Mi piacerebbe veramente sapere quanti sono a conoscenza che a Mumbai esiste un manoscritto della Divina Commedia. Pare che al mondo esistano solo due copie originali del poema dantesco, una a Milano e uno appunto in una cassaforte dell’Asiatic Society di Mumbai. Di quella autografa non se ne sa nulla.
Proprio in questi giorni si è chiusa una mostra dedicata al prezioso volume del 1300 e ad altri tesori italiani, tra cui un manoscritto di Galileo Galilei e uno di Cicerone. Peccato che sia stato un evento tra pochi intimi. Almeno così mi pare da una breve ricerca sui giornali indiani che sono quasi tutti su internet. Peccato perché Dante Alighieri è uno dei nostri migliori ambasciatori della cultura e storia italiana all’estero. In un articolo di presentazione della mostra su The Indian Express (vedi qui) ho letto che Mussolini, ancora popolare qui in India, aveva offerto un milione di sterline per comprare il libro dalla fantomatica Asiatic Society di Mumbai, che è un club esclusivo di intellettuali retaggio dell’epoca coloniale. Il manoscritto dantesco (450 pagine illustrate rilegate in un volume in seta e pelle) era stato regalato nel 1820 da un noto collezionista e antiquario inglese che non voleva riportarlo in patria via mare. Non so se qualcuno l’abbia mai studiato e se sia disponibile una copia digitale, come mi auguro, in modo che sia accessibile agli accademici. E’ decisamente uno dei misteri della misteriosa India.
Quando ho proposto la notizia ad alcuni media italiani per cui collaboro, non c’è stata nessuna reazione. Evidentemente in Italia sono tutti impegnati tra viados e cocaina per occuparsi di un vecchio e polveroso manoscritto di Dante che giace nell’oscurità di una cassaforte di una banca di Mumbai. E che già sette secoli fa denunciava i vizietti della classe dominante.
PS A proposito di viados e cocaina segnalo questo gustosissimo pezzo di Cristiano Gatti sul Giornale
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