Spedizione Himalaya 2008, giorno trenta, trentuno e trentadue, sempre a Leh
La prima cosa che ho fatto a Leh è stata quella di andare a una delle tante “German Bakery” a strafogarmi di croissantes al cioccolato. Poi ho cercato i giornali che qui arrivano il giorno stesso con gli aerei del mattino. Leh è la capitale del Ladakh e per due o tre mesi all’anno si anima come una metropoli, compreso l’inquinamento che qui a oltre 3 mila metri si sente tantissimo. Per quelli che partono e arrivano dai trekking è una base per prendere o riprendere le forze. Si mangia benissimo, si trova l’attrezzatura, i cybercafè, anche se le connessioni non funzionano quasi mai e guest house pulite e confortevoli. Io ho finalmente recuperato una sim card Airtel così che ho ripristinato il mio telefonino e mi sono comprata qualche nuovo libro da leggere .
Mi piace al mattino fare colazione con i quotidiani al Dolphin Restaurant, lungo un ruscello oppure alla storica Pumperknickel german bachery dove mettono musica jazz e che è a due passi dall’edicola. Un altro piacere è Dzomsa, una sorta di cooperativa ecologico-organica dove si puó riempiree le bottiglie di acqua e bere succo di albiccoca o lassi. Mi faccio delle passeggiate nella vallata e allo Tsemo , che è il costone di montagna che domina Leh, sopra il palazzo dei re Namgyal,che è chiamato “mini Potala’’ per la sua somiglianza con quello di Lhasa. In cima sorge un monastero, gompa e anche le rovine di un precedente castello da cui si gode una vista superba al tramonto.
Insomma è relax totale, ho incontrato anche una famiglia francese che abita a Delhi, una coppia di friulani che volevano affittare una Royal Enfield e un napoletano che fa volontariato per una ong locale. Le prime due notti sono stata in un homestay a Chubi, fuori città nel verde, proprio sotto il dirupo su cui sorge Tzemo Gompa. La mia finestra dava su una fila di chorten. Fuori c’erano due asinelli, tipo quelli del presepe, che pascolavano. E’ gestita da una coppia di ragazzi, lui un informatico di Bangalore e lei inglese che ama la natura e i cani. D’inverno si trasferiscono ad Arambol. Hanno rimesso in sesto il primo piano della casa che ha quattro stanze da letto molto ben arredato e una bella cucina. Quando arriva alla sera, lui si siede ai piedi del letto e si prepara uno spinello.
Tanto per variare un po’ oggi mi sono spostata nella guesthouse Moonland a conduzione familiare, che è nella parte vecchia di Leh, in basso, sotto il palazzo. Qui non ci sono turisti, la guest house è vuota. Appena si esce ci saranno una decina di sarti e poi inizia il mercato. Mi piace l’atmosfera, ma ho sco-perto che nel mio letto ci sono strani insetti che mi hanno gonfiato braccia e piedi di bolle.
1 commento:
se ricordo bene vale la pena di svegliarsi presto la mattina, e salire al gompa sopra il palazzo reale con il giovane monachello incaricato di aprirlo e attizzare le lampade del grande buddha
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