ALLE SORGENTI GANGE/11 - Baba Maharaji e il bar sport di Dodi Tal
A Dodi Tal, sopra il tempio dedicato a Ganesh, c’e’ una casupola dove da una ventina di anni vive un baba che si fa chiamare Maharaji e che ha un viso che esprime davvero una ricchezza interiore da maharaja’. Mi ha detto che ha 70 anni e che ancor prima di arrivare li’ ha deciso di abbandonare tutto e di dedicarsi alla ricerca spirituale. Non medita, non fa yoga, non prepara unguenti. Se ne sta in posizioni di loto su una coperta su un terrazzino davanti alla casa a chiacchierare con chi arriva e a farsi dei chilum con della ‘’ciaras’’ (hashish) locale che mi ha fatto vedere e che gli portano da un villaggio gia’ bella pronta. La casa del baba e’ praticamente il ‘’bar sport’’ del luogo.
Dopo una decina di minuti a Dodi Tal ci si conosce tutti. Negli ultimi 50 metri del sentiero che costeggiano il torrente emissario, ci sono alcune dhaba che praticano prezzi esorbitanti per mangiare e per una branda in un tugurio. Poi c’e’ la ‘’guest house’’ del governo dove il prezzo ufficiale e’ di 1.500 rupie e che e’ gestita da un ‘’guardiano’’ (‘’chowkidar’’). In alternativa, per chi non ha la tenda come me, c’e’ il retro del tempio, dove si dorme per terra o un posto nelle casupole dei brahmimi, due fratelli e il figlio di uno di loro.
A questa combriccola formata dal baba, dai brahmini e dal guardiano, si unisce occasionalmente anche un pastore locale e poi - naturalmente - i pellegrini o turisti. Oggi con me c’e’ un gruppo di ragazzi e ragazze di un vicino villaggio che si sono installati nel tempio con coperte e materassi.
Quando sono arrivata al laghetto, il pastore stava cercando di recuperare il gregge, circa 300 tra capre e pecore, e riportarlo sulle sponde del laghetto. Mentre fischiava e si sbracciava, il suo cane era al suo fianco con un aria annoiata.
Trovando la scena molto divertente, gli ho chiesto come mai il cane jon faceva il suo lavoro. Mi ha detto che era stato morso da altri e che era ‘’malato’’. n effetto la bestia aveva un grosso collare di ferro che, come mi e’ stao spiegato, serviva per impedire che lo azzannassero al collo. A un certo punto preso da un impeto di orgoglio, ha cercato di avvicinarsi a un caprone indisciplinato che per tutto rispota lo ha attaccato. La povera bestia e’ tornata immediatamente dietro il padrone con la coda tra le gambe.
Dopo un po’, rivedo il pastore da baba Maharaji, dove mi ero accomodata anche per iniziare la durissima contrattazione sulla guest house (sono scesa da 1.500 a 300 con ricevuta falsa di 60 rupie quindi il guardiano si e’ intascata la diffferenza). Con il cane al fianco, il pastore chiede al santone un ‘’giro’ di cilum e poi si mette a chiacchierare con i due brahmini. Il gregge si stava di nuovo allontanando dal lago, a un certo punto e’scomparso nella vallata. Gli ho chiesto se non si preoccupava, ma lui mi ha detto ‘’che non c’erano pericoli’’. Non ci sono leopardo o altri felini, l’unica causa di morte per le pecore sono delle erbe velenose. Poi mi ha detto che forse dovrebbe comprare un cane, quello dal pelo rosso (non come il suo che e’ nero) che e’ cosi’ bravo a prteggere le pecore ‘’che uno puo’ dormire tutto il giorno’’.
Al tramonto tutti i presenti, eccetto il baba, partecipano alla arthi (l’equivalente dei nostri vespri) con grande scampanellii e lunghissime litanie a Ganesh e alla sua famiglia di divinita’. Quando finisce la cerimonia, e’ calato il buio (ovviamente qui non c’e’ corrente), il baba mi invita a ‘’cena’’ che i ragazzi cucinano sul braciere del suo tugurio. Gli porto in regalo un berretto di lana che avevo trivato a Gomukh. Per la prima volta vedo come fare i ''roti'' sull’apposita padella prima e poi sulla brace. Comunichiamo poco, perche’ parlano il dialetto locale del Garhwal (Uttarakand) e anche perche’ penso che non abbiano mai visto stranieri. Le ragazze sono sorprese dal fatto he non porto l’anellino al naso e che non sia capace a stendere la pasta per il ‘’roti. Si divertono un sacco. Meno male che c’e’ il baba che capisce l'inglese e che interviene a mia difesa.
Quando esco, la costellazione del grande carro si e’ distesa esattamente sopra il laghetto in mezzo al cerchio delle montagne. Non ci sono altre stelle, ma solo la luce azzurrina della luna che sta per sorgere e che rischiare la mia stanza al posto delle candele.
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