La vallata del Bhagirati-Ganga e’ piena di riferimenti mitologici. Uno di questi e’ Dodi Tal, un laghetto da fiaba incastonato tra verdi montagne a circa 3 mila metri, considerato il luogo natale di Ganesha, il popolare dio elefante che protegge le case degli indiani, soprattutto di quelli ricchi.
Ci si arriva con una camminata abbastanza facile ma lunga, oltre 20 chilometri, che parte da Sangam Ciatti, un minuscolo villaggio a un’ora da Uttarkashi, circondato da un paesaggio bucolico. Arrivata nel pomeriggio, ho parcheggiato lo scooter davanti a una dhaba e poi zaino in spalla sono salita circa due ore fino a un villaggio chiamato Agora dove ho trascorso la notte. Di buon mattino, dopo sei sette ore prima di salita e poi sul costone della montagna, compare il lago di forma quasi rotonda con un raggio di circa 50 metri, pieno di pesci (trote, sembrano) e circondato da conifere. Quando sono arrivata c’era anche un gregge che completava il quadro perfetto per un presepe.
Per fortuna, a parte alcuni orribili ponticelli di cemento, non ci sono altre costruzioni a parte una guesthouse governativa dove mi trovo dopo una durissima contrattazione e due bungalow, uno pero’ ridotto a uno scheletro metallico. La maggior parte dei turisti arriva con la tenda e fornello. Avendo io invece bisogno di un posto dove dormire, ovviamente mi hanno chiesto cifre pazzesche. L’alternativa era tornare indietro oppure stare in un ‘’ashram’’ di un baba, decisamente non invitante.
Mi hanno detto che ieri e l’altro ieri, in coincidenza con la festivita’ locale di Ganga Dusseira c’erano centinaia di persone a Dodi Tal. Oggi pero’ sono l’unica visitatrice ed e’ anche un po’ imbarazzante perche’ mi sento sotto osservazione. Il tempo, stamattina strepitoso, nel pomeriggio si e’ guastato come avviene di solito in montagna. Quando sono arrivata pioveva e lo specchio d’acqua perfettamente lucido era leggermente increspato. Qua e’ la’ le ‘’trote’’ saltavano fuori rompendo il silenzio quasi innaturale del posto. Mi hanno detto che la pesca e’ vietata qui, ma mi immaginavo che bella grigliata si potrebbe fare. Spesso durante i trekking solitari, quando passo ore e ore a sentire i battiti accellerati del mio cuore, mi sorprendo a pensare alle passeggiate che da bambina facevo nei boschi del Canavese quando si andava a funghi. E mi vengono in mente i panini al prosciutto e salame e le pinte di barbera che mio padre o mio nonno si portavano dietro...e poi si sciolgono ricordi dell’infanzia, gioie e sofferenze, come un una seduta psicologica.
La storia legata a Dodi Tal e’ una delle piu’ famose della mitologia induista. Un giorno Parvati, la moglie di Shiva, decise di fare il bagno nel lago e chiese al figlio di mettersi di guardia sul sentiero di accesso e di non far passare nessuno. Il ragazzo e’ cosi’ zelante che quando arriva il maestoso Shiva, lo blocca, non riconoscendolo. Shiva, il dio distruttore, lo ‘’fulmina’’ con il suo tridente (o il terzo occhio, non e’ chiaro) e gli fa saltare via la testa. Parvati, in lacrime, lo supplica di riportarlo in vita. Il potente marito la accontenta, ma gli annuncia che avra’ la testa del primo animale che passa da quelle parti. Chi arriva, tra i cedri e i rododendri dell’Himalaya? Un elefante! E cosi’ nasce Ganesh o Ganapati, come lo chiamano a Bombay.
Quando ho chiesto ai pastori del posto se nella zona c’erano anche elefanti, si sono messi a ridere, ma forse all’epoca Dodi Tal era in collina e anche non cosi’ freddo da farci il bagno....
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