Dopo tanti in India ho scoperto lo yoga grazie a un maetro di un ashram di Rishikesh, uno dei posti che piu' amo. ''Yogi Chandrakant'' come si fa chiamare, e' l'icona tipo del maestro di yoga nell'immaginario occidentale. Ovviamente ha molto successo con gli stranieri e penso anche si sia anche adattato alle ''nostre'' esigenze di occidentali.
Discendente di una famiglia di yogi di Dehradun, decisamente carino, i capelli un po' riccioluti e gli occhi che ridono, e' un vero animale da palcoscenico. Magari non sara' al top come capacita' yoghistiche, ma ha davvero una vocazione per insegnare e soprattutto divertire.
L'ashram e' a Laxmanjhula, nel ''ghetto turistico'', direttamente sul Gange. Le lezioni sono alle sette del mattino e alle cinque della sera. Costano appena 100 rupie. Io ne ho fatte una decina, ma e' stata durissima, anche se non ho mai riso tanto in vita mia. Una sevizia, ma divertente e anche educativa.
La tecnica di Yogi Chandrakant e' quella di spiegare le cose con una semplicita' quasi comica. Penso sia inconsapevole da parte sua. Probabilmente il suo inglese che fa ridere o forse io da ignorante di yoga ho trovato le ''asana'' veramente esilaranti. Ma devo dire che ridevano anche i miei compagni. A volte eravamo in sei o sette, ma l'ultima lezione e' stata la piu' affollata, oltre una ventina.
La mia preferita e' la ''murgh asana'', la posizione del pollo, che lui interpretava in maniera quasi clownesca mentre dice ''cosi' potete vedere la sofferenza degli animali''. Si mettono testa e braccia tra le gambe divaricate e poi ci si stringe il viso tra le mani. C'e' una versione immobile e una ''murg asana chalana'' dove bisogna andare su e giu' sul tappetino, come razzolare, appunto.
La regola principale di Chandrakant e' che durante gli esercizi bisogna sorridere, sempre, perche' fa bene alla circolazione, ai muscoli del viso, allo spirito, ecc. Anzi parte dell'ora e mezzo di lezione e' dedicata alla ''terapia del riso'', una tecnico molto diffusa in India. Lui ci ha detto che ci sono 90 e passa tipi di risata nello yoga. Ce ne ha fatte qualcuna, tipo la risata della ragazzina adolescente o quella di un uomo grasso. ''Se non vi viene voglia di ridere guardate qualcuno che ride'' diceva mentre ridevamo tutti a crepapelle
A differenza di altro maestri che ho conosciuto, Chandrakant spiegava minuziosamente il significato di ogni asana, traducendo dal sanscrito e elencando ogni volta i benefici alle diverse parti del corpo, comprese le ''gender parts'' (parti intime) come le chiamava e per quale funzione corporale e' adatta o quale malanno puo' guarire.
In una lezione ha poi spiegato i misteriosi (per me) chakra facendoceli ''sentire'' attraverso delle parole e suoni che dovevamo ripetere. Insomma, se qualcuno va a Rishikesh, lo raccomando davvero, lo potete trovare su Facebook con il suo nome.
Discendente di una famiglia di yogi di Dehradun, decisamente carino, i capelli un po' riccioluti e gli occhi che ridono, e' un vero animale da palcoscenico. Magari non sara' al top come capacita' yoghistiche, ma ha davvero una vocazione per insegnare e soprattutto divertire.
L'ashram e' a Laxmanjhula, nel ''ghetto turistico'', direttamente sul Gange. Le lezioni sono alle sette del mattino e alle cinque della sera. Costano appena 100 rupie. Io ne ho fatte una decina, ma e' stata durissima, anche se non ho mai riso tanto in vita mia. Una sevizia, ma divertente e anche educativa.
La tecnica di Yogi Chandrakant e' quella di spiegare le cose con una semplicita' quasi comica. Penso sia inconsapevole da parte sua. Probabilmente il suo inglese che fa ridere o forse io da ignorante di yoga ho trovato le ''asana'' veramente esilaranti. Ma devo dire che ridevano anche i miei compagni. A volte eravamo in sei o sette, ma l'ultima lezione e' stata la piu' affollata, oltre una ventina.
La mia preferita e' la ''murgh asana'', la posizione del pollo, che lui interpretava in maniera quasi clownesca mentre dice ''cosi' potete vedere la sofferenza degli animali''. Si mettono testa e braccia tra le gambe divaricate e poi ci si stringe il viso tra le mani. C'e' una versione immobile e una ''murg asana chalana'' dove bisogna andare su e giu' sul tappetino, come razzolare, appunto.
La regola principale di Chandrakant e' che durante gli esercizi bisogna sorridere, sempre, perche' fa bene alla circolazione, ai muscoli del viso, allo spirito, ecc. Anzi parte dell'ora e mezzo di lezione e' dedicata alla ''terapia del riso'', una tecnico molto diffusa in India. Lui ci ha detto che ci sono 90 e passa tipi di risata nello yoga. Ce ne ha fatte qualcuna, tipo la risata della ragazzina adolescente o quella di un uomo grasso. ''Se non vi viene voglia di ridere guardate qualcuno che ride'' diceva mentre ridevamo tutti a crepapelle
A differenza di altro maestri che ho conosciuto, Chandrakant spiegava minuziosamente il significato di ogni asana, traducendo dal sanscrito e elencando ogni volta i benefici alle diverse parti del corpo, comprese le ''gender parts'' (parti intime) come le chiamava e per quale funzione corporale e' adatta o quale malanno puo' guarire.
In una lezione ha poi spiegato i misteriosi (per me) chakra facendoceli ''sentire'' attraverso delle parole e suoni che dovevamo ripetere. Insomma, se qualcuno va a Rishikesh, lo raccomando davvero, lo potete trovare su Facebook con il suo nome.
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