Dopo 18 anni di professione giornalistica, sono stata espulsa dall'Ordine dei Giornalisti del Lazio perche' non ho pagato le quote di iscrizione degli ultimi tre anni. Il totale delle mie morosita' ammonta a 360 euro compresi gli interessi. Ovvero meta' del mio attuale salario da collaboratrice dell'Ansa.
Per comunicarmi l'espulsione hanno scomodato la Corte di Appello di Roma (Ufficio Unico degli Ufficiali Giudiziari) e perfino l'ambasciata d'Italia a New Delhi che mi ha consegnato la notifica (03/2011, la terza quindi dell'anno?) datata 25 luglio 2011.
Leggo: ''il signor (SIC) Coggiola..bla bla non ha adempiuto al dovere di pagare le quote di iscrizione all'Ordine (nonostante i ripetuti solleciti) per gli anni 2009, 2010, 2011; che l'articolo 29 del Regolamento bla bla; che il rifiuto persistente del pagameto delle quote, nonostante....costituisce GRAVE PERICOLO per la vita stessa dell'Ordine che trae esclusivamente i mezzi, per adempiere alla sue funzioni, dalle quote degli iscritti; che tale comportamento costituisce violazione dei doveri professionali e fatto di scorrettezza professionale.
Ecc ecc
Firmato da Filippo Anastasi (Consigliere segretario) e Bruno Tucci (Presidente).
Mi permetto di precisare per dovere di cronaca che ho scritto una mail al presidente Tucci ad agosto spiegandogli che ero free-lance e che si trattava di una somma eccessiva per i miei mezzi che sono molto limitati avendo una retribuzione che i miei colleghi spendono forse in un paio di cene.
La risposta e' stata quella di ricordarmi i miei doveri e che potevo chiedere una rateizzazione . Non ho replicato perche' mi trovavo in un momento negativo di riflessione sul mio mestiere. Che ovviamente rimane quello di giornalista, anche se non lo sono piu' secondo questi signori.
A pensare quel 6 giugno 1993, quando ho avuto nelle mie mani il tanto anelato tesserino rosso, non mi viene alcun rimpianto. All'epoca ero con l'Ordine Interregionale del Piemonte e Valle d'Aosta, poi da quando mi sono trasferita all'estero mi avevano detto che era meglio iscriversi all'Ordine del Lazio perche' e' li' che sono iscritti i giornalisti che hanno residenza Aire. E cosi' ho fatto nel 2007. Dubito che qualcuno abbia capito perche' mi sono trasferita e - con orrore - ho anche scoperto che nessuno sapeva che ero all'estero. Non esiste nessun elenco di questo genere e temo non sia neppure previsto. Eppure io lavoro solo per i media italiani come i miei colleghi in Italia.
Insomma, come quando ero iscritta a Torino, non ho mai ricevuto alcuna comunicazione se non i bollettini annuali per pagare la quota.
Nessuno si e' accorto che sono all'estero da 16 anni. Nessuno si e' accorto che sono free-lance. Nessuno si e' accorto che non ho la Casagit (la mutua dei giornalisti) e che non ho diritto all'Inpgi (la nostra pensione) anche se voglio pagare le quote di tasca mia. Nessuno si e' mai degnato di farmi sapere di eventuali agevolazioni o comunicazioni di altri iscritti al mio stesso ordine. Nessuno non mi ha mai mandato neppure gli Auguri di Natale.
Per comunicarmi l'espulsione hanno scomodato la Corte di Appello di Roma (Ufficio Unico degli Ufficiali Giudiziari) e perfino l'ambasciata d'Italia a New Delhi che mi ha consegnato la notifica (03/2011, la terza quindi dell'anno?) datata 25 luglio 2011.
Leggo: ''il signor (SIC) Coggiola..bla bla non ha adempiuto al dovere di pagare le quote di iscrizione all'Ordine (nonostante i ripetuti solleciti) per gli anni 2009, 2010, 2011; che l'articolo 29 del Regolamento bla bla; che il rifiuto persistente del pagameto delle quote, nonostante....costituisce GRAVE PERICOLO per la vita stessa dell'Ordine che trae esclusivamente i mezzi, per adempiere alla sue funzioni, dalle quote degli iscritti; che tale comportamento costituisce violazione dei doveri professionali e fatto di scorrettezza professionale.
Ecc ecc
Firmato da Filippo Anastasi (Consigliere segretario) e Bruno Tucci (Presidente).
Mi permetto di precisare per dovere di cronaca che ho scritto una mail al presidente Tucci ad agosto spiegandogli che ero free-lance e che si trattava di una somma eccessiva per i miei mezzi che sono molto limitati avendo una retribuzione che i miei colleghi spendono forse in un paio di cene.
La risposta e' stata quella di ricordarmi i miei doveri e che potevo chiedere una rateizzazione . Non ho replicato perche' mi trovavo in un momento negativo di riflessione sul mio mestiere. Che ovviamente rimane quello di giornalista, anche se non lo sono piu' secondo questi signori.
A pensare quel 6 giugno 1993, quando ho avuto nelle mie mani il tanto anelato tesserino rosso, non mi viene alcun rimpianto. All'epoca ero con l'Ordine Interregionale del Piemonte e Valle d'Aosta, poi da quando mi sono trasferita all'estero mi avevano detto che era meglio iscriversi all'Ordine del Lazio perche' e' li' che sono iscritti i giornalisti che hanno residenza Aire. E cosi' ho fatto nel 2007. Dubito che qualcuno abbia capito perche' mi sono trasferita e - con orrore - ho anche scoperto che nessuno sapeva che ero all'estero. Non esiste nessun elenco di questo genere e temo non sia neppure previsto. Eppure io lavoro solo per i media italiani come i miei colleghi in Italia.
Insomma, come quando ero iscritta a Torino, non ho mai ricevuto alcuna comunicazione se non i bollettini annuali per pagare la quota.
Nessuno si e' accorto che sono all'estero da 16 anni. Nessuno si e' accorto che sono free-lance. Nessuno si e' accorto che non ho la Casagit (la mutua dei giornalisti) e che non ho diritto all'Inpgi (la nostra pensione) anche se voglio pagare le quote di tasca mia. Nessuno si e' mai degnato di farmi sapere di eventuali agevolazioni o comunicazioni di altri iscritti al mio stesso ordine. Nessuno non mi ha mai mandato neppure gli Auguri di Natale.
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