A meta' della Cycloton, dove sono riusciti miracolosamente a coinvolgere un migliaio di ciclisti, Vimlendu Jha, fondatore di Swechha e documentarista, lo ha detto chiaramente. Il fiume e' ridotto a una fogna, dove non c'e' piu' vita, perche' non c'e' interesse politico o economico a risolvere la questione ambientale. ''Basterebbe che lo stato vicino dell'Uttar Pradesh faccia entrare piu' acqua a monte in modo che il fiume possa auto depurarsi, ma in UP c'e' un altro governo, quello di Mayawati, ostile a quello di New Delhi'' ha spiegato con foga Vimlendu dopo aver radunato i ciclisti su uno dei pochi tratti in cui e' ancora visibile. Ha poi aggiunto una sacrosanta verita' : ''ripulire il fiume con rende soldi a nessuno, non c'e' da costruire nulla, non c'e' da muovere cemento o acciao''.
Mi rendo conto che quello che sta facendo Swechha e' la classica goccia nell'oceano, pero' bisogna pur partire da qualche parte. Per me e' stato esaltante, partire in piena notte da casa, in pieno inverno, per raggiungere il fiume alle sette del mattino quando partiva la biciclettata. Mi hanno spiegato che non potevano farla ad un orario piu' accettabile perche' la polizia non avrebbe dato i permessi. Gia' e' stato un miracolo fermare il traffico sui ponti e sulla tangenziale...e anche e' stato un miracolo che nessuno e' stato stirato da un camion o finito in un tombino aperte o in un cratere della strada. Insomma, se conoscete Delhi potete capire che c'e' voluto un bel coraggio, purtroppo con pochi risultati mediatici e di presa sull'opinione pubblica.
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