Spedizione Himalaya 2008, diciottesimo giorno, Bhuntar-Palampur
Passando di nuovo dall’afosa Mandi oggi ho cambiato vallata. Sono nella Kangra Valley che porta a Dharamsala, la piccola Lhasa dei tibetani in esilio e del Dalai Lama. Ho deciso di andare in Kashmir e quindi mi sto dirigendo a ovest dell'Himachal Pradesh.
Siccome è venuto giù il diluvio nel tardo pomeriggio che mi ha costretto a una sosta “chai” di oltre un’ora mi sono fermata a 30 chilometri prima di Dharamsala, a Palampur, un posto dove si coltiva il tè e il riso e che è menzionato dalla Lonely Planet come meta per facili passeggiate. Lungo la strada, che è la strada nazionale numero 20, quindi interamente asfaltata per la gioia del mio scooter, ho visto le piantagioni di tè. Alcune fiancate della montagna erano fatte a scaloni, come fossero state costruite con i pezzi del Lego. Erano le terrazze delle risaie. Peccato che la pioggia mi ha guastato il panorama, oltre che a inzuppare zaino e scarponi che avevo legato alla ruota di scorta. Devo trovare un modo per impermeabilizzare i bagagli. Purtroppo le previsioni non sono buone neppure per il Kashmir dove mi sto dirigendo e per chissà quanti giorni mi beccherò il monsone. Di buono c’è che stranamente da queste parti ci sono un sacco di scooter come il mio, quindi abbondano i meccanici specializzati. Stamattina a Mandi mi sono fatta cambiare l’olio e sistemare il freno posteriore che dopo la mega discesa di 200 km si era allentato.
Qui a Palampur penso di essere l’unica straniera e di fatti mi guardano come una marziana. Sono in una guesthouse, tutto sommato decente, con vista su vallata, televisione a colori con Bbc e Cnn, acqua calda e ventilatore, utilissimo per asciugare gli abiti umidi per la pioggia. Ho comprato dei manghi al mercato e li ho mangiati in un ristorante dopo un piccantissimo panir (ricotta) con cipolle e peperoni. Una cenetta leggera insomma.
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