SH08, sosta a Shimla, buen retiro degli inglesi


Oggi mi sono dedicata alla preparazione fisica e all’adattamento climatico approfittando che a Shimla fa un freddo cane, è già oltre i 2000 metri e sorge su un ripidissimo costone di montagna. Ho camminato un po’ su e giù con gli scarponi che non indossavo da un anno andando alla ricerca di tutti i simboli coloniali di questo buen retiro degli inglesi. Il tempo è veramente atroce. La città sembra sospesa tra le nuvole. Sei come avvolto in una bolla di vapore acqueo. Veramente deprimente. Il sole è comparso per qualche secondo, troppo breve anche per una foto, quando mi trovavo a visitare il palazzo dei vicerè britannici, il “viceregal lodge”, che forse per nostalgia della foschia londinese avevano scelto questo posto come residenza estiva fin dal 1888 quando fu costruito. Dopo l’indipendenza, è diventato il palazzo estivo del presidente indiano e quindi nel 1964, dopo l’invenzione dei condizionatori, è stato trasformato in un prestigioso istituto di studi sociali e umanistici. Ha un po’ l’aspetto di un castello scozzese e con la nebbiolina di oggi mi ricordava il film Highlander, l’ultimo immortale…. Dentro è tutto in tek con elaborati soffitti in stile kashmiro come spiegava una guida molto in gamba. Qui è stato firmato l’atto della Partition tra India e Pakistan nel 1947. Ci sono delle bellissime foto d’epoca del Mahatma, magrissimo, salutato dalla folla, e di Nehru, a cavallo, davanti all’ingresso. E poi di lord Mountbatten seduto a un tavolo rotondo, che è ancora qui, ma non si sa è l’originale, insieme a Jinnah, allo stesso Nehru (che si era innamorato della moglie di Mountbatten) per la storica firma. Tra queste mura si è svolta anche la “conferenza”’ di Shimla nel 1945.
Visto l’inutilità dei punti panoramici, sono poi andata nel vicino museo statale dell’Himachal Pradesh che contiene la famosa lettera del Mahatma a Herr Hitler, Berlin, Germany, (non so se è veramente l’originale, sembrerebbe) scritta il 27 luglio 1939. “It is quite clear that you are today the one person in the world who can prevent a war which may reduce the humanity to the savage state. Must you pay that price for an object however worthy it may appear to you to be? Will you listen to the appeal of one who has deliberately shunned the method of war not without considerable success? Anyway may I anticipate your forgiveness if I have erred in writing to you”. Impressionante, vero?
Per completare la mia immersione nel Raj britannico, ho preso per divertirmi il trenino e sono andata nella prima stazione in basso a 11 chilometri. Ero nella carrozza “ladies only”’ in coda e quindi dal finestrino vedevo tutto il trenino quando curvava passando degli strapiombi pazzeschi. Peccato che non si vedeva nulla in basso o in alto se non una spessissima coltre di nebbia. Il trenino tra le nuvole con dei minipassaggi a livello, minigallerie, ministazioni che sembrano costruite con il traforo. Immaginavo quando le mogli degli ufficiali e dei funzionari inglesi scendevano con le ampie gonne e l’ombrellino di pizzo…
Per finire il riscaldamento sono salita al tempio del dio scimmia Hanuman, il monkey temple o Jakhu temple, che sovrasta Shimla a 2455 metri. Ho raccolto la sfida di un cartello all’inizio della strada, secondo il quale se uno saliva in 30 minuti era “absolutely fit”. Ce l’ho fatta e quello è stato il momento più esaltante della giornata. Ho perfino fatto un’offerta al bramino che mi ha impresso sulla fronte la benedizione di Hanuman che da ora in poi veglierà sulla spedizione Himalaya 2008.

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