Chi poteva avere il coraggio civico di fare una mostra d'arte e dei concerti sulle rive della Yamuna a New Delhi? Soltanto i tedeschi con la loro profonda coscienza ecologica. Il fiume che attraversa la capitale, un affluente del Gange, e' una cloaca dove non c'e' piu' vita da decenni ormai. Sono soltanto liquami in pratica. Le sponde ci sono, per fortuna, ma sono abbandonate. Come e' abbandonato anche un progetto dell'amministrazione locale di fare un parco, chiamato Golden Jubilee Park, vicino a un ponte di ferro costruito dagli inglesi cent'ani fa, che e' anche il' piu' vecchio ponte sulla Yamuna. Una meraviglia dell'ingegneria civile e simbolo della prima industrializzazione che ancora oggi serve sia per auto che per i treni (e' su doppio piano). Ebbene in questo spiazzo, per fortuna non cementificato, il ministro della Cultura tedesco e il Goethe Institute hanno montato una mostra ''Project Y. A Yamuna-Elbe Public Art and Outreach Project'' (vedi qui), che in realta' e' un gemellaggio con il fiume Elba che attravera Amburgo.
Ho passato una piacevole domenica pomeriggio a guardare le installazioni, tra cui una ''terrazza'' panoramica sul fiume, proiezioni sulla vita dei pescatori e altre sculture simboleggianti l'inquinamento e la sofferenza del fiume. Tra gli artisti indiani anche il keralese Gigi Scaria che ha partecipato alla Biennale di Venezia nel padiglione dedicato per la prima volta all'India con un ''Elevator from the Subcontinent''.
Alla sera poi le installazioni si sono illuminate e cosi' anche il ponte di ferro. Se non fosse per i liquami sottostanti e l'odore di fogna...sembrava quasi romantico, come stare al Valentino, sul Po a Torino o sulla Senna a Parigi.
Ho passato una piacevole domenica pomeriggio a guardare le installazioni, tra cui una ''terrazza'' panoramica sul fiume, proiezioni sulla vita dei pescatori e altre sculture simboleggianti l'inquinamento e la sofferenza del fiume. Tra gli artisti indiani anche il keralese Gigi Scaria che ha partecipato alla Biennale di Venezia nel padiglione dedicato per la prima volta all'India con un ''Elevator from the Subcontinent''.
Alla sera poi le installazioni si sono illuminate e cosi' anche il ponte di ferro. Se non fosse per i liquami sottostanti e l'odore di fogna...sembrava quasi romantico, come stare al Valentino, sul Po a Torino o sulla Senna a Parigi.
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