Dopo diversi mesi sono tornata nel porto di Arguineguin, un villaggio di pescatori nel sud di Gran Canaria che l'anno scorso e' stato alla ribalta delle cronache mondiali per le migliaia di profughi africani tenuti in condizioni disumane sul molo del porticciolo. Nei mesi di settembre e ottobre le condizioni metereologiche sono particolarmente propizie per la navigazione nell'arcipelago delle Canarie. Mentre io ne approfitto per 'scorazzare' a vela da un'isola all'altra, migliaia di disperati lasciano le coste della vicina Africa per entrare in Europa. "Vicina' si fa per dire perche' la 'rotta Atlantica' verso le Canarie (di cui ho gia' parlato piu' volte in questo blog, questo il mio ultimo post) e' una delle piu' pericolose. Il viaggio su barche in legno dalle coste del Sahara Occidentale, la zona contesa tra Marocco e il fronte Polisario, dura diversi giorni, sono circa 220 chilometri all'isola di Fuerteventura, la piu' vicina all'Africa.
Un barcone arrivato nel porticciolo di Arguineguin con i resti della lunga e pericolosa traversata dalle coste africane |
Ebbene, mentre stavo per entrare nel porto di Arguineguin per mettermi alla fonda con la mia barca a vela Maneki proveniente da Tenerife, ho visto sfilare sul molo decine di profughi appena sbarcati da una 'patera' soccorsa dal Salvamento Maritimo spagnolo. Tutti in fila davanti alle tende della Cruz Roja probabilmente per i controlli sanitari. Mi sembrava che ognuno tenesse in mano un sacchetto bianco, forse indumenti o generi di prima necessita'. Nella sola giornata di martedi' ne sono arrivati 225 in totale a Lanzarote, Tenerife e appunto a Gran Canaria. Tra loro 24 donne e due bambini. Per tutto il giorno, mentre stavo attraversando lo stretto tra Tenerife e Gran Canaria, ho sentito sul canale 16 della mia radio VHF le allerte (pan pan nel gergo) relative a "barconi di profughi alla deriva provenienti da costa africana" con l'invito ai naviganti di avverire la Guardia costiera nel caso di avvistamento.
A differenza dello scorso anno quando sul molo di Arguineguin ci fu una rivolta per il sovraffollamento dei migranti, circa 2 mila ammassati in pochissimo spazio, le autorita' canarie non si sono fatte prendere alla sprovvista. Lo scorso novembre Arguineguin fu paragonato alla famigerata Giungla di Calais del 2015-2016. La crisi degenero' perche' gli sbarchi si erano moltiplicati anche a causa della ripresa del conflitto nella regione subsahariana. Adesso i profughi sono portati in hotel e altre strutture adeguate di accoglienza e poi 'smistati' non si sa ben dove. Escludo che vengano rimpatriati perche' in teoria dovrebbero ottenere lo status di profughi.
Attraccati al molo si possono vedere i barconi pieni di giubbotti di salvataggio, taniche vuote di acqua e benzina e tracce del viaggio della speranza.
Secondo dati del Ministero degli Interni spagnolo aggiornati al 31 agosto, sono arrivati alle Canarie ben 9.255 migranti a bordo di 243 barconi, il 135% in piu' dello scorso anno. La maggior parte uomini. La rotta atlantica parte da Cabo Bojador, nel Sahara Occidentale e Dakla, sempre Sahara Occidentale sotti il controllo del Marocco.
Proprio in questi giorni il diplomatico italo-svedese Staffan De Mistura, che conosco in quanto si occupo' della contesa tra India e Italia sui due maro' arrestati per omicidio di due pescatori, e' stato nominato dal segretario generale dell'Onu Antonio Guterres come inviato speciale per il Sahara Occidentale. Segno che la comunita' internazionale si sta occupando della crisi.
C'e' pero' un dato di fatto che fara' si' che in futuro ci siano sempre piu' arrivi dal continente africano: nei prossimi 30 anni l'Africa raddoppiera' la sua popolazione passando da 1.2 miliardi a 2.5 miliardi di persone, mentre in Europa caleranno gli abitanti. Allora che vogliamo fare? Continuare a soccorrerli in mare?
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